La storia del riconoscimento di MW come Associazione di Protezione Ambientale

Cari amici di MW,

innanzitutto ci teniamo a ringraziarvi uno per uno indistintamente, chi ha chiesto di partecipare all’Assemblea straordinaria e chi ha inviato la delega: per noi si trattava di un appuntamento importante, il Ministero ci ha chiesto di apportare alcune modifiche al nostro statuto per poter mantenere il riconoscimento come associazione di protezione ambientale. Con nostro dispiacere e nonostante gli sforzi che avete condiviso con noi, purtroppo non siamo stati in grado di raggiungere il numero legale per costituire validamente l’assemblea straordinaria. Questo significa che dovremo scrivere al Ministero illustrando la situazione e chiedendo una proroga dei termini.

Per chi non lo sapesse abbiamo ottenuto questo riconoscimento nel 2004, dopo tanti anni e diverse vicissitudini che potete ripercorrere leggendo l’articolo pubblicato sul nostro notiziario che trovate in allegato.

La prima richiesta formalmente avanzata da Mountain Wilderness Italia per il riconoscimento dell’associazione nel Consiglio Nazionale dell’Ambiente è datata 30 maggio 1991, e porta la firma del legale rappresentante che all’epoca era Alessandro Gogna.

A. Gogna, 14.09.1988, discesa del Canalone del Gigio, Marmolada Pulita 1988, Dolomiti.

Con data 23 febbraio 1994 giunge una lieta novella sotto forma di lettera proveniente dal Ministero dell’Ambiente, la quale ci annuncia: “Si porta a conoscenza che il Consiglio Nazionale per l’Ambiente nella seduta del 26 gennaio u.t. ha espresso parere favorevole all’accoglimento della istanza di riconoscimento presentata da codesta Associazione ai sensi dell’art. 13 della legge n° 349/86”. Dunque tutto bene? Ma nemmeno per sogno! Appena pochi giorni dopo, il 1 marzo 1994, una seconda lettera ci informa che “erroneamente, si è comunicato (… quanto sopra, n.d.r.). Si porta invece a conoscenza che il Consiglio Nazionale per l’Ambiente nella seduta del 26 gennaio u.t. ha sospeso il proprio competente parere in ordine alla istanza presentata da codesta Associazione rilevando la opportunità di procedere ad ulteriori attività istruttorie”.

Che cosa sia accaduto nel breve spazio di pochi giorni per produrre un simile effetto non ci è dato di sapere; appare alquanto inverosimile pensare ad un banale errore di interpretazione di qualche zelante burocrate. Per la verità un forte dubbio l’abbiamo, ma lo teniamo per noi perché se è vero che come diceva un noto uomo politico <<a pensare male si commette peccato, ma quasi sempre si coglie nel segno>>, è altrettanto vero che le polemiche a distanza di tanti anni non possono portare ad alcunché di buono per nessuno. Fatto sta che da quel marzo del 1994 è iniziato un lungo calvario che ci ha portato a riempire due questionari, prima nel 1994 e poi nel 1999; chilogrammi di carta sotto forma di materiale informativo, rassegne stampa, tutto quanto facesse riferimento all’attività di MW; insomma abbiamo dovuto dimostrare in primis di esistere, e poi di essere degni di meritare siffatto riconoscimento e di poter assurgere agli onori che il Ministero si onorava di elargire.

Manifestazione dicembre 1996 contro eliski. Marmolada di Rocca

Noi invece abbiamo sempre pensato che questo riconoscimento ci spettasse di diritto per l’intensa attività ambientale profusa dalla nascita di MW sino ad oggi, e grazie a questa convinzione non abbiamo mai mollato la presa. Allo stesso modo pensiamo che altre associazioni si siano meritate sul campo, e non per affinità elettive, il medesimo riconoscimento senza averlo a tutt’oggi  ottenuto; per non dimenticarlo, pubblichiamo la lettera di un nostro socio che è comparsa anche sulla Rivista della Montagna e che ben riassume lo stato d’animo di chi si trova in questa situazione d’incertezza. Oggi il nostro ringraziamento va a tutti coloro che hanno creduto in questo diritto e ci hanno permesso di raggiungerlo, ad iniziare dai past president per arrivare al singolo socio che con la propria quota sociale ha contribuito al raggiungimento di questo importante obiettivo. Teniamo però a sottolineare una cosa: questo per noi non rappresenta un punto di arrivo, bensì una partenza con rinnovato slancio verso i nostri obiettivi statutari di tutela della montagna, con i mezzi che appartengono alla tradizione di MW. Se il riconoscimento potrà rappresentare un’arma in più per perseguire tali obiettivi, ci impegneremo per sfruttarla al meglio.

Continuate a darci fiducia, un caro saluto a tutti.

Fabio Valentini