Uno sguardo sul futuro

Il Consiglio Direttivo in carica ha tra i suoi protagonisti “giovani” quarantenni che hanno affiancato la vecchia guardia di storici dirigenti dell’associazione.
Nell’articolo che segue ci raccontano la loro idea di futuro e di montagna.

Stefano Sala

Una montagna da ri-abitare.

Se quando ero adolescente i miei genitori sceglievano di spostarsi, per esigenze lavorative, dalle montagne alla pianura io ho svolto il processo inverso: cercavo gli spazi, la libertà e law dinamiche di vita vicine all’ambiente naturale che solo vivere in un piccolo comune montano sa regalare. Mi piace pensare di fare parte della ormai sempre più popolosa schiera di chi la montagna l’ha scelta una seconda volta: per viverci, per lavorarci e per portare avanti un ambientalismo in grado di opporsi a dinamiche ormai vecchie, che hanno portato ad un impoverimento del tessuto socio-economico e di proporre alternative. Queste alternative le cerco attraverso MW, che mi vede impegnato da anni nel direttivo, e attraverso il mio lavoro in università ad Edolo (in Valle Camonica).

Silvia Simoni

Da quando ero bambina vivo con la montagna nel cuore, come metafora della vita. Il percorso scout ha enfatizzato questo sentimento portandomi a crescere nel cammino, in montagna, accanto agli altri; lo zaino sulle spalle mi ha insegnato l’essenzialità e la capacità di resistere nelle difficoltà. La montagna è per me meta e cammino, fatica e soddisfazione, silenzio di riflessione e momento di confronto. La montagna insegna che c’è un tempo per esplorare e un tempo per sostare, un tempo per agire e uno per pensare. In MW ho trovato lo spazio per difendere una montagna sempre più attaccata e maltrattata, per tristi giochi economici che sostengono un turismo distruttivo, che consuma una risorsa fragile, senza apprezzarne l’essenza. Nel Direttivo di MW ho trovato una squadra per lottare in modo concreto contro i soprusi alla montagna e all’ambiente in generale. Il gruppo è forza nell’azione e nella strategia, per portare avanti un’idea alternativa (rispetto a quella attualmente promossa da diverse categorie economiche) per vivere la montagna. 

Gianluca Vignoli

Sono nato in montagna, cresciuto in montagna e ora vivo in montagna e ci lavoro. In questo luogo ho trovato il silenzio per meditare, gli spazi e i panorami per sognare ma anche gli amici con i quali condividere questo sentire e le sfide per conoscere meglio me stesso e gli altri. La montagna è preziosa e per questo è importante proteggerla, affinché la sua bellezza rimanga intatta e la natura continui ad avere a disposizione i propri spazi. Dentro MW ho trovato un gruppo di amici che condividono questi valori e come me vogliono spendersi per fare in modo che la montagna mantenga spazi incontaminati e naturali. Credo sia importante battersi per tenere le speculazioni e lo sviluppo economico indiscriminato lontano dalla montagna e dimostrare che vivere in montagna è possibile anche senza insistere con il turismo di massa.

Marta Viola

Dico spesso che ho imparato a camminare prima sull’erba che sull’asfalto. A dir la verità, ho iniziato a vivere la montagna prima ancora di conoscere la forza di gravità.

La guardavo, così piccola, già ad altezza uomo, e forse per questo non mi ha intimorita ma affascinata in modo silenzioso. Certamente una fortuna, poter nutrire gli occhi  i polmoni e la pelle di così tanta pulizia e bellezza. È qualcosa che ha lasciato un’impronta, ora lo vedo chiaramente, e ha fatto in modo che potessi allontanarmi da tutto ciò che essa rappresenta per sentirne poi, visceralmente e inevitabilmente, il richiamo. Credo sinceramente che non aver avuto questo tipo di vissuto spontaneo possa condurre a vedere la vita in montagna attraverso dinamiche distorte, edulcorate, costruite. C’è bisogno di riportare a un punto di equilibrio tutto ciò che riguarda il nostro rapporto con gli ambienti naturali, dato che ormai la maggior parte delle persone soffre gli effetti caotici della contemporaneità.

Gloria Solini (responsabile regionale Veneto)

Un sincero grazie ai membri storici (e stoici) per averci accolti all’interno dell’associazione con gentilezza e propensione all’ascolto.

Un sincero grazie anche ai membri novizi che come me si sono lasciati appassionare dalla vibrante energia che si respira, per aver condiviso l’inizio di un percorso con occhi curiosi.

Credo sia sempre importante mantenere un dialogo aperto e onesto, per non erigere un muro di incomprensione e distanze tra chi ha maturato esperienza fin dall’inizio e chi vorrebbe farsi fautore di cambiamenti – piccoli o grandi che siano – prendendo parte a questa avventura.

Intraprendere un percorso insieme, chi con uno “zaino” ricco di esperienze, vissuto e robusto, chi con tanti sogni leggeri ancora nel cassetto di casa, che ci si ammacchi e che si affrontino le sferzate gelide del vento, ma senza ripiegare su facili scorciatoie o compromessi incoerenti.

Ci sono valori che siete già riusciti a trasmettere, ardentemente ma in modo cristallino: entusiasmo, dedizione, passione, perseveranza, sacrificio, speranza.

In questi tempi così bui e incerti, c’è sempre più bisogno di relazioni umane autentiche, per valicare ostacoli e costruire ponti.