Marcia in difesa del Cansiglio
QUANDO: domenica 10 novembre, alle 9:30
DOVE: in marcia sul Monte Pizzoc
Ad un anno dalla Tempesta “VAIA” in Cansiglio è ancora emergenza e l’accesso a casera Palantina dalla tradizionale partenza in Pian Canaie è tutt’ora chiuso per l’asportazione degli alberi caduti.
ITINERARIO : Dalla strada provinciale 422, proveniente da Vittorio Veneto, dopo il passo della Crocetta si prende a sinistra la strada in salita con indicazioni Pizzoc. Dopo circa 2 km girare a sinistra, indicazioni Cadolten e a meno di 1 km si parcheggia davanti all’ex casa forestale.
Alle ore 12 circa raduno sulla cima , ora Piazza della Pace, un tempo sede della base radar militare demolita dopo anni di manifestazioni . Pranzo al sacco, interventi, musica. Rientro al parcheggio alle ore 15.30-16.00
nb: in caso di ghiaccio, non potremo salire e comunicheremo un percorso accessibile ed alternativo via e-mail. INFO 346.6139393 ( Toio)
Più di trenta anni in difesa del Cansiglio
Nel 1986 la prima interrogazione in Consiglio regionale (senza vera risposta) sulle voci di nuovi impianti e piste in Forcella Palantina, per collegare Pian Cavallo al Cansiglio e poi il blocco dei lavori abusivi per una nuova strada in Val Salatis, come conseguenza di un blitz e di una denuncia da parte di Fabio Favaretto del Cai e del consigliere reg. Michele Boato.
Nel 1987 una prima uscita di Toio de Savorgnani e altri pochissimi partecipanti, contro la gara di sci in Val Salatis in luglio, su un nevaio, fino ad allora perenne, ma qualche anno dopo scomparso.
Nel 1988 la prima grande manifestazione, organizzata in breve tempo dopo che il CAI di Sacile avvisò che, da casera Palantina in giù, nel bosco erano segnati con nastri da cantiere i percorsi delle piste e della seggiovia di collegamento tra il Pian Cavallo e l’Alpago e, col bollino rosso, le migliaia di alberi da abbattere.
Il 13 novembre, nei giorni della piccola estate di S. Martinio, ci trovammo a Casera Palantina in circa duemila per dire di no alla replica nel Cansiglio veneto del Pian Cavallo friulano, voragine di soldi pubblici e causa di inaccettabili alterazioni ambientali. Alle auto posteggiate a Col Indes, futuro parcheggio degli impianti di risalita, furono inflitte oltre 200 multe, tagliati decine di pneumatici e a sera le ultime macchine rimaste furono gravemente danneggiate.
Ci opponemmo a quelle ingiuste multe ed un processo, con la denuncia WWF al comune di Tambre, durato oltre 10 anni, ci diede ragione ma ci costò decine di milioni di lire. Da allora siamo sempre stati presenti, a volte con 2 o anche 3 manifestazioni in un anno e, dopo aver toccato varie zone per denunciarne i pericoli, siamo tornati in Palantina.
Oltre a ribadire ogni anno il nostro no agli impianti di risalita, abbiamo chiesto ed ottenuto la demolizione dei ruderi della base militare ed evitato l’impianto eolico sul Pizzoc, denunciati i tentativi di vendita irregolare della base militare di Pian Cansiglio e chiesta la bonifica.
Non siamo però riusciti ad evitare la costruzione dell’impattante impianto del Tremol 2, approvato in modo irregolare (senza Valutazione di Impatto Ambientale, obbligatoria in quanto adiacente ad un’area SIC e ZPS), ma fortemente voluto dal Friuli: a nulla è servita la segnalazione alla Corte di giustizia europea, con la LAC friulana. Anche la vendita dell’ex albergo San Marco, che doveva concretizzarsi tre anni fa in breve, è per ora bloccata.
E’ importante una continua presenza, rispondendo ad ogni tentativo di peggioramento e promuovendo proposte positive.