Speciale MW Notizie: anno per anno i momenti salienti nella vita di Mountain Wilderness

I momenti salienti di trent’anni di attività scorrono come in un’ideale moviola nelle 36 pagine di Mountain Wilderness Notizie attualmente in distribuzione. “E’ stupefacente”, scrive il direttore Luigi Casanova nell’editoriale, “quanto un’associazione tanto piccola, che ha offerto impegno alla società e alle istituzioni attingendo unicamente dal volontariato più puro, abbia seminato”.
Distribuita in versione cartacea a soci e simpatizzanti con cadenza quadrimestrale, la pubblicazione nella sua nuova veste denota quanto MW curi attualmente la sua presenza sui media trovando riscontro sul web nel sito costantemente aggiornato dall’addetto alla comunicazione Nicola Pech. Della redazione fanno parte lo stesso Pech, Toni Farina, Adriana Giuliobello, Carlo Alberto Pinelli, Roberto Serafin (caporedattore), Fabio Valentini, Denis Perilli (impaginazione) mentre la grafica è di Rossella Benetollo.

A documentare una delle prime azioni dimostrative contro la colonizzazione e lo sfruttamento della montagna è, in questo fascicolo speciale, Alessandro Gogna arrampicatosi nel 1988 con Reinhold Messner e altri alpinisti su un pilone volante della funivia dei ghiacciai al Monte Bianco per appendervi un enorme striscione giallo con la scritta in francese Mountain Wilderness, NON a la télécabine de la Vallée Blanche.

Mountain Wilderness, Punta Helbronner, 16 agosto 1988

Gogna racconta anche della bonifica compiuta lo stesso anno in Marmolada con soci e simpatizzanti di Mountain Wilderness. Peccato che ancora oggi, come osserva il presidente di MW Franco Tessadri, occorra battersi per il rilancio qualitativo della “regina delle Dolomiti”, degradata, o meglio mortificata dall’inerzia degli operatori locali.

vetta Marmolada di Penia, rifiuti

Carlo Alberto Pinelli riapre il suo diario della spedizione “ecologica” Free K2 – K2 libero organizzata nel 1990 per restituire alla seconda più alta vetta del pianeta la sua originaria integrità e il suo significato alpinistico, impresa che ebbe echi in tutto il mondo. “Perché lo sguardo di Mountain Wilderness”, osserva in un suo intervento Mirta Da Pra, “è rivolto alle Alpi e a tutte le altre montagne, vicine e lontane, alle popolazioni che le abitano e che spesso subiscono rapine ambientali e umane dietro la spinta della modernità e del turismo senza limiti”.
“Questi trenta anni trascorsi dal primo convegno di Biella”, nota a sua volta Nicola Pech, “sono la dimostrazione che le battaglie contro l’eliski, i quad, le moto, la motorizzazione in montagna, sono battaglie giuste, giuste non solo per gli alpinisti, ma anche per le popolazioni di montagna”. Su questo tema le iniziative di Mountain Wilderness sono state continue: Tre Cime di Lavaredo (dal 1991 in poi), Montagne senz’auto in Trentino (Adamello, Brenta, Stelvio), Col de Nivolet (Parco del Gran Paradiso), Area dello Spluga (Madesimo, con la presentazione di un testo di modifica del Codice della strada che inserisca fra i veicoli a motore le motoslitte).
Sulle tante manifestazioni per combattere la diffusione dell’eliski, dall’Adamello alla Valgrisenche, dalla Marmolada alla Val di Susa, dal Monte Rosa alle Dolomiti si sofferma Fabio Valentini che contribuì all’organizzazione nel 1996 a Moena del convegno nazionale “Vette senza rotori” introducendo la proposta di un disegno di legge per la disciplina dei voli in montagna. L’argomento si mantiene purtroppo sempre “caldo”. Contro il proliferare di elicotteri e motoslitte vent’anni dopo è stata data vita nelle Valli di Lanzo all’iniziativa BalmExperience”, come racconta Toni Farina che ne è stato uno dei principali fautori.
Mountain Wilderness tornò a battersi nel 1990 per l’integrità del Monte Bianco
scrivendo con i corpi le parole “Pour le Parc” sulla neve. Dieci anni dopo per rifrescare la memoria, come racconta Enrico Camanni, venne organizzato un viaggio-staffetta da Torino alla vetta.

No eliski, 1999 – foto Archivio MW Italia

Un piccolo passo indietro. Il 16 aprile 1989 quattromila cittadini parteciparono alla giornata di mobilitazione organizzata da MW perché la Laga, nell’Appennino centrale, diventasse Parco nazionale parco nazionale. L’obiettivo venne raggiunto come ricorda Mario Marano Viola che fu tra i protagonisti di questa riuscita azione di protesta.
L’azione di Mountain Wilderness nell’ultimo decennio del secolo scorso non conobbe soste. Di grandi carnivori alpini, come racconta Stefano Mayr, MW si occupò grazie all’impegno professionale di alcuni soci e all’interesse mediatico suscitato dalle dinamiche faunistiche in corso (ritorno della lince, ricomparsa dell’orso in Friuli Venezia Giulia, la presenza dello sciacallo dorato).
Contro il proliferare delle ferrate venne organizzata nel 1993, come ricorda Fabio Valentini, un’azione dimostrativa nella valle del Sarca con un titolo significativo: “Introduzione all’alpinismo o mistificazione?”. Strenua fu e lo è tuttora la difesa del Cansiglio che la Regione Friuli intende trasformare in un unico e vasto comprensorio sciistico. Ne riferisce Toio de Savorgnani, instancabile difensore della magica foresta.

Michele Boato con Toio De Savorgnani in Cansiglio

Nel nuovo millennio grande rilievo mediatico assunse l’iniziativa “Facciamo la pace con le montagne” attuata dal Monviso al Terminillo il 1° luglio 2012 come riferisce Adriana Giuliobello che fa il punto anche sui “quattrocentomila passi per i parchi nazionali”, un duplice trekking organizzato nell’Appennino centrale per una diversa e rivoluzionaria collocazione dei Parchi naturali nell’orizzonte italiano: argomento questo su cui si sofferma Carlo Alberto Graziani specificando come l’attuale disegno di legge sia disorganico, a volte sfiorando l’illegittimità costituzionale.
Per recuperare e rilanciare il ruolo cruciale delle aree protette italiane, nel 2014 Mountain Wilderness tenne peraltro a battesimo la Carta di Fontecchio, punto fermo ispiratore di ogni futura azione. A sefuire, nel nome di Alexander Langer che ne fu l’ideatore, nel 2015 Mountain Wilderness riprese il tema di un parco europeo delle Alpi Centrali denominato Peace, che sviluppò in un trekking assai partecipato. Ne parla Luigi Casanova.
Altri temi sviluppati nel numero speciale di MW Notizie riguardano la situazione dei corsi d’acqua distrutti grazie agli incentivi per le centraline distribuiti dai governi che si sono succeduti dal 2008 (Lucia Ruffato); le inopportune infrastrutture e le croci sulle vette sulle quali MW si espresse con un documento nel 2013; la Vetta d’Italia, montagna simbolo, ribattezzata Vetta d’Europa in occasione di una scalata di cui riferisce Giancarlo Gazzola; l’elettrodotto “Interconnector Svizzera-Italia 380 kV” che deturpa le Alpi (Stefano Sala e Filippo Pirazzi). Infine, un ricordo viene dedicato a Stefania e Felice Benuzzi e a Bruno Corna, a lungo benemeriti dell’associazione, fervidi difensori degli ambienti naturali della montagna.