Un primo importante successo per contrastare il progetto della nuova seggiovia al Corno alle scale e Salvare la possibilita’ di “un Altro Appennino”.
Il 29 Luglio 2021 si è tenuta l’udienza davanti al Consiglio di Stato a cui le Associazioni aderenti il Comitato “un altro Appennino è possibile” hanno presentato appello contro l’ordinanza del TAR della Regione Emilia-Romagna, che il 13 maggio ha respinto la domanda di sospensiva del provvedimento con cui la Regione ha ritenuto non necessaria la sottoposizione a VIA (Valutazione di impatto ambientale) del progetto della nuova seggiovia La Polla-Lago Scaffaiolo.
Con un’ordinanza, depositata il 30 luglio, il Consiglio di Stato ha accolto il nostro ricorso in appello disponendo la trasmissione dell’ordinanza al Tar di Bologna affinché provveda alla sollecita fissazione dell’udienza di discussione del ricorso nel merito.
Più esattamente, esso ha ritenuto meritevoli di approfondimento i motivi di impugnazione del provvedimento regionale riguardanti l’obbligatorietà della Via (Valutazione di impatto ambientale) e la qualificazione dell’intervento da realizzarsi quale “nuova costruzione” anziché modifica o estensione dell’impianto già esistente come sostenuto dalla Regione e dal Comune di Lizzano in Belvedere.
Il Consiglio di Stato ha richiamato un precedente giurisprudenziale che presenta tratti di analogia con il nostro caso in quanto un intervento, ritenuto di adeguamento tecnologico di un impianto sciistico esistente, comportava in verità un allargamento dello stesso con invasione di una zona di tutela ambientale.
Questo è esattamente il caso della nuova seggiovia al Corno alle Scale. Infatti il progetto prevede un’estensione dell’impianto su un’area incontaminata e la nuova stazione di arrivo è posta entro l’area contermine del Lago Scaffaiolo, oggetto di tutela paesaggistica.
Il Consiglio di Stato inoltre ha ritenuto opportuno che il Tar di Bologna disponga una verificazione cioè si avvalga del parere tecnico di un organismo esterno esperto in materia.
Il Comitato e le associazioni che hanno firmato il ricorso in appello si dichiarano soddisfatte, e ritengono l’ordinanza del Consiglio di Stato un passo importante per fermare questo inutile e dannoso progetto che guarda al passato e aprire la strada a progetti capaci di guardare al futuro.