L’appennino e il mare

Quale rapporto tra il mare e le montagne della dorsale appenninica? Di Mario Marano Viola

Nell’estate scorsa ho guidato 160 turisti, provenienti dall’Europa centrale e dall’Italia del nord, ospiti della città adriatica di Martinsicuro, alla scoperta della biodiversità vegetale nelle dune costiere e della flora ripariale del fium Tronto. Dalla costa i turisti hanno osservato il profilo orientale dei Monti Sibillini, delle Montagne Gemelle, dei Mont della Laga, del Gran Sasso d’Italia e della Majella che, insieme, costituiscono l’area protetta di interesse nazional più estesa della intera dorsale appenninica.
L’incontro con le persone di vario orientamento culturale mi ha dat l’opportunità di parlare del rapporto dell montagna con il mare e del ruolo attivo di MW per la tutela delle Terre Alte.
I monti appaiono lontani dalla costiera adriatica e separati dal mare, invece sono uniti tramite i “nastri d’argento fluviali trasportatori di microparticelle di rocce calcaree e arenacee formatesi attraverso la demolizione e i setacciamento attivati dall’azione erosiva del gelo e del vento, a ricordarci la trasformazione lenta della morfologia
del paesaggio.

Gran Sasso


Montanari e marinai in passato hanno tratto benessere spirituale, fisico, alimentare ed economico dalle risors naturali dei rispettivi ambienti. Attualmente l’alleanza tra la società umana dei monti e quella del mare non c’è più dopo il millenario incontro della transumanza delle greggi dirette in Puglia. Per ricostruirla, MW deve attuare iniziative di sensibilizzazione nelle aree costiere, in particolare nelle zone sabbiose dove risiede la metà della popolazion italiana (35.000.000 di abitanti). Secondo le previsioni dell’ENEA, per i prossimi 100 anni queste aree saranno più
esposte al dissesto climatico per il notevole innalzamento del livello del mare, con la popolazione costretta in futuro ad emigrare verso le zone interne, collinari e montane.
È urgente assumere un impegno nuovo e responsabile da parte delle amministrazioni pubbliche locali, regionali nazionali nella gestione sostenibile dei territori, per contenere l’effetto serra finalizzato al riequilibrio climatico.
Il progetto “Laboratorio Appennino”, in fase di elaborazione, persegue l’obiettivo di rivitalizzare le aree abbandonate.

Mario Marano Viola