Mountain Wilderness in Pakistan con il Progetto Swat

Il 28 agosto tre istruttori di alpinismo italiani ( Emiliano Olivero, Tommaso Castorina, Omar Scarpellini) partiranno per il Pakistan, guidati da Carlo Alberto Pinelli, presidente onorario di Mountain Wilderness International e socio del prestigioso Club Alpino Accademico Italiano. La meta è lo Swat Kohistan, estrema propaggine meridionale della catena dell’ Hindu Raj, in Pakistan.

Lo scopo non è quello di compiere l’ascensione di una delle affascinanti vette della zona, alte fino a seimila metri, ma di gestire un corso di alpinismo ed escursionismo eco- compatibile organizzato da Mountain Wilderness e dall’ISMEO ( Istituto Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente) e riservato a un gruppo di allievi del posto. Sono giovani che abitano in valli montane da molto tempo abbandonate dai visitatori stranieri interessati a attività outdoors, ma allo stesso tempo esposte al serio rischio di un’ incombente colonizzazione turistica di bassissimo profilo, favorita da progetti di nuove strade di penetrazione. A causa della loro relativa vicinanza con i grandi centri urbani della pianura le alte vallate dello Swat già oggi sono le uniche, in tutta la grande catena himalayana, che possono essere raggiunte e frequentate senza dover necessariamente prevedere l’ organizzazione complessa di spedizioni di tipo classico con lunghe marce d’avvicinamento alle vette. Le nuove strade renderebbero ancora più rapido il percorso. Un indubbio vantaggio in cui, purtroppo, si cela un pericolo per l’integrità dell’ambiente. Il corso di Mountain Wilderness ha lo scopo primario di contribuire a neutralizzare per quanto possibile tale pericolo, fornendo agli allievi le competenze tecniche e culturali necessarie per proporre – dal basso – ai visitatori pakistani e stranieri una fruizione alternativa e lungimirante di quegli ambienti ancora incontaminati. Traendone, allo stesso tempo, reali benefici economici. Già durante lo scorso mese di giugno Mountain Wilderness ha portato a termine la selezione dei 25 allievi che prenderanno parte al progetto.

Quelli di costoro che supereranno il corso riceveranno un Diploma ufficialmente validato dalle autorità del Governo della regione Khyber-Paktunwa e potranno offrirsi come affidabili guide di trekking anche difficili o come facilitatori di spedizioni leggere in stile alpino; privilegiando sempre comportamenti rispettosi verso il valore delle montagne e la conservazione della loro preziosa wilderness.

Carlo Alberto Pinelli

In questa prospettiva il Corso favorirà la comparsa di veri e propri presìdi ambientali disseminati sul territorio e sufficienti, si spera, a scoraggiare qualsiasi progetto di rozza manomissione. A questi nuclei di ex-allievi, consapevoli della posta in gioco, verrà anche affidato il compito di realizzare una guida cartacea, alpinistico/escursionistica dello Swat montano in cui saranno inserite, in appendice, le visite agli affascinanti ruderi dei monumenti buddhisti che ancora dominano le creste di molte colline nella parte più bassa della regione. L’idea di collegare in un’ unica esperienza culturale la frequentazione della montagna a piedi e le ricerche archeologiche fu sostenuta più di mezzo secolo fa dal famoso professor Giuseppe Tucci al quale si deve la scoperta e lo scavo dell’eccezionale patrimonio archeologico dello Swat e la sua identificazione con la mitica Uddiyana, da cui Padmasambava (Guru Rimpoché ) partì per convertire il Tibet al Buddhismo. Per queste ultime ragioni a Mountain Wilderness si è associata nel progetto l’associazione ISMEO che ha ereditato e porta avanti ogni anno con grande successo le ricerche iniziate da Tucci.


In prospettiva l’ultimo passo del progetto prevederà uno studio sul terreno, compiuto da un team di esperti, per l’istituzione di un vero e proprio parco nazionale dell’Alto Swat da offrire alle autorità competenti del Paese, come contributo italiano alla tutela di un ambiente naturale di grande valore, intriso di testimonianze storiche e culturali.
Il progetto è stato reso possibile grazie al coinvolgimento finanziario di Mountain Partnership, del Ministero Italiano per i Beni Culturali ( MIBAC), del MIUR, del Club Alpino Accademico Italiano, della sezione di Roma del CAI, di alcune aziende italiane e delle due stesse associazioni leader del progetto.