Campagna: “Acque libere”

Documento: Riflessioni sul tema, di Adriano Licini e Franco Martina

La divinazione e la magia sono appartenute a tutte le civiltà, da quella egizia a quella babilonese.

Il codice di Hammurabi ( VII secolo del secondo millenio a.C. ) statuiva provvedimenti contro le pratiche degli stregoni.

I romani nella legge delle XII Tavole ( V secolo a.C. ) comminavano la pena capitale (ma gia` i greci punivano con la morte chi praticava la magia) ai maghi che con formule o altro nuocevano o recavano danno ad altri in specie per coloro che con sortilegi vari deviavano i torrenti atti ad irrigare i campi agricoli.

L`acqua e` sempre stata una tentazione per le forze del male. La sua mancanza metteva seriamente a rischio la sopravvivenza di un popolo e nei periodi di grande siccita` a fronte di questo castigo si facevano sacrifici di ogni genere affinche` le forze del bene prendessero il sopravvento sui malefici diabolici.

Di acqua sotto i ponti ne e` passata (oggi purtroppo sempre meno) nel corso dei millenni, ma gli stregoni del male resistono bene e continuano a nuocere.

Questo fenomeno definibile di “stregoneria economica” si va diffondendo ampiamente ed e` incentivato da leggi economiche fatte ad hoc che massimizzano i profitti e consolidano la cosidetta new economy che sta creando instabilita`, precarieta` e tensioni a livello planetario. Negli ultimi decenni, gli investimenti speculativi sono indirizzati su una risorsa unica e irripetibile: L´AMBIENTE.

Mountain Wilderness, associazione internazionale che si batte per la difesa e salvaguardia delle montagne del mondo, sta operando per la difesa degli ultimi spazi incontaminati del pianeta ( White Wilderness ) proponendo iniziative e sostenendo dei progetti finalizzati a preservare montagne, deserti, ghiacciai, acque,vallate e comunque a diffondere una cultura nuova ispirata alla consapevolezza del valore di queste risorse che noi abbiamo preso in prestito e che dovremo tramandare alle prossime generazioni.

Iniziative in direzione della tutela dell´ambiente potrebbe derivare dalla creazione di una rete ecologica dell´economia sostenibile, promuovendo in ambiti montani come sulle Alpi per esempio, vaste aree a parco; una sorta di parchi sociali che dovrebbero dare avvio ad una imprenditoria di sviluppo economico e sociale a livello comunitario, indirizzata a valorizzare e tutelare il patrimonio culturale e ambientale, creando peraltro importanti opportunita` occupazionali.

I fatti tuttavia sono molto diversi delle aspirazioni e delle aspettative di chi ha a cuore l`ambiente. Le cosidette Corporate, puntano con grande determinazione ad accapararsi l`oro bianco: L`ACQUA.

Queste societa` multinazionali, si muovono indistintamente da nord a sud del pianeta e servendosi di intermediari, investono a breve –medio termine grosse somme di denaro sulla risorsa acqua, stabilendo e monopolizzando i prezzi dell´acqua stessa.

La questione non e` irrilevante in quanto le acque sono necessarie per la sopravvivenza dell`umanita`.

Piu` di un miliardo di persone oggi sul pianeta soffre la sete e accede con notevole difficolta`alle fonti di approvigionamento idrico.

Inoltre i cambiamenti climatici ormai cosi` accentuati ( vedi il protocollo di Kyoto ) e il persistente ritiro dei ghiacciai alpini ed extraalpini evidenziano in maniera allarmante la progressiva riduzione delle riserve idriche.

I dati riportati dalle stazioni pluviometriche e niveometereologiche alpine negli ultimi quattro anni evidenziano un`inversione di tendenza delle precipitazioni nevose rispetto agli anni precedenti.

Il valore delle precipitazioni e`diminuito di oltre il 50% nel periodo invernale da dicembre a marzo e per quanto riguarda le precipitazioni nevose, e` stato appurato che si stanno progressivamente alzando a quote sempre piu` elevate, intorno e oltre i 1700 metri. Conseguenze? Nelle stazioni sciistiche alpine si va diffondendo ulteriormentel`uso degli impianti di innevamento artificiale.

Uno scenario sconfortante questo se si pensa all`uso improprio, allo sfruttamento e allo sperpero che si continua a fare dell`acqua.

Non e`piu` derogabile la questione e la gestione delle acque alpine e i messaggi chiari e forti che la montagna invia continuamente devono essere letti ed interpretati con la massima serieta` da parte di tutti.

Problematiche significative sulle Alpi riguardano appunto le concessioni per lo sfruttamento delle acque e gli impianti di innevamento artificiale che funzionano assorbendo grandi quantitativi d`acqua.

C`e´ un boom di richieste di nuove concessioni per prelievi d`acqua da qualsiasi torrente e rigagnolo alpino. Dovrebbero invece essere rinegoziate tutte le concessioni esistenti e avviate delle moratorie per le concessioni in fieri. Appare in ogni caso insensato il concederne delle nuove anche alla luce del vistoso cambiamento climatico globale.

Risulta anche risibile la definizione di “minimo deflusso vitale” adottata dai padroni-gestori delle acque, i quali con una formula matematica certa, calcolano tale deflusso.

Contesto a questi imprenditori le certezze con le quali si arrogano il diritto di sottrarre l`acqua alle popolazioni e al contesto naturale. L´esito di queste certezze l`abbiamo potuto toccare con mano, durante l`estate 2003 a proposito dei rilasci a beneficio della salute pubblica e dei canali per irrigare la campagna.

Eppure le Autorita` di Bacino istituite con la legge 183 del 1989 prevedono “una razionale utilizzazione delle risorse idriche superficiali e profonde, con una efficiente rete idraulica, irrigua e idrica per garantire comunque che l`insieme delle derivazioni non pregiudichi il minimo deflusso costante vitale negli alvei sottesi, nonche` la polizia delle acque”.

Anche la legge 36 del 1994 (legge Galli) stabilisce che “Nei bacini idrografici caratterizzati da consistenti prelievi o da trasferimenti sia a valle che oltre la linea di displuvio, le derivazioni vengano regolate in modo da garantire il livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tali da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati.

E` superfluo affermare che la normativa vigente a tutela delle acque per quanto riguarda il nostro paese sia colpevolmente disattesa e tra le varie conseguenze negative, possiamo vedere nel periodo invernale un maggior utilizzo degli impianti di innevamento artificiale nelle localita` sciistiche.

Per innevare le piste di sci, tutti noi siamo chiamati a pagare un prezzo: lasciare che un bene

cosi`indispensabile come l`acqua venga sciupato in maniera sconsiderata dai gestori degli impianti di risalita.

Il consumo di acqua dolce per fare la “neve tecnica” varia dai 200 ai 500 litri al minuto (da 2 a 8 litri al secondo); 18000 litri nell`arco di un`ora in un periodo in cui le temperature sono piu` basse.

Di fatto un cannone spara neve funziona mediamente 10 ore nell`arco di una giornata ( di prevalenza nelle ore notturne quando la temperatura e` piu`bassa ); ne consegue un consumo di 180000 litri d`acqua dolce che equivale al consumo idrico di circa novecento persone se ci riferiamo a un consumo pro capite di circa 200 litri d`acqua al giorno ( media europea ).

Ulteriore dato da non sottovalutare e`il consumo energetico per ogni ettaro di superficie innevata che varia tra i 2000 e i 7000 Kw/h. Per dare un`idea delle grandezze in campo, cio` e` riferibile all`utilizzo annuo di energia elettrica di 8 famiglie.

Il processo di privatizzazione dei servizi idrici che si intende portare avanti e` finalizzato a produrre profitti a discapito del consumatore-utente che deve pagare bollette sempre piu` onerose a fronte di un accesso all´acqua sempre piu` compresso.

Crediamo che i cittadini debbano restare al centro del processo decisionale per una corretta politica delle acque e avere un ruolo attivo negli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) per pretendere e affermare che L`ACQUA E` UN BENE PUBBLICO E UNIVERSALE.

E` stato importante il riconoscimento adottato dall`Organizzazione delle Nazioni Unite nella “Dichiarazione di Roma” del 10 dicembre 2003 che riconosce l`umanita`come soggetto giuridico e politico titolare di diritti e di doveri in nome di tutti gli esseri umani.

Crediamo che cio` possa rappresentare un primo passo di un percorso orientato anche allo sviluppo ed il consolidamento di un governo pubblico mondiale dell`acqua.

Intanto dati aggiornati ci confermano un`aumento della temperatura terrestre di oltre 1° C medio con conseguente scioglimento a vista d`occhio dei ghiacciai del globo e una diffusa desertificazione di ampie fascie territoriali.

Quale sara` il futuro delle risorse idriche del pianeta? Che ne sara´ dell`umanita`?