Nel cuore dei mondiali di Cortina: i mondiali degli imbrogli
Si stanno svolgendo i campionati del mondo di sci alpino di Cortina 2021. Da tempo abbiamo denunciato la totale assenza di sostenibilità dell’appuntamento causa gli scempi imposti alle montagne della conca dolomitica (Tofana e 5 Torri), il vuoto programmatico della Carta di Cortina, polverizzato dalla stessa Fondazione Cortina 2021. E purtroppo la presenza di una informazione soggiogata ai comunicati del Comitato organizzatore, un giornalismo, fatte salve minime eccezioni, privo di coraggio, incapace di inchieste.
Le gare sono iniziate fra mille difficoltà causate dal maltempo. Era già accaduto negli appuntamenti del passato, ma assistere a tre giorni consecutivi di slittamento degli impegni è emblematico della superficialità della organizzazione (nevicate, nebbie, vento). Una organizzazione che si è salvata solo grazie all’impegno dell’esercito e altri corpi militari, ovviamente pagati dalla collettività.
Ha destato stupore il trattamento riservato alle concorrenti femminili: marginalizzate, oscurate dal predominio degli uomini. Le atlete hanno dovuto attendere la premiazione dei colleghi maschi (sono rimaste oltre 4 ore al freddo, stanche, innervosite, impedite nel preparare gli eventi successivi). Una organizzazione che da subito si è presentata oltremodo “maschia” (dichiarazioni della incredibile campionessa Mikaela Shiffrin). Come del resto ha sollevato un vespaio di polemiche (sostenute dai più grandi campioni, Dominik Paris, Beat Fuz, Kjetil Jansrud, Bryace Bennet) la pista riservata alla discesa, la cosiddetta “Vertigine”. Una pista in parte scavata nella roccia della montagna, modellata grazie all’uso dell’esplosivo fin dal 2018 (puntuali le denunce di Mountain Wilderness). Oggi tale pista si rivela inadeguata alle esigenze dello sci moderno: troppo verticale, impossibile. Per addolcire il percorso e riportarla in dovuti canoni di sicurezza il tracciatore è stato costretto ad inserire delle chicane ad angolo retto. Inconcepibile. Ad infastidire gli sciatori è anche la lunga scalinata che porta alla partenza, 223 scalini. Una dimostrazione evidente su come Cortina non sia stata in grado di organizzare l’appuntamento (non a caso la sua candidatura aveva ricevuto tre bocciature consecutive e la vittoria 2021 è arrivata solo grazie al ritiro delle altre candidate).
Il tema della insostenibilità ambientale e paesaggistica è stato ben illustrato dall’ambientalismo locale e nazionale. Ma ad accorgersi degli scempi nonostante la diffusa e ricca copertura nevosa sono stati anche gli atleti più attenti e sensibili, come l’americano Trevor Gangon. Per arrivare alla partenza delle gare veloci maschili ci si deve portare fin sotto le rocce (il motivo della lunga e incredibile scalinata), perché nella parte alta una vera e propria pista proprio non c’è, causa il pericolo valanghe. Per questo motivo sotto le rocce della Tofana sono stati messi in cantiere 20 grandi mostri a forma di uova, alti oltre 2 metri, larghi un metro e mezzo, contenenti il gas da far esplodere in caso di nevicate, anche minime.
Una ambientazione dolomitica sconvolta. La situazione complessiva è molto peggio di quanto siamo riusciti a documentare (avvicinarsi è impossibile, il territorio è militarizzato). Mentre assistiamo alle gare va sottolineato come una vera e propria pista in quel luogo non esisterà mai. Il pericolo slavine è continuo, dalla parete e dal pendio anche laterale della pista. Queste bombe di gas, risolvono solo parzialmente, localmente e su brevissimo periodo il problema valanghe: una discreta nevicata allarga il rischio valanghivo a tutta la parte alta della pista. Per questo motivo l’area non risulterà mai sciabile in sicurezza totale, ci dice un esperto della montagna di Cortina che preferisce rimanere anonimo. Lì slavina sempre, da sempre. Ed infatti le piste e l’intera area sono chiuse con ben visibili cartelli di divieto di transito. Le esplosioni (vere e proprie bombe) diffondono su Cortina e l’intera valle del Boite un effetto sconvolgente, un rumore insostenibile.
Un mondiale che, come previsto, si presenta come un imbroglio.
Luigi Casanova