Next speculation eu – 3

Continua la ricerca di Fabio Valentini di progetti redatti al fine di avere accesso al Recovery Fund europeo. Continuano le speculazioni indecorose e le proposte indecenti che poco hanno a che fare con le linee prefissate dal PNRR stesso. Ecco un’altra “puntata” con attenzione particolare alla Regione Sicilia.

Le linee guida per la definizione del PNRR stabiliscono che esso sarà costruito raccogliendo le proposte formulate dalle Amministrazioni, dagli enti territoriali e da potenziali co-investitori e selezionandole secondo criteri oggettivi tali da consentire il conseguimento delle missioni fondamentali e da assicurare un equo trattamento a tutte le proposte presentate. In conseguenza di ciò, la Regione Sicilia ha pubblicato sul proprio portale la deliberazione n. 550 del 19/11/2020 contenente il “Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza” (http://www.regione.sicilia.it/deliberegiunta/file/giunta/allegati/N.550_19.11.2020.pdf).
Il documento allegato alla delibera consiste in 27 pagine, delle quali 10 illustrano il quadro generale di individuazione dei progetti, 14 sono dedicate -per la verità in modo non troppo approfondito- ai progetti ritenuti prioritari secondo il Governo regionale e le ultime tre di appendice. L’ammontare complessivo dei fondi richiesti è di 26 miliardi e 410 milioni di euro.
La parte principale, ça va sans dire, spetta alle infrastrutture per la mobilità con progetti per 16 miliardi di euro, il 60% del totale (due pagine). Si va dall’immancabile ponte sullo stretto di Messina alla dotazione per il territorio di “un aeroporto intercontinentale tra i più grandi e moderni”, dalla realizzazione del porto di Marsala alla rete di collegamenti che prevede almeno cinque progetti stradali, una pista ciclabile ed una funivia tra l’Etna e il fiume Alcantara, per finire con alcune tratte ferroviarie tra cui la velocizzazione dell’asse Palermo-Messina-Catania. Se da un lato gli amministratori evidenziano come queste proposte siano coerenti con la direttrice “2) un Paese con infrastrutture sicure ed efficienti”, dall’altro si dimentica che tra i criteri di valutazione negativa contenuti nel PNRR rientrano i “progetti “storici” che hanno noti problemi di attuazione di difficile soluzione nel medio termine, pur avendo già avuto disponibilità di fondi”.


Al secondo posto nella speciale classifica delle richieste di fondi si trova la rivoluzione verde e transizione ecologica, con 4,3 miliardi di euro (due pagine e mezza). Si parla di lotta alla desertificazione con protezione e ripristino delle zone umide, ricostituzione boschiva ed efficienza delle reti idriche e fognarie; di attuazione del piano regionale dei rifiuti (attualmente sospeso dal Consiglio di Giustizia Amministrativa, https://www.palermotoday.it/politica/piano-rifiuti-regione-siciliana-parere-sospeso-cga.html) e di monitoraggio di aria, acque e campi elettromagnetici; di competitività energetica con interconnessioni e reti di distribuzione elettrica, installazioni di impianti di energia rinnovabile e produzione di carburanti sintetici. A quanto pare la rivoluzione verde consiste principalmente nei rimboschimenti, sia su aree interessate dagli incendi che su terreni nudi e/o di nuova acquisizione; vaghi accenni alle aree protette (si parla solo della riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago, nell’area metropolitana di Palermo), al dissesto idrogeologico, all’erosione delle coste.
Terzo posto per la digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, con 2,93 miliardi di euro (tre pagine); seguono per distacco istruzione, formazione, ricerca e cultura (1,3 miliardi, una pagina e mezza), salute (980 milioni, una pagina), equità sociale, di genere e territoriale (900 milioni, una pagina).Si tratta di un documento generalista, che definisce in modo piuttosto vago i dettagli dei progetti; ma del resto, come vedremo nelle prossime puntate, rispetto a quanto è stato pubblicato (o non pubblicato) da altre Regioni, se non altro ci permette di avanzare commenti ed interpretazioni. Quello che maggiormente colpisce è che i progetti di infrastrutture per la mobilità, che come detto coprono il 60% della richiesta totale, vengano liquidati in due paginette; al tema del ponte sullo stretto vengono dedicate due semplici righe, è vero che se ne è parlato tanto ma spesso a sproposito e fa sembrare che venga data per scontata la sua realizzazione.

Sicilia. Copyright: Wikipedia


Interessante la lettura dell’appendice, che riporta il testo uscito dall’incontro tra il Comitato Tecnico di Valutazione (CTV) per il PNRR e le Regioni nell’ambito della cabina di regia del 2 novembre 2020; si chiede alle Regioni di “tener presente le priorità di concentrazione stabilite dalla Commissione europea su Green (37%) e Digitale (20%), ricordando però che il Green significa “Contributo al cambiamento climatico” e non genericamente “ambiente”, con interventi mirati al rafforzamento della capacità istituzionale (modernizzazione, nuove assunzioni, formazione) della Pubblica Amministrazione”. Quindi andiamo a vedere: a fronte dell’indicazione del CTV di un 20% dedicato al digitale, il Piano regionale siciliano richiede l’11% del totale; per quanto riguarda il “green”, anche sommando transizione ecologica e formazione arriviamo poco oltre il 20% contro il 37% previsto dalla Commissione europea.
In conclusione, non ci discostiamo di molto da quanto visto fino ad ora per le precedenti ricerche: la resilienza e la ripresa del Paese secondo le Regioni passano attraverso le strade e le grandi infrastrutture, insomma ricalcano le ricette che ci propinano fin dall’immediato dopoguerra e che ci hanno portato fin qui con i risultati attuali. Un bel cambiamento, non c’è che dire, per la next generation. Nessuno stupore dunque se “le principali progettualità dei potenziali co-investitori” del PNRR che hanno avanzato proposte alla Regione Sicilia portano le firme di Enel, Terna, Ferrovie dello Stato, Eni.

Fabio Valentini