Mountain Wilderness e l’Informazione
Tra i molti neologismi in voga negli ultimi mesi, spicca senza dubbio il termine infodemia che la Treccani definisce come “circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”. Abbiamo sentito questo termine spesso riferito alle fake news che il Coronavirus sembra essersi portato con sé ma la bulimia informativa è ormai pervasiva. Anche in tema ambientale la quantità di input a cui si è sottoposti supera la capacità di elaborazione, causando un sovraccarico cognitivo e una grande difficoltà a orientarsi e a formarsi un’idea su questioni spesso molto complesse. Parole come crisi climatica e sostenibilità rimbalzano come palline di un flipper sulle pagine di tutti i giornali e sugli schermi di tutti i cittadini/consumatori. Oggi si fa etica un po’ come si fa pubblicità: si vende bene, e consente di attirare l’attenzione del grande pubblico. I giornali non vanno tanto per il sottile ed è così che su un grande quotidiano nazionale capita di leggere che le “Dolomiti sono un laboratorio di economia circolare” e che i Mondiali di Cortina saranno “green”. In una situazione come questa non è facile mantenere la barra dritta e per le associazioni ambientaliste è sempre più difficile far sentire la propria voce.
Quanto si invia ai mass media spesso viene ignorato o perché scomodi o perché infastidiscono gli inserzionisti pubblicitari. Il nostro notiziario cartaceo ha, per una questione di costi, una diffusione ristretta.
Per avere qualche strumento in più, dal 2017 Mountain Wilderness si è dotata di un nuovo sito che viene aggiornato circa tre volte a settimana, ospitando contributi dei dirigenti dell’associazione, dei soci e di personalità vicine alla nostra sensibilità. Sul sito raccontiamo le campagne in cui siamo impegnati, facciamo divulgazione su temi che riguardano la montagna e l’ecologia, facciamo vere e proprie inchieste/denunce.
Alcuni reportage, come il sopralluogo di Luigi Casanova sull’area di svolgimento dei mondiali di sci alpino 2021 a Cortina d’Ampezzo, hanno avuto un successo di pubblico straordinario e, grazie al rimbalzo (in alcuni casi) virtuoso dei social network, hanno raggiunto audience degne di un mass media.
Al sito si affianca una pagina Facebook che ha superato i 5.000 utenti molto attivi, che leggono, commentano e condividono i nostri post. Da dicembre 2020, Mountain Wilderness ha anche un account ufficiale Instagram dove, coerentemente con il profilo editoriale del sito, comunica con il linguaggio tipico di quel social network: immagini e hashtag. Consapevoli che una fascia di pubblico giovane è difficile da raggiungere altrove, abbiamo deciso che era importante essere presenti anche su una piattaforma che ha logiche e dinamiche che non facilitano approfondimento e riflessione ma che può diventare un importante punto di contatto con chi non conosce Mountain Wilderness.
Il sito e i social sono un patrimonio importante per l’associazione, tutti i soci sono invitati a contribuire attraverso articoli, testimonianze, critiche e messaggi.
La crisi ambientale e sociale, momentaneamente passata in secondo piano durante questi mesi di pandemia, tornerà presto a mordere. Nei prossimi anni le battaglie che affronteremo sul clima, sull’energia, sull’accesso alle risorse naturali, sulla depredazione della montagna, avranno bisogno di punti di riferimento liberi e credibili. Noi, anche attraverso un’informazione accurata, cercheremo di fare la nostra parte.
Nicola Pech