Presidio al Corno alle Scale, ecco come è andata.

Domenica 26 settembre si è tenuta un’altra iniziativa del Comitato “Un altro Appennino è possibile”, con un presidio al Corno alle Scale sull’Appennino bolognese contro la costruzione della nuova seggiovia Polle-Lago Scaffaiolo.
Il racconto di Fabio Valentini.

Domenica 26 settembre si è tenuta un’altra iniziativa del Comitato “Un altro Appennino è possibile”, con un presidio al Corno alle Scale sull’Appennino bolognese contro la costruzione della nuova seggiovia Polle-Lago Scaffaiolo.
Tutte le previsioni meteo erano concordi: dopo un inizio di mattinata con tempo discreto, il preannunciato arrivo di piogge e temporali sicuramente ha scoraggiato diversi possibili partecipanti. Come se non bastasse, la rimozione programmata di un ordigno bellico nella zona di Sasso Marconi ha reso difficoltosa la viabilità costringendo le auto a lunghe deviazioni per raggiungere la partenza del corteo.
Ma come dicono gli inglesi, “only the brave”! Ci siamo ritrovati in circa 250 persone con bandiere e striscioni, addirittura costretti a dividerci in due gruppi lungo itinerari diversi per evitare eccessivi assembramenti sui sentieri e rispettare le regole. Forti dell’entusiasmo tipico di chi crede in ciò che sostiene, e motivati anche dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, è iniziata la lenta salita verso il lago Scaffaiolo seguita dalle telecamere della RAI regionale ed accompagnata dai suoni delle cornamuse di un gruppo musicale locale, fermandosi di quando in quando per procedere alla pubblica lettura di brani letterari dedicati alla montagna o per ricordare ancora una volta i motivi del contenzioso in atto.


Il Comitato si sta battendo non contro gli impianti, ma contro lo spreco di denaro pubblico. L’attuale seggiovia “Direttissima”, inaugurata nel dicembre 1999, ha una previsione di fine vita al 2039 – dopo quarant’anni dalla prima apertura – ed è stata revisionata l’ultima volta nel 2019, dunque si tratterebbe di demolire e ricostruire un impianto perfettamente funzionante; con i cambiamenti climatici in atto, di qui al 2039 converrebbe sfruttare l’impianto attuale fino all’ultimo per poi verificare le condizioni di un eventuale ammodernamento, si tratta di svariati milioni di euro che potrebbero essere utilizzati, anziché per un “vuoto a perdere”, in servizi per il territorio mirati al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti e in progetti turistici di più ampio respiro armonizzati con le proiezioni future che vedono stagioni invernali sempre più brevi. Gli impianti sciistici nella nostra regione da oltre 20 anni sono economicamente in gravissima perdita, i bilanci vengono sanati da appositi interventi della Regione Emilia-Romagna al termine di ogni stagione.


La battaglia legale tuttora in corso chiede che il progetto venga sottoposto a VIA, poiché secondo il comitato – contrariamente a quanto affermano i proponenti – si tratta a tutti gli effetti di un nuovo impianto e non di un ammodernamento di quello già esistente: si prevede una nuova stazione di partenza, una nuova stazione intermedia ed una stazione di arrivo posta ad una quota più elevata di quella precedente, per arrivare fino al crinale e congiungersi con un ipotetico impianto proveniente dal versante opposto nella visione di un megacomprensorio che congiunga anche gli impianti del Cimone e dell’Abetone tra Emilia e Toscana e che, a detta degli “esperti”, si prefigurerebbe in grado di competere con i maggiori poli di attrazione turistica a livello internazionale nel campo dello sci alpino.
Mentre ascoltiamo questi discorsi il meteo come previsto inizia a peggiorare, cala la nebbia sui partecipanti e quando arriviamo nei pressi del rifugio CAI al lago Scaffaiolo inizia una fitta pioggia mista a grandine che costringe molti dei convenuti a ripararsi all’interno della struttura, mentre altri affrettano la discesa di rientro; la montagna è anche questo, si devono accettare serenamente anche queste situazioni che seppur disagevoli non sminuiscono affatto il significato di una partecipazione che è importante per un ambiente montano patrimonio di tutti, da tutelare e da rispettare con un impegno che continua nel tempo, in modo pacato e civile ma al tempo stesso risoluto.
Nuove iniziative sono già in progetto, seguiteci!

Fabio Valentini