Tessadri: per il Parco, progetti oltre ai nomi
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Nei giorni scorsi si è tenuta la riunione delle associazioni ambientaliste sul tema del rinnovo delle cariche all’interno degli organismi di gestione del Parco naturale Adamello Brenta (Pnab). Come anticipato sul nostro giornale il 10 dicembre scorso, al momento la diatriba pare essere sui nomi, ma che poi di fatto incarnerebbero una certa visuale del Parco. A tal proposito
scende in campo Mountain Wilderness, attraverso le parole del suo presidente, Franco Tessadri: «Pur rappresentando il mondo ambientalista non mi sentirei per il momento di porre veti, o giudizi sui nominativi che abbiamo letto. Sicuramente si ritiene di avere diritto di chiedere, insieme alle associazioni ambientaliste rappresentate all’interno del Comitato di gestione, insieme alla candidatura di presentare un progetto, una visione del parco del futuro, quali siano gli obiettivi nel campo della ricerca, nella tutela della biodiversità, nel recupero di paesaggi oggi degradati, quale intreccio fra turismo, ambiente, cultura. Si deve chiedere pertanto una linea ben definita di programma, che dovrà essere chiaramente compatibile e coerente con le priorità statutarie del Parco. Questa è un’impostazione esigibile che dovrà essere chiara ed esplicita nel prossimo futuro».
I principali attori della costruzione della giunta del Parco sono i sindaci di Rendena: secondo lei come si stanno muovendo?
«È auspicabile che fra gli amministratori dei comuni che gravitano nei confini del Pnab ci siano diverse figure che rispondano ai
requisiti di competenza ed esperienza necessari a questo importante incarico, evitando di tirare in ballo con molta superficialità nominativi non propriamente adeguati. Da parte del mondo ambientalista sarebbe doveroso fugare i dubbi, che in diverse occasioni hanno portato fra gli organi di gestione dei parchi provinciali personaggi influenzati da chi non è entusiasta di questo tipo di strutture, ma più indirizzati a consolidare privilegi di lobby, come quella venatoria, o al marketing turistico. Queste scelte possono pericolosamente indurre a perdere di vista la principale “mission” del Parco: la tutela, la conservazione, la salvaguardia del territorio e della biodiversità».
Per quale motivo è così importante la figura di un presidente, che di per sé è puramente rappresentativa, di un ente come funzionale della Provincia?
«Scegliere un candidato alla presidenza non propriamente in sintonia con la conservazione ambientale potrebbe essere un clamoroso errore dal punto di vista della comunicazione e della promozione naturalistica a livello internazionale. Per le associazioni di tutela ambientale sarebbe un segnale pericoloso e ovviamente ci si augura che le comunità di valle, che ricadono nei confini amministrativi del Parco Adamello Brenta, comprendano le reali potenzialità e il valore del territorio e individuino una personalità di alto profilo per la prossima presidenza».
La realtà è che nell’immaginario delle associazioni ambientaliste, il trend della governance del Trentino non pare in sintonia con la sua storica identità, di territorio vocato alla tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico ed alla sua conservazione.