L’Ambientalismo da salotto. Pinelli risponde agli sproloqui di Salvini

Carlo Alberto Pinelli, fondatore e attuale Presidente Onorario di Mountain Wilderness International, risponde agli sproloqui di Salvini.  

Carlo Alberto Pinelli

Cosa direste se qualcuno incolpasse Cristoforo Colombo per la persistenza sul nostro pianeta di gente ancora convinta che la terra sia piatta come una tavola? Come giudichereste l’autore di una simile stravagante affermazione? E’ di ieri l’accusa pronunciata non già da un vagabondo pazzoide ma dal nostro ministro dell’interno contro gli ambientalisti, colpevoli a suo avviso di aver causato il dissesto idrogeologico dell’Italia e aver contribuito con le loro fisime “ da salotto” a rendere devastante l’abuso edilizio. Rende esterrefatti che Salvini abbia potuto indicare come responsabili dell’ inerzia dello Stato e del vandalismo dei cementificatori, più o meno mafiosi, proprio coloro che per decenni, attraverso ogni sorta di iniziative, denunce, critiche, studi e convegni si sono opposti invano alla degradazione fisica del nostro territorio e alla selvaggia lebbra della speculazione edilizia. Evidentemente il nuovo capopopolo che siede al Viminale ignora ( o disprezza? ) l’opera di tanti appassionati studiosi del calibro di Umberto Zanotti Bianco, Elena Croce, Aurelio Peccei, Antonio Cederna, Adriano Buzzati Traverso. Personaggi che hanno dedicato la vita intera nel vano tentativo di salvare il Bel Paese dall’aggressione dei nuovi barbari. Sono nomi che verosimilmente Salvini non ha mai sentito pronunciare dai frequentatori del bar sotto casa, dove si è andato formando il suo raffinato bagaglio di certezze.

10.09.1988, Operazione Marmolada pulita, Mountain Wilderness al Pian dei Fiacconi e Pian dei Fiacchi. Rifiuti

L’indignazione non deriva però soltanto dalla constatazione di un’ignoranza che tracima nel paradossale; più grave è l’esibizione senza pudore di quell’ignoranza. Quasi che essa sia la cifra positiva grazie alla quale viene nobilitata la propria identità. Se la cultura è un difetto esecrabile ( sia essa salottiera o no) la sua mancanza si trasforma in un vanto. Era dagli anni sessanta che nessun nemico delle nostre ragioni si permetteva più di liquidarci come i portatori di un ambientalismo “delle contesse”. Se lo avessero ancora fatto verso la fine del secolo appena trascorso sarebbero stati i primi ad arrossire dalla vergogna. Ora ci siamo ritornati. Evviva! Se forse è vero che alcuni dei grandi personaggi appena ricordati qualche volta si incontravano in un qualche salotto, è ancora più vero che sulle poltrone di quei salotti costoro discutevano di argomenti serissimi e programmavo azioni concrete in difesa del patrimonio storico, artistico, urbanistico e naturale della Nazione, senza paura di sporcarsi le mani e di sottrarre tempo e energie ai loro impegni professionali. Sappia Salvini che nel loro ricordo e grazie al loro esempio continueremo a operare e a resistere alla barbarie.
Carlo Alberto Pinelli