Villaggio olimpico di Predazzo. Gettati al vento 53 milioni di euro?

La Provincia di Trento si approssima alle Olimpiadi invernali con una debole credibilità. Esemplare la vicenda del villaggio olimpico di Predazzo costruito negli spazi della Scuola alpina della Guardia di Finanza, un’opera nemmeno prevista nel dossier di candidatura. Lo si sta costruendo con costi aumentati a 53 milioni di euro. Un nuovo padiglione, alto 5 piani, insisterà su un’area a elevato rischio idrogeologico alla confluenza di due torrenti con spiccate caratteristiche alluvionali: l’Avisio e il Travignolo. Cosa sta accadendo? Che l’ospitalità nel nuovo villaggio viene  snobbata dalle nazioni più importanti negli sport dello sci nordico. Diverse nazionali hanno già prenotato in via esclusiva la presenza in alberghi di Fiemme e Fassa. Parliamo della nazionale norvegese che andrà all’hotel Rio Bianco a Panchià, quella svedese andrà all’Olimpic di Sen Jàn, quella finlandese al Sass Maor a Predazzo, quella austriaca in altro albergo da definirsi. Nel concreto: il villaggio olimpico rimarrà una cattedrale semivuota. Le Olimpiadi mostrano il loro vero volto: un astuto pretesto per investimenti proiettati su altri obiettivi. Vista la totale assenza di trasparenza in tutta l’operazione del villaggio si può presumere servirà a potenziare i corsi di addestramento in montagna degli allievi della Scuola di Finanza. Teniamo presente che a passo Rolle il gruppo sportivo della Finanza dispone già di un imponente presidio.

Quale legacy per i villaggi olimpici?

Si stanno rimodernando edifici storici, alcuni dei quali vengono demoliti e ricostruiti, si costruirà quello nuovo alla confluenza die corsi d’acqua. Sembra, da dichiarazioni identiche della ex sindaca Maria Bosin (oggi consigliera provinciale del PATT) e dell’attuale sindaco Paolo Boninsegna che Comune e  Provincia non abbiano potuto entrare nel merito delle conseguenze sociali (l’arrivo di centinaia di corsisti in un minuscolo comune di montagna) e di compatibilità urbanistiche e della sicurezza. Si tratta di area di stretta competenza militare e quindi statale, ma sembra improbabile che perlomeno i sindaci e l’Ufficio tecnico comunale non siano stati minimamente coinvolti nel percorso burocratico decisionale e di approvazione. Fosse vero gli amministratori e i tecnici si sono dovuti assecondare in modo supino le decisioni della Finanza, in assenza di un minimo percorso di trasparenza, ma trovando e spendendo una cifra discutibile, spesa distribuita fra Ministero, Demanio, Provincia.

La Fondazione Milano Cortina 2026 per giustificare un simile investimento ha sostento che è il CIO a imporre i villaggi olimpici con il fine di garantire la sicurezza delle varie nazionali. Ma a quanto risulta il CIO, su indicazione dei comuni lombardi, già nel 2021 cancellava l’inutile villaggio previsto a Livigno prevedendo di alloggiare le diverse squadre negli alberghi di valle. Come del resto a Cortina devono ancora iniziare i lavori del locale Villaggio.

In Fiemme, fin dal 2019, si era certi di ospitare le nazionali nell’ambito turistico di Veronza (sopra Carano) o in strutture alberghiere, come sempre avvenuto in occasione dei mondiali di sci nordico, 1991, 2003, 2013 o nei Tour di Ski valevoli per la Coppa del mondo.

Con la defezione delle principali squadre è chiaro a tutti che il villaggio risulti essere uno spreco, di territorio e di denaro pubblico. Le squadre preferiscono mantenere gli atleti al sicuro da diffusione di malattie infettive e garantire loro un’alimentazione personalizzata, situazioni non garantite all’interno di un villaggio – mensa.

10 giorni in appartamento? Una media di 10.000 euro: insegnati e operatori sanitari espulsi dalle valli.

Passiamo a un altro aspetto dell’evento olimpico. La ricettività per migliaia di volontari e ospiti. Pochi mesi fa il responsabile trentino della Fondazione Milano Cortina 2026, l’imprenditore sciistico Piero Degodenz, chiedeva alle genti di Fiemme di riprendere la consuetudine “Arcobaleno”, un’iniziativa che nei lontani decenni d’avvio della Marcialonga vedeva protagoniste le famiglie fiemmesi nell’ospitare gratis gli atleti della gran fondo.  A dire di Degodenz i proprietari di appartamenti della valle avrebbero dovuto ospitare gratis  i volontari per oltre un mese (a seguire vi saranno le paralimpiadi).

La risposta dei proprietari di appartamenti in Fiemme è stata chiara. Chi oggi prenota la sua presenza per 10 giorni dal 6 febbraio 2026 in poi dovrà prepararsi a versare una spesa in affitto che varia dagli 8.000 ai 12.000 euro. L’operazione Arcobaleno si chiude così. Per le genti di Fiemme le Olimpiadi sono lette come un’occasione speculativa della quale approfittare. Chi oggi dispone di appartamenti in affitto sta chiedendo da tempo agli ospiti di abbandonare in quel produttivo mese l’alloggio. Le vittime sono per lo più insegnanti o operatori sanitari: durante quel mese ogni spazio possibile deve rimanere libero, perfino un garage. Chi viene allontanato dovrà arrangiarsi. Disporrà pure di un qualche amico o di un parente. Alla faccia della solidarietà olimpica, l’arcobaleno ha perso smaglianti colori.

Nei giorni scorsi si è aperta la vendita dei biglietti ordinari per assistere alle gare. Tempo venti minuti e tutti i biglietti sono andati venduti. Ad agenzie per lo più straniere o ad albergatori, ad amici degli sportivi e organizzatori. Molti i residenti di Fiemme e Fassa che sono rimasti a bocca asciutta. Per poter assistere alle gare è probabile che nei prossimi mesi debbano rivolgersi a situazioni, definiamole benevolmente, speculative.

I giochi giovanili del 2028

Il Trentino deve dimostrare che le ingenti spese sulle strutture olimpiche, 44 milioni il costo dei nuovi trampolini, quasi 20 i milioni per le piste di fondo Lago e skiroll a Tesero, i 29,5 milioni dello Ice Rink di Baselga, avranno un’utilità in tempi lunghi. Così Fugatti assieme a Malagò si è portato il 30 gennaio a Losanna per ottenere le olimpiadi invernali giovanili del 2028. Obiettivo centrato. In Fiemme il solito ristretto gruppo di operatori economici esulta. Il marchio è definito in due località: Dolomiti – Valtellina. Come sempre più di frequente accade il nostro paese era candidato unico: nessun altro paese intende più ospitare questi eventi, ritenuti uno spreco di risorse. Il Trentino, che pure sarà chiamato a ospitare le gare di sci nordico e di pattinaggio di velocità, nemmeno compare nel logo dell’evento.

Ora Fugatti  e amministratori di Fiemme, mai sazi, rincorrono un nuovo obiettivo, sempre e solo sportivo: ottenere lo svolgimento dei mondiali di sci nordico del 2033. Non dubitiamo dell’esito della richiesta. Si vincesse anche questo appuntamento i sostenitori dell’evento olimpico si sentirebbero garantiti sul piano della sostenibilità, anche economica, degli investimenti fin qui sostenuti. Dei problemi sociali, sempre più diffusi nella valle, sembra nessuno si interessi. Ovunque esce vincente lo sport: costruisce propaganda, marketing turistico, non impegna più di tanto il pensiero e la cultura. Di questi tempi investire in mercato basta e avanza.

Luigi Casanova