Razza padrona. Gli impiantisti all’assalto dei boschi. Per invaderli con le mountain bike.

La logica e il modo di procedere sono gli stessi delle piste da sci: si entra nei boschi con le ruspe e si spiana. Di Luigi Casanova

Parte dalla valle di Fassa l’offensiva più strutturata per incidere i boschi con una diffusa serie di percorsi per biciclette. Supervisori e sostenitori dell’iniziativa sono le società impiantistiche. Grazie alle e bike, ma specialmente alla incredibile rete di impianti di risalita, oggi anche chi non vuole usare le proprie gambe, riesce a portarsi in quota per poi lanciarsi con le biciclette sia su piste preparate ad hoc, sia su sentieri fragili.
L’areale di passo Sella, ai piedi del gruppo del Sassolungo (non incluso in Dolomiti UNESCO per scelta politica di Bolzano), ormai da anni è invaso dalle biciclette. Come del resto all’Alpe di Siusi. Nei sentieri ad uso promiscuo (biciclette e pedoni) inoltre, sempre più spesso si registrano incidenti tra pedoni e incauti o incapaci biker.


Ora in Fassa si sta creando il Bike Disctrict, un Bike Park con diversi percorsi. Nel 2021 in valle si terrà il “Met Enduro World Series” e l’obiettivo è quello di lanciare la valle come paradiso delle biciclette. Ecco quindi che decine di sentieri che accompagnano il Sellaronda verranno rivisti, potenziati in funzione della percorrenza delle biciclette. La logica e il modo di procedere sono gli stessi delle piste da sci: si entra con le ruspe, si spiana, si costruiscono curve paraboliche e salti. Per Fassa si parte con il Rodeline accanto al Lupo Bianco (4 chilometri, dislivello di 500 metri), più un lungo tratto per enduro. Seguirà l’assalto (già in atto) a Col Rodella, con ICARUS e il nuovo Rabbe – trail verso l’area del Belvedere, più facile. Il tutto per servire il Sellaronda tour, cioè la fitta rete di impianti e piste da sci che ha ha sconvolto paesaggi e natura delle Dolomiti. Sono infatti al momento ben 6 li impianti coinvolti. La prospettiva è di diffondere il circo un po’ ovunque, quanto sta accadendo in Fassa e Alto Adige in poco tempo si diffonderà su tutta la montagna italiana. Si attraversano così boschi pregiati strutturati con pini cirmoli e larici, si stracciano radici e muschi, si incidono prati e pascoli di alta quota favorendo l’erosione dei suoli e l’innesco di situazioni di rischio. L’ipocrisia dei promotori arriva al culmine offrendo ai sentieri nomi accattivanti come “Animal House”, che ricordano più un luna park di provincia che un’immersione nella natura delle Dolomiti.

Bike district Val di Fassa. Foto: mtbcult.it

Si rimane basiti per le autorizzazioni ottenute, sempre con estrema faciloneria, anche da parte di servizi che dovrebbero invece tutelare la naturalità dei boschi, la tranquillità della fauna selvatica, zone protette. Quanto sta avvenendo in Fassa, ma anche nelle vicine valli dolomitiche, deve allarmare. Sembra proprio che l’intera montagna, dai fondovalle fino alle vette, sia divenuta spazio a disposizione dell’industria degli impianti di risalta: in estate ora, come in inverno fino a ieri.
E sempre in Dolomiti si sta preparando un nuovo lancio adrenalinico: la via ferrata in bike. Vedi:
https://www.mtbcult.it/foto-video/video/video-kilian-bron-via-ferrata-in-mtb/