L’impatto delle Olimpiadi Milano Cortina 2026 sul Trentino.

Come impatteranno le Olimpiadi sui territori coinvolti? Perché crediamo che i grandi eventi, soprattutto quando insistono su luoghi fragili, siano deleteri? Prosegue la serie di approfondimenti che ci porteranno a scoprire, Regione per Regione, cosa si nasconde dietro la bolla olimpica: cemento, speculazione e sprechi.

Ci si era illusi nel Trentino. Finalmente una provincia ospita grandi eventi sportivi disponendo di tutti gli impianti. Poche specialità: gare di salto, lo sci nordico, il pattinaggio di velocità. Servirà qualche ritocco, con adeguamenti alle nuove esigenze degli atleti. Dal 1991 ad oggi la valle di Fiemme ha ospitato tre campionati mondiali di sci nordico: 1991, 2003, 2013. E’ la valle della Marcialonga. Una presentazione che è una garanzia. Ed invece cosa succede? Le gare di pattinaggio di velocità vengono scippate, guarda caso, da Milano. Con la scusa dei costi esosi della copertura dello stadio del ghiaccio di Baselga di Pinè Milano è riuscita ad ottenere anche queste, ci provava fin dal 2019.

I trampolini di Predazzo e il centro del fondo al Lago di Tesero dovevano subire qualche ritocco: tribune, accessi, lavori sulla struttura. Pochi milioni di euro, meno di cinque, e tutto era risolto, si diceva nel 2019. Invece tutto viene demolito e rifatto nuovo. I soli trampolini di Predazzo verranno a costare oltre 36 milioni di euro, per il centro del fondo di Lago 15,5: spogliatoi atleti, area stampa, tribune immense, parcheggi, innevamento artificiale potenziato, nuovi bacini di accumulo delle acque (acqua prelevata dal torrente Avisio) e in aggiunta una pista di skiroll. A soli 12 Km di distanza, passo Lavazè, tre anni fa ne era stata inaugurata una, uno sconcio di nastri d’asfalto nel cuore di pascoli di alto pregio. Lo skiroll a Tesero distruggerà altre aree agricole di pregio e frammenterà le proprietà agricole di diverse aziende.

Il Trentino non si è limitato a sperperare denaro pubblico in impianti sportivi sempre più impegnativi. Vi ha aggiunto strade. Inutili potenziamenti viari verso Baselga di Pinè, costosissimi e imposti in realtà geologiche di alta instabilità. I progetti del BRT (Bus Rapid Transit), un sistema di mobilità che dovrebbe facilitare l’accesso al servizio di trasporto pubblico, hanno un esorbitante costo di 90 milioni di euro. Di positivo vi è l’acquisto di 24 nuove macchine a trazione energetica sostenibile, gas metano ed elettriche. Null’altro: si consumeranno altri 12 ettari di suolo per imporvi corsie di transito preferenziali, 11 nuovi parcheggi definiti di attestamento. Le centinaia di osservazioni pervenute da cittadini, amministrazioni pubbliche, associazioni, sono state cestinate.

Il roadshow della Fondazione Milano Cortina al Teatro Sanbàpolis di Trento per le Olimpiadi 2026 (Vincenzo Novari ceo di Fondazione Milano Cortina 2026, Maurizio Fugatti presidente della Provincia autonoma di Trento) [ Archivio Ufficio stampa PAT]

In una visione parzialmente positiva si spenderanno oltre 60 milioni di euro nel potenziamento della linea ferroviaria Trento – Borgo Valsugana. Si acquisteranno nuove motrici (a idrogeno, in assenza di valutazioni tecniche), si elettrificherà la linea. Ma si poteva fare molto di più. Ad esempio sostenere un confronto con la Regione Veneto per poter potenziare l’intera linea ferroviaria Trento – Venezia (tempi di percorrenza attuali prossimi alle tre ore). Ed invece il Trentino ha pensato in modo autonomo, offrendo ai suoi pendolari e ai potenziali turisti una visione miope del futuro dei trasporti del nostro paese.

Investire simili somme di denaro è sembrata ancora poca cosa. Così si è aggiunto un nuovo villaggio olimpico, non previsto nel dossier di candidatura. Sorgerà in ambiti demaniali della scuola sportiva della Guardia di Finanza: un costo previsto di 27 milioni di euro, un progetto totalmente secretato, ricco di aumenti di volumetrie, ad elevato impatto paesaggistico, realizzato in un’area ad alto rischio alluvionale. A Pechino 2020 l’Italia ha vinto una medaglia d’oro nel curling, non poteva esserci motivazione più forte per imporre una nuova struttura. Così si farà a Cembra uno stadio capace di ospitare questa specialità. Una valle sperduta, qualche decina di atleti, nonostante questo si spenderanno altri 8 milioni di euro per un’opera che non era stata nemmeno preventivata.

Anche in Trentino, una realtà che poteva risultare forte di presupposti sobri e virtuosi, si sono evitati Valutazioni ambientali e studi sulle ricadute sociali delle diverse opere, ogni progetto è stato imposto. I costi complessivi di queste olimpiadi da poche decine di milioni di euro sono lievitati a oltre 230 milioni.