Transiti sui passi dolomitici
Il “nuovo” Piano della mobilità sostenibile sui passi del Gruppo del Sella, come ormai consueto nei documenti pubblici, è zeppo di termini condivisibili. Ma nel profilo operativo e della proposta si tratta di un passo indietro clamoroso, sostenuto perfino dalla Provincia di Bolzano, su quanto si era ipotizzato e sperimentato nel 2017 con il fine di arrivare, da subito, alla chiusura al transito del traffico privato per motivi turistici sui 4 passi.
Il piano è datato novembre 2020. Quindi ad oggi è stato secretato dai quattro enti territoriali, Province Autonome di Trento e Bolzano, Regione Veneto, Provincia di Belluno, oltre che dai quattro sindaci, di Canazei, di Livinallongo, di Corvara e di Selva di Val Gardena. Con un inizio tanto maldestro e oltraggioso risulta quantomeno improbabile diffondere una Nuova cultura della mobilità, come ambiziosamente si recita. Come del resto non si comprende perché i sindaci delle vallate interessate siano stati esclusi, penso a tutta Fassa, Gardena e Val Badia. Ed ancora, non si comprende perché si specifichi in neretto il coinvolgimento dei soli stakeholder locali, forse perché ritenuti più addomesticabili? O perché vengano coinvolte solo alcune associazioni ambientali o alpinistiche (solo 3) e invece si neghi l’accesso ai documenti al vasto fronte ambientalista che aveva sostenuto la sperimentazione del 2017 e che aveva portato alla Fondazione Dolomiti UNESCO (2017 – 2018) un prezioso lavoro di mediazione, subito approvato dal Consiglio di amministrazione e poi gettato ad ammuffire in uno dei tanti inutili cassetti della Fondazione stessa.
Si sapeva soltanto che erano in corso dei monitoraggi: del resto sono oltre vent’anni che si monitora. Tanto per non decidere. E’ a tutti evidente come il traffico privato su detti passi sia insostenibile (4400 passaggi giornalieri in agosto) e che il rumore e le velocità risultino intollerabili (misurato fino e oltre i 110 db). Come si legge dai dati il traffico intenso si sviluppa su una fascia oraria ampia, dalle 9.00 del mattino fino alle 19.00. Anche per questo motivo, non solo per la sicurezza e il paesaggio, detto traffico va bloccato, senza attendere le due date miracolistiche contenute nel programma, 2030 e poi 2050: Il trasporto pubblico deve essere realtà da subito. Come deve essere realtà da subito la cancellazione di tutte le aree sosta improvvisate lungo i passi e in vetta. Temi nemmeno accennati nel progetto.
Sono invece positivi alcuni traguardi: il limite di velocità di 30 Km/h negli abitati dei 4 comuni (perché non estendere alle vallate sottostanti?) e 40 Km/h sui passi, come è finalmente positivo il divieto generalizzato di tenere raduni motoristici, o ancora le agevolazioni tariffarie degli impianti di risalita.
Ancora un accenno ai pedaggi. I pedaggi non hanno mai e in nessun luogo risolto i problemi di traffico privato: laddove vi sono i pedaggi i transiti aumentano di anno in anno, nelle Alpi italiane come in quelle svizzere o austriache. Quindi è una misura inutile, una ulteriore tassa che viene imposta ai cittadini, residenti e ospiti.
Infine come si denota dai due documenti titolati “Concetto Sella Ronda” (LINK 1; LINK 2) si investe su prospettive ormai antiche. Sono documenti datati 2016, nettamente superati, gonfi di titoli e parole altisonanti, ma privi di indicazioni operative.
Si ritiene che sul tema, da subito, le varie amministrazione DEBBANO aprire tavoli di confronto con ampia partecipazione, superare il lavoro da “Carboneria politica” attuato fino ad oggi, accogliere e rivalutare le proposte degli ambientalisti del 2018 e già approvate in Fondazione Dolomiti UNESCO, per arrivare a fare quanto sta attuando, con coraggio e intelligenza, il parco naturale provinciale Adamello Brenta: chiusura tutto l’estate del traffico privato su ben 8 valli di penetrazione del fragile territorio, potenziamento delle navette elettriche, sostegno alla frequentazione delle aree con le e-bike o con camminate monotematiche sostenute da accompagnamento culturale.
Luigi Casanova