Ritorno alla natura. Un messaggio da Mountain Wilderness France
Nella sua newsletter mensile il gruppo francese di Mountain Wilderness si rivolge a soci, amici e simpatizzanti con le parole di Anne-Claude Jude che da tempo cura la campagna “Silenzio”. Ne pubblichiamo una parte.
Cari soci, amici, simpatizzanti, viviamo tutti nello stesso ambiente perché un “contratto naturale” è stabilito tra tutte le comunità e la natura. L’uomo fa parte del suo ambiente: se lo attacca, alla fine attaccherà se stesso. Da alcune settimane, nel mondo, i motori si sono fermati e la natura ha preso il sopravvento. I collegamenti vengono ridefiniti; le strade sono silenziose. Aggredita, la Terra si calma e anche noi lo facciamo. Ora è il momento di prendere coscienza di quanto la nostra presenza è stata nociva e immaginare come uscire da questa situazione.
l rumore come sapete ci accompagna in maniera aggressiva e distruttiva. Molti di noi vivono in luoghi troppo rumorosi, eccessivamente illuminati, fonti di stress. I luoghi dove trovare calma e silenzio sono sempre più rari. Questo rumore costante che ci accompagna ha conseguenze dannose per la nostra salute e per l’ambiente. Oppressi da questa situazione, proviamo comunque a fuggirne. E molto spesso lo facciamo in modo rumoroso: una cosa da definire paradossale! La montagna, luogo in cui regna la calma, simbolo di questo silenzio, diventa allora una risorsa da sfruttare, nient’altro che un posto standardizzato da “rivendere” alle persone alla ricerca di un po’ di calma. Ma come sempre è la cultura della fretta a prevalere. Quando improvvisamente tutto si ferma noi ci sentiamo persi. Ma poi è anche vero che alla calma e ai suoi benefici ci si abitua.
Un ritorno alla calma è necessario. Questa calma di cui siamo costantemente alla ricerca è necessaria per trovare nuovi equilibri e per ristabilire il nostro rapporto con la natura. La montagna, uno dei rari santuari del silenzio e della natura selvaggia, può aiutarci a rallentare, a ritrovare la pace, a imparare di nuovo ad ascoltare e sussurrare. E’ necessario proteggere questi luoghi per ricaricare le nostre batterie. Spegnete dunque i motori, rallentate e ascoltate. Le attività di svago rumorose vanno tenute lontane da questi ultimi spazi di silenzio e natura selvaggia. Ognuno è libero di trarre il dovuto profitto da questi luoghi, ma non a spese di altri. A maggior ragione in un momento di cambiamento climatico, è un’aberrazione.continuare a promuovere la motorizzazione (quella elettrica compresa).
Occorre trovare un accordo. Lungi da noi l’idea di essere contro il turismo e la libertà per tutti di godere di questi spazi, ma è necessario tener conto dell’identità e delle specificità dei luoghi per valorizzarli e non sfruttarli e distruggerli come una qualsiasi materia prima. Bisogna preservare aree di silenzio dove si deve entrare in punta di piedi…. Occorre chiedersi se l’organizzazione della nostra società possa davvero cambiare mentre altre crisi si profilano. E se non è arrivato il momento di dedicare maggiore attenzione alle aree dove ancora regna il silenzio.
Anne-Claude Jude