Mondiali di sci alpino Cortina 2021. Non nel mio nome.

Oggi 19 luglio oltre un centinaio di soci di comitati locali, associazioni ambientaliste, del CAI, liberi cittadini si sono ritrovati a Cortina, nonostante le pesanti restrizioni imposte dalla Questura di Belluno, a manifestare contro gli scempi delle opere che sosterranno i mondiali di sci alpino del 2021. La manifestazione si è svolta in forma “statica”, termine giuridico innovativo tendente a impedire ai cittadini di verificare in modo diretto le modalità con le quali avviene lo sconvolgimento del territorio alpino.


La manifestazione si è svolta in due fasi, ovviamente “statiche”. La prima a Cortina presso il parcheggio Alexander Hall, dove si sono tenuti diversi interventi. I rappresentanti locali hanno illustrato il percorso della assegnazione dei mondiali a Cortina e l’impegno svolto dall’ambientalismo locale e nazionale: 3 candidature fallite, la quarta ottenuta solo perché tutte le altre località vi avevano rinunciato causa la netta opposizione dei cittadini espressa tramite referendum. Anche a Cortina si era svolto il referendum, invalidato dalle istituzioni in quanto vi avevano partecipato il 40% dell’elettorato attivo: il 90% dei votanti si era espresso per il NO.
In seguito le associazioni, sempre con delegazioni folte (10 – 16 rappresentanti) avevano avuto incontri, cordiali, con la Fondazione Cortina 2021. Si era trattato di incontri formali, conoscitivi, che avrebbero dovuto portare ad un percorso consolidato di relazioni trasparenti e propositive fra le parti. Questo fondamentale passaggio non è più avvenuto, nonostante la partecipazione fosse un obiettivo previsto e auspicato dalla farsesca Carta di Cortina (2016).


Così oggi ci troviamo ad avere l’intero versante della Tofana di mezzo sconvolto dalle opere in corso: molti di questi cantieri sono superflui, la costruzione delle opere sembra aver seguito la massificazione scientifica dello sconvolgimento ambientale e dei suoli, nessuna opera del passato, non più usata, è stata demolita. Per raggiungere questo obiettivo, è stato ricordato nel confronto “statico”, si sono violate le normative europee riferite a Rete Natura 2000, direttiva Uccelli e Habitat, la Carta del Paesaggio, la Convenzione delle Alpi in ben 5 dei 9 protocolli (Difesa dei suoli, Foreste, Paesaggio e aree protette, Mobilità, Turismo). Inoltre è stata violata la Costituzione italiana all’art. 9 laddove si tutela il paesaggio, e all’art. 118 dove si esplicita che i processi partecipativi dei soggetti interessati devono essere favoriti dalle istituzioni.

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Oltre a quanto illustrato è evidente come il provvedimento adottato dalla Questura di Belluno contro il diritto dei manifestanti a rispettare il loro programma di accesso ai cantieri di lavoro sia un precedente pericoloso che va ad incidere sui più elementari diritti democratici della società italiana. Sembra proprio che la Questura si sia inchinata alle pressioni che probabilmente sono state avanzate dalla Fondazione Cortina 2021 o da amministratori pubblici, avendo disponibile una ampia documentazione di come in Veneto, come del resto nel vicino Trentino, si siano svolte manifestazioni organizzate sicuramente con attenzioni molto inferiori a quelle garantite dagli organizzatori del confronto del 19 luglio di Cortina.
Nel corso degli interventi sono stati ribaditi alcuni dei contenuti dell’enciclica di papa Francesco I, Laudato sì. In modo particolare è stato ricordato che la presenza di tanti cittadini attivi, sotto il segno forte NON NEL MIO NOME, è un invito ad impegnarsi nella tutela dell’ambiente naturale per conto delle generazioni oggi giovani e di quelle future prive di voce. La montagna è maestra del contenuto del limite, offre bellezza, offre beni comuni: l’attuale generazione non può permettersi di consumare un solo metro quadrato in più di quanto è già avvenuto, nel rispetto dei diritti delle generazioni future.
Alla manifestazione ha partecipato una delegazione nazionale della TAM (Commissione Tutela Ambiente Montano) del CAI, rappresentanti del Comitato Rodotà, Osservatorio nazionale sulla Costituzione.
Da parte di questi esperti giuridici si è ottenuta piena solidarietà ed è stata espressa una condivisa preoccupazione per la tenuta della democrazia in Italia. Ai partecipanti è giunto inoltre il sostegno di Laboratorio Appennino, un gruppo che dal Centro Italia lavora per il rilancio sociale della montagna appenninica e per strutturare una nuova centralità delle aree naturali parchi nazionali e regionali italiani. La montagna è solidale, il legame fra i temi delle Alpi e della catena appeninica non può che venire consolidato.
Ora il lavoro dell’associazionismo consisterà nel raccogliere documentazione per inoltrare presso l’Unione Europea e le stesse Federazioni sportive l’illustrazione delle inadempienze nei confronti delle direttive europee sopra citate. Quanto sta avvenendo a Cortina dimostra in modo evidente quanto l’ambientalismo alpino, sempre sostenuto da ampia documentazione, denunciato: le Alpi non dispongono di luoghi idonei a sostenere i grandi eventi sportivi internazionali.
Nella seconda parte della manifestazione “statica” in loc. Cianzoppè (verso le 5 Torri), i partecipanti alla manifestazione hanno messo a dimora un abete rosso di 8 anni, nato da sementi autoctone: una pianta simbolo dell’azione propositiva sempre sostenuta dalle associazioni e dai cittadini italiani sensibili all’ambiente, una pianta mondiale.

Luigi Casanova