Trenta anni in difesa delle montagne di tutto il mondo
Mountain Wilderness per tutti e per tutte le montagne: nonostante tutto.
di Mirta Da Pra Pocchiesa
Alpinisti di tutto il mondo in difesa dell’alta montagna. Il sottotitolo del manifesto di Biella 1987. Alpinisti e altri, che un po’ si sentono tali, magari per un giorno, per pochi minuti, per passione per quelle terre alte, come si dice oggi, per le crode, per le vette, per quei picchi dove c’è silenzio, orizzonte, wilderness, appunto. Dove si arriva con fatica. Dove si può fare un’esperienza vera e non mercificata di cosa significa montagna: sudore, emozione, spazio, colori, e tanto altro. Sentimenti che non si possono comprare, né vendere, solo vivere. Alpinisti per qualche minuto, quando si raggiunge il proprio Monte Bianco, che può essere la collina dietro casa. Alpinisti di tutto il mondo, recitava il manifesto; sempre, comunque, di tutto il mondo. Le Alpi il riferimento, anche per come e quanto sono state offese, violate, ma con lo sguardo a tutte le altre montagne, vicine e lontane, alle popolazioni che le abitano e che spesso subiscono rapine ambientali e umane dietro la spinta della modernità e del turismo senza limiti.
30 anni di alpinisti e non, di tutto il mondo, cosa significano? Come si è trasformata e formata quella aggregazione di soci che a Biella ha scritto le sue Tesi, che ha lanciato la provocazione di “chiudere” strade, dell’abbattere opere invasive, inutili e /o dannose, di pulire campi base e ghiacciai invasi dall’immondizia, e tutto questo per tutelare, preservare, curare le nostre meravigliose montagne? Montagne che sono di tutti e per tutti. Cosa ha fatto in questi anni l’associazione definita la Green peace delle montagne? Si è limitata a spostare le sue navi contro le baleniere di turno?
La risposta è naturalmente no. Mountain Wilderness ha fatto molto di più; ha continuato ad essere strumento di provocazione, (incatenamenti di alpinisti di fama internazionale) ma è stata soprattutto, educazione, in primis allo stesso mondo degli alpinisti, con anche gesti forti e umili, ma di grande portata simbolica: la pulizia del campo base del K2. la pulizia dai rifiuti in Marmolada….
Mountain Wilderness ha continuato a pensare in grande: un esempio per tutti è Dolomiti Patrimonio dell’Umanità, ma si è collegata alle esigenze dei territori per comprenderne i problemi , le inquietudini, le motivazioni recondite a proposte lungimiranti come i parchi: da qui la carta di Fontecchio, per tessere relazioni, scambiare competenze e superare, con la conoscenza e la fiducia, pregiudizi e resistenze.
Mountain Wilderness per la tutela del clima, dell’acqua, dell’aria, contro l’inquinamento del suolo. Manifestazioni forti ma anche nonviolente, contro l’eliski, i quads in quota, nuovi impianti di risalite, elettrodotti e centraline irrispettosi della salute degli uomini e delle donne e di un ambiente che invece di essere tutelato è stato ferito e deturpato. Nel manifesto di allora un fiume che diventa ghiacciaio, che pare quasi un mare per ricominciare daccapo..nubi, neve, attraverso le montagne vicine e lontane….
Mountain Wilderness per le specie vegetali e animali in via di estinzione e/o nell’occhio (e nei sogni) di cacciatori e bracconieri, dalla parte dei pastori e dei contadini che, in montagna, sanno vivere, e convivere con i grandi predatori e col selvatico che c’è, fuori e dentro di noi…
Mountain Wilderness per i parchi di terre di confine: luoghi di connessione, di storia, di guerre, di transito, di sosta…Mountain Wilderness e i suoi soci, che cammina, con trekking e staffette, contro lo smembramento di parchi storici, come lo Stelvio, e per essere a fianco di popolazioni toccate dal terremoto, in Abruzzo. Gesti, certo, anche piccoli, ma simbolici, perché anche la simbologia ha un peso nei “significati” della nostra vita quotidiana.
Mountain Wilderness internazionale, da sempre. Senza confini ideologici e per superare i confini di fatto: con progetti transfrontalieri, per leggere la complessità attraverso l’accoglienza e la sperimentazione di percorsi possibili a cominciare dalle piccole realtà che si stanno spopolando e che, grazie ai migranti, stanno riaprendo porte, finestre, attività… paesi dove nuovamente si odono voci.
Mountain WIlderness ai tempi di Francesco, il Papa della Laudato si: un documento e un progetto di amore per la madre terra, per la Casa comune, come la chiama Lui. Un documento laico e profondamente spirituale, che è andato molto oltre la Chiesa ed è diventato una sorta di nuovo “Vangelo” per gli ambientalisti di tutto il mondo, per le persone di buona fede e di forti ideali, per i politici che vogliono perseguire una politica con la P maiuscola, rari e in pericolo come le specie in via di estinzione più sopra evocate…
A Mountain Wilderness, spesso dura nelle prese di posizione, perché ha il coraggio di scegliere, di porre dei limiti, di chiedere conto, l’augurio di continuare a far innamorare tante altre persone, alpinisti tecnicamente “veri” e alpinisti per “elezione” e in difesa delle montagne di tutto il mondo. E sono tanti, sempre di più… provenienti dai monti, dalle valli, dalle città…persone che sentono di dover fare qualcosa, di dover fare di più …che sia con un gesto semplice o con azioni eclatanti… parte di un’unica strategia, con un filo di lana che unisce e srotola relazioni e opportunità, nonostante tutto, per tutti.
Mirta Da Pra Pocchiesa