Sull’ambiente occorre cambiare rotta

Proponiamo di seguito l’editoriale di Luigi Casanova pubblicato oggi su L’Adige.
Le cronache giudiziarie di ieri e la puntata di Report di domenica hanno sollevato l’ennesimo polverone su una delle Olimpiadi, quella di Milano Cortina 2026, che si appresta a essere una delle più vergognose della storia: un dossier di candidatura totalmente inattendibile, miliardi di euro spesi in infrastrutture che non avranno un futuro e uno spregio totale del fragile ambiente alpino.
L’editoriale di Luigi Casanova cerca di mettere ordine, di attribuire le responsabilità delle scelte e di tracciare una rotta.


Egregio direttore, riguardo il tema da lei sollecitato del sommarsi di eventi climatici devastanti, in Italia come nel pianeta intero, la sua analisi è pienamente condivisibile. Ognuno di noi deve mettersi in gioco, partendo da sé stesso per arrivare a coinvolgere la comunità nella quale vive. Invece scarichiamo le responsabilità lontano dal nostro vivere, in genere sulla politica.

Con una metafora, non penso azzardata, possiamo dire che noi siamo i musicisti inseriti in una grande, complessa orchestra. Ogni orchestra ha bisogno di un direttore, autorevole, non autoritario. Anche per questo motivo, specialmente noi ambientalisti, investiamo di critiche una politica disattenta, a volte volgare contro l’ambiente. Ce la prendiamo con la politica: manca, sempre, in chiunque abbia governato fino a oggi, un direttore – direttrice d’orchestra autorevole e coerente. Sentite anche le ultime dichiarazioni di Luca Zaia sembra che questi eventi colpiscano quasi casualmente: Zaia, come tutti i politici, non dispone di una visione globale, investe su tempi brevi. Si gestisce l’emergenza, l’intervento della Protezione civile, gli stanziamenti, a volte la ricostruzione. Senza dirci e prendere atto che la crisi climatica, da tempo, è strutturale. E in questa situazione dobbiamo preparare un terreno di discreta sicurezza, di vita, di habitat, di economia basata su scelte di tempi lunghi. Da dove partire dunque. Ovviamente dalla prevenzione. Prevenire i disastri ambientali significa fare scelte impegnative: da subito basta consumo di suolo, recuperare errori del passato (gestioni idrauliche, gestione forestale), recuperare il patrimonio edilizio esistente, investire in aree protette vere che alimentino i percorsi della ricerca e della conservazione della biodiversità.


Ed invece cosa leggiamo? Proprio l’altro giorno un arrivo del giro d’Italia sul Mottolino ha imposto l’asfaltatura di oltre due chilometri di pista di sci a oltre 2000 metri. Era già accaduto lo scorso anno in Friuli con lo straccio di un bosco per fare posto a una strada forestale, anche questa asfaltata, oggi chiusa al transito, abbandonata e ricca di franamenti che nessuno più gestisce.
Parlo di piccole cose? Certo, arriviamo a quelle più impegnative. Come? Dicendo da subito no decisi alle deroghe, all’ampliamento delle aree sciabili. E invece, nel silenzio della Fondazione Dolomiti Unesco, si impongono alle Dolomiti ulteriori collegamenti. Come del resto avverrà, sempre grazie ai fondi olimpici, con il collegamento Bormio – Livigno che straccerà il parco nazionale dello Stelvio. O si impongono (vedi Anas) in Lombardia come in Veneto, come in Alto Adige, circonvallazioni che attraversano frane in movimento o aree ad alto rischio idraulico. In poche parole dobbiamo usare il cemento solo per riconvertire l’esistente e avere il coraggio di dire dei no strategici, strutturali.


Non significa fermare l’economia, significa cambiare rotta.
Noi orchestranti (grazie al voto libero, dove possibile) dobbiamo certo farci carico del tema dei cambiamenti climatici. Ma ritorno al direttore d’orchestra, al politico che decide, al politico che indirizza, al politico che diffonde informazione e formazione, al politico che diventa esempio virtuoso, al politico che studia e si confronta con le diversità invece di fuggirle o di usare contro queste le forze dell’ordine. È compito della politica cambiare strada, cambiare sinfonie e programmi.
Quando avremo ben chiaro il lungo periodo drammatico che abbiamo intrapreso anche noi cittadini, fin da subito faremo la nostra parte. Come da lei lucidamente anticipato.

Luigi Casanova