Ronde a caccia di lupi

La lotta al lupo sembra diventata programma di governo in tutte le Alpi. La riunione dei governatori del mese scorso condivide una gestione localista della presenza del lupo. Per loro gestione significa cattura e abbattimento!

Luigi Casanova approfondisce la questione con una riflessione legata alla realtà trentina ma valida ovunque.

Luigi Casanova

Al nuovo governo provinciale non è sufficiente la cacciata dei profughi. Ora si cimenta anche in quella ai lupi. Due argomenti che usati in logica elettorale sono simili: solleticano emozioni profonde, fanno leva sulla paura, alimentano ignoranza, offendono scienza e realtà, consolidano consensi.
Sul tema non rimangono protagonisti solo il Presidente della Provincia Maurizio Fugatti e l’assessora Giulia Zanotelli. Anche l’ex presidente della Provincia Ugo Rossi, vuole dire la sua rivendicando meriti comunque discutibili. Uno scenario politico che cade nel grottesco, un duello da film western, all’ultimo sangue che ha visto per teatro il Consiglio provinciale. Fugatti rivolto a Rossi lo invita a -“stare sereno”-. La risposta dell’ex è autorevole -“Lei a me questo non lo dice”-. L’ultima pallottola rasserena. –“E allora stia tranquillo”- conclude Fugatti.
ìIl tema dei lupi è tema strategico del confronto politico della nuova legislatura. Anche verso chi mantiene il rigoroso silenzio, cioè assenza, PD e Futura 2018. Tutto detto.
L’assessora Zanotelli ha voluto impedire il confronto sull’annuale rapporto sui grandi predatori. Un appuntamento che si teneva da dodici anni. Un momento di condivisione che vedeva presenti, sempre, circa 200 persone, addetti ai lavori, ambientalisti, cacciatori, allevatori. Un passaggio tecnico quindi che illustrava l’andamento delle popolazioni dei grandi predatori carnivori in Trentino (Orso, Lupo, Lince, Sciacallo dorato), i danni rilevati, i relativi costi, le azioni in corso, le prospettive delle diverse popolazioni. Informazioni prive di valutazioni sociali e politiche. L’assessora ha ritenuto il confronto superfluo, il tutto si ridurrà alla pubblicazione del Rapporto su Internet. Inutili i commenti.

Il secondo passaggio nasce da una aggressione del lupo a un piccolo ovile nelle vicinanze dell’abitato di Ala. A Fugatti non poteva sfuggire occasione tanto ghiotta. Dapprima se ne esce con la necessità di catturare eventuali animali aggressivi, portarli in un recinto, o meglio dare loro il foglio di via, “riportandoli”, a suo dire, da dove sono venuti. Poi solleva il problema della sicurezza pubblica. L’irrisione rischia di non permetterci di valutare l’obiettivo del Presidente, da sempre convinto assertore del fatto che i lupi nelle Alpi sono stati importati. Si deve spostare il tema dalla questione ambientale e naturalistica a quello della sicurezza, dell’incolumità delle persone, del rischio che un bambino venga aggredito. In questo modo il governatore prova a evitare la competenza diretta del ministero dell’Ambiente (Sergio Costa, 5 Stelle, è ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge Dallapiccola che permetteva alla provincia decisioni autonome sul tema grandi predatori) e di offrirlo nelle rapaci mani del ministro dell’interno, Matteo Salvini.

Matteo Salvini

In soli tre giorni, con una fretta discutibile, il Commissario del Governo Sandro Lombardi convoca il Comitato per l’ordine pubblico al quale intervengono la parte politica, i dirigenti del Servizio Foreste, i sindaci delle tre aree definite a rischio sicurezza, Canazei, Ala, Rumo. Questo nonostante la stampa locale abbia irriso tale allarme, nonostante il maggiore esperto europeo di lupi, prof. Luigi Boitani abbia definito il comportamento dei lupi a Ala normale, succede in tutta Europa, ha affermato, a Roma vi è una tana nei pressi delle abitazioni: i lupi temono gli uomini non le infrastrutture umane. Gli stessi protocolli austriaci e svizzeri, paesi dove in particolari situazioni è possibile abbattere i lupi, in una scala di rischio da 1 a 4 inseriscono il fatto in fascia uno.
Si passa così alla decisione forte del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Nei tre territori a “rischio” saranno attivate delle ronde con la mobilitazione di carabinieri, forestali, vigili del fuoco, polizia locale. Le ronde dovranno attivarsi, si legge nel comunicato della Provincia, di primo mattino in quanto sembra che il lupo sia particolarmente attivo in quelle ore (altra stupidaggine scientifica, manca solo l’ululato alla luna piena). Inoltre si strutturerà un tavolo di confronto (dal quale rimarrà assente la componente ambientalista). In tutto questo non si trova nessun accenno alla scarsità di risorse umane, forestali, carabinieri, vigili urbani, probabilmente coinvolti in problemi ben più severi e reali della provincia.
In questa cornice si legge la superficialità, la disinvoltura, l’arroganza con la quale questa giunta provinciale muove i suoi primi passi in tema di ambiente e natura. Fugatti sa di non essere solo: suoi alleati, altrettanto convinti della linea di azione illustrata, sono i governatori di Veneto, Friuli e Lombardia, tutti leghisti, ma anche gli autonomisti dell’Alto Adige e della Valle d’Aosta. C’è motivo per essere sempre più preoccupati: si sta consolidando un percorso, già avviato da Rossi e Dallapiccola: quello della deresponsabilizzazione verso i valori più importanti del territorio provinciale.