Tesi di Biella: la proposta svizzera e tedesca

L’appendice proposta dalle sezioni nazionali Svizzera e Tedesca, ad avviso della redazione ha certamente alle spalle un lavoro attento e strutturato e si presenta come un documento degno di grande attenzione e riflessione, tra l’altro scritto molto bene da persone competenti. Emerge tuttavia un’evidente discrepanza tra la magnitudine degli sconvolgimenti mondiali causati dall’effetto serra (sui quali il testo insiste forse eccessivamente) e la possibilità degli alpinisti di invertirne effettivamente il corso attraverso comportamenti responsabili. Serpeggia spesso una certa ingenuità che, qualora venisse assunta a paradigma, potrebbe inficiare la credibilità dell’intera costruzione. Il consiglio di non utilizzare mezzi aerei per raggiungere gruppi montuosi lontani è un esempio eclatante di questo atteggiamento naif e, ove divenisse una nostra indicazione perentoria, avrebbe effetti controproducenti.

Introduzione

Quasi trenta anni fa a Biella fu lanciata la proposta di dar vita a una associazione chiamata Mountain Wilderness, allo scopo di stimolare gli alpinisti a proteggere il patrimonio montano ovunque nel mondo. Le Tesi di Biella, elaborate durante quel convegno, riflettono le motivazioni, la visione e l’impegno dei membri fondatori di Mountain Wilderness e continuano a essere rilevanti. Tuttavia il mondo, in questi trent’anni, è molto cambiato. Fenomeni quali il riscaldamento globale del Pianeta, i mutamenti climatici susseguenti, la spaventosa contrazione della biodiversità, l’accresciuta mobilità della gente e dei beni, hanno influenzato la pratica dell’alpinismo odierno. Per tener conto di tali cambiamenti, noi, delegati di Mountain Wilderness International, abbiamo preparato la seguente Appendice alle Tesi di Biella.
1) Capitalismo e globalizzazione
La globalizzazione, insieme a un capitalismo sfrenato, ha provocato enormi cambiamenti ovunque nel mondo e ha portato a un incontrollato movimento e scambio di beni materiali. Come conseguenza l’equilibrio ecologico è stato messo in crisi e le differenze economiche e sociali si sono ovunque accresciute. La piccola percentuale di abitanti del pianeta che gode di un livello di relativa prosperità materiale e può permettersi uno stile di vita non equilibrato, una propensione al consumo, uno spreco di energia, è la principale responsabile di tale stato di cose. Anche gli amanti della montagna che credono di ispirarsi a comportamenti ecologicamente corretti hanno qualche non marginale responsabilità, perché non esitano a compiere lunghi viaggi per soddisfare la loro passione e utilizzano equipaggiamento e materiali spesso prodotti in modo non sostenibile. Una gran quantità di materiali alpinistici è ancora prodotta in condizioni che danneggiano sia il sistema ecologico, sia la salute e la dignità di troppi esseri umani. Non possiamo fingere di dimenticare che l’effetto globale delle pratiche di montagna – soprattutto a livello internazionale – non è sostenibile ed ha conseguenze ecologiche drammatiche.
Conclusione: Mountain Wilderness è consapevole degli effetti globali e collaterali degli sport di montagna e tiene presente tale consapevolezza nella elaborazione di tutti i successivi paragrafi.

2) Cambiamenti climatici
L’economia planetaria, basata su un enorme consumo di energia e sulle logiche del consumismo contribuisce in modo significativo ai cambiamenti climatici, gli effetti dei quali sono oggi particolarmente evidenti nelle alte montagne del mondo. Bastano pochi esempi: il progressivo scioglimento dei ghiacciai e la scomparsa del permafrost hanno conseguenze gravi, sia perché aumentano il pericolo di improvvise inondazioni dovute al cedimento delle dighe naturali, sia perché modificano il rifornimento di acqua dolce, sia perché accrescono i rischi di frane e altri disastri geologici. Tutto ciò non solo provoca impatti negativi sulle produzioni agricole, sulla biodiversità, sulla qualità della vita di molte popolazioni a monte e a valle, ma ha anche un impatto sugli sport di montagna. Pensiamo alle valanghe, alla caduta di pietre, alle frane, all’aumento dei crepacci. Una meteorologia alterata e imprevedibile può rendere necessaria una più complicata pianificazione di una scalata.
Conclusione: i soci di Mountain Wilderness sono consapevoli che l’utilizzazione del trasporto aereo e l’uso delle automobili contribuiscono all’aumento delle emissioni di CO2. A ogni singolo frequentatore delle montagne si richiede di mantenere il più leggera possibile la propria orma ecologica in modo da minimizzare il proprio contributo ai cambiamenti climatici. E’ necessario assumere responsabilità ecologiche in ogni atto della propria vita e nella realizzazione delle proprie passioni.

3) Biodiversità
I fenomeni derivati dai cambiamenti climatici, l’inquinamento ambientale e l’eccessivo sfruttamento dei suoli causano la progressiva riduzione degli spazi adatti alla vita delle specie animali e vegetali. Tale perdita riguarda però anche la sopravvivenza delle popolazioni indigene, dei loro linguaggi, delle loro culture. Quando ciò accade né le specie viventi, né i servizi ecosistemici che esse garantiscono possono essere rimpiazzati. La riduzione della biodiversità rappresenta un rischio per la stessa sopravvivenza del genere umano.
Conclusione: come alpinisti rispettiamo la natura in tutte le sue forme. Siamo disposti a diminuire la nostra mobilità, a ridurre il nostro consumo di beni materiali, a rispettare i regolamenti delle aree naturali protette e sensibili. Chiediamo misure a livello mondiale per una effettiva protezione della biodiversità.

4) Popolazioni locali
L’aumento del turismo d’avventura (trekking e alpinismo) tra le maggiori catene montane del mondo e negli spazi naturali selvaggi produce effetti negativi non solo sull’ambiente naturale ma anche sugli abitanti locali e sui loro modi di vita. Da un lato il turismo permette alla gente del posto di trarre profitto da nuove fonti di guadagno e di venire positivamente in contatto con culture, conoscenze, stimoli diversi. Dall’altro lato però il flusso del turismo può condurre a danni irreparabili per l’ambiente, allo sfruttamento degli abitanti, allo sradicamento di tradizioni e culture.
Conclusione: per viaggiatori e amanti delle montagne ciò implica l’obbligo morale di rispettare i costumi locali e la dignità degli abitanti del posto e di ridurre al minimo lo sfruttamento delle risorse locali, utilizzando agenzie di viaggio che applicano le regole e i principi del turismo dolce.

5) Impatto umano sull’ambiente naturale
Gli impatti degli esseri umani sull’ambiente naturale è oggi così profondo che è stato addirittura coniato , per descriverlo, il temine Antropocene. Lo sviluppo inarrestabile di tecnologie sempre più all’avanguardia e delle opzioni collegate alla mobilità hanno reso possibile un rapido aumento della sfera dell’influenza umana. Regioni del Pianeta in passato quasi irraggiungibili stanno diventando accessibili a un numero crescente di visitatori. Ciò può provocare rischi oggettivi, conflitti culturali e danni all’integrità ambientale. Le sempre nuove strutture artificiali messe in opera per soddisfare le aspettative dei turisti, come funivie, ponti sospesi, scale, vie ferrate, hanno anche l’effetto di moltiplicare esponenzialmente la pressione dei visitatori, con conseguente aumento di regolamenti, divieti, proibizioni. Mountain Wilderness sostiene la necessità di mantenere spazi naturali liberi da infrastrutture, per preservarne la wilderness e proteggerli dalla de-significazione implicita nello stesso eccessivo numero di presenze umane.
Conclusione: le montagne devono essere rispettate come luoghi integri che ci sfidano e ispirano, sia fisicamente, sia psicologicamente e spiritualmente. Noi dovremmo visitare le montagne basandoci solo sulle nostre capacità e la nostra preparazione. Mountain Wilderness reputa che nessuno abbia il diritto di scalare qualsiasi vetta con qualsivoglia mezzo.

6) Nuove tecnologie
Alcune nuove tecnologie, come l’orientamento e la navigazione guidata da cellulari, computer, satelliti, insieme con previsioni meteorologiche sempre più precise e con accurate mappature fotografiche aeree, rendono più facile e più sicura l’esplorazione delle montagne. Tuttavia questo sviluppo tecnologico aumenta il rischio della degradazione dell’esperienza dell’alpinismo in un atto di puro consumo ludico-sportivo, con una emarginazione delle vere sfide che la natura incontaminata sollecita. Mountain Wilderness incoraggia gli alpinisti a riscoprire il valore formativo di quelle sfide e reputa l’esperienza dell’incontro con un ambiente montano incontaminato essenziale per il nostro equilibrio interiore. Una pratica dell’alpinismo responsabile, rispettosa e riflessiva può assumere un significato paradigmatico per un comportamento, nell’esistenza quotidiana, egualmente responsabile e rispettoso, con ovvio vantaggio per l’ambiente.
Conclusione: la frequentazione della montagna deve restare un’esperienza radicata nella libertà responsabile e nel rispetto. Rispetto che non riguarda solo l’ambiente esterno, ma anche quello interno a ciascuno di noi, definito dalla conoscenza e dall’accettazione dei propri limiti fisici e psichici.

7) Nuovi sport
Negli ultimi decenni l’introduzione sui mercati di nuovi materiali, strumenti, e sistemi di protezione ha provocato la comparsa di molti nuovi tipi di sport d’avventura. Mountain Wilderness pur dichiarandosi favorevole alle attività sportive “outdoor” basate sulle capacità e gli sforzi individuali, osserva con preoccupazione l’avanzare di sport consumistici, per i quali la montagna ha solo il significato di un fondale pittoresco.
Conclusione: Mountain Wilderness chiede a tutti gli alpinisti di praticare le proprie attività in montagna con responsabilità e rispetto. Consapevoli che non siamo solo noi ad avere il diritto di godere del messaggio della montagna; e che l’impulso a mettere piede in luoghi montani sempre più remoti non deve implicare l’aggiramento delle difficoltà naturali che tali luoghi presentano.

8) Sviluppo sostenibile e limitazione delle proprie pretese
In quanto protagonisti degli sport di montagna siamo tutti responsabili della protezione delle aree montane che frequentiamo. Tenendo presenti le conseguenze dei cambiamenti climatici e delle perdite della biodiversità diventa evidente che gli sport di montagna, per essere davvero sostenibili non cominciano ai piedi delle vette, ma piuttosto quando progettiamo una uscita o un viaggio o acquistiamo i materiali tecnici necessari. Per contribuire a difendere il fragile equilibrio del pianeta, in particolare per quel che concerne le montagne, è necessario comportarci con consapevolezza e umiltà. Dobbiamo prediligere le aree montane più vicine ai luoghi dove abitiamo; aree che possiamo raggiungere facilmente anche con il trasporto pubblico. I viaggi in altri continenti devono essere radicalmente limitati. La qualità e l’intensità delle nostre esperienze conta di più del numero di vette che raggiungiamo. Non tutto ciò che può essere fatto deve essere fatto.
Conclusione: il modo con cui ci avviciniamo e scaliamo le montagne ha un’influenza che va molto aldilà del circoscritto ambiente naturale teatro delle nostre azioni. La nostra responsabilità non è limitata ai nostri immediati comportamenti. Siamo responsabili per la qualità delle montagne che lasciamo in eredità alle future generazioni.