Carnia, NO ai piloni dell’elettrodotto in valle del But e valico di Monte Croce Carnico

Mountain Wilderness appoggia le iniziative del Coordinamento tra i Comitati della Carnia, e sarà presente con una propria rappresentanza alla manifestazione indetta per venerdì 16 dicembre 2005 a Tolmezzo.

Le Alpi rappresentano una vera e propria fabbrica di corrente elettrica, in una rete europea caratterizzata da sovracapacità produttive. Negli ultimi trent’anni la produzione di energia è raddoppiata, il volume di transito è triplicato; con la liberalizzazione del mercato il volume di scambio di elettricità è destinato ad aumentare, così come il trasporto, con conseguenti gravi pressioni sul paesaggio per la costruzione di nuovi elettrodotti.
Dal Friuli-Venezia Giulia giunge da mesi un grido di allarme, più pressante ora per l’avvio delle procedure di notifica e di esproprio relative alla costruzione dell’elettrodotto Wuermlach-Somplago.
La società privata Alpe Adria Energia spa, costituita dai gruppi Pittini (acciaio) e Fantoni (mobili), abbandonando due distinti progetti che non avevano trovato il consenso dei Sindaci e delle Comunità Montane, si presenta ora con un’unica richiesta di interconnessione con la rete austriaca attraverso la valle del But e il valico di Monte Croce Carnico ed è sicura di ottenere le autorizzazioni regionale e ministeriale perchè: 1) l’assessore regionale competente ha già dichiarato pubblicamente il proprio benestare senza avere esaminato i progetti definitivi e i pareri sull’impatto ambientale; 2) si fa forte del ricatto occupazionale, tanto che il gruppo Pittini ha minacciato il trasferimento all’estero di tutte le attività produttive. I due gruppi occupano direttamente duemila dipendenti, l’indotto coinvolge altri diecimila posti di lavoro.

L’acquisto di energia elettrica in Austria, a prezzi inferiori del 40% di quelli nazionali, permetterebbe di mantenere i costi complessivi ai livelli della concorrenza europea.

In sintesi queste le caratteristiche dell’elettrodotto:

  • lunghezza 45 km da Wuermlach a Somplago attraverso il passo di Monte Croce Carnico, Paluzza, Cercivento, Sutrio, Arta Terme, Zuglio; Tolmezzo e Cavazzo Carnico
  • altezza dei tralicci 60 m
  • capacità della linea 300 MW, ma sarà il ministero ad attribuirla definitivamente alla fine della procedura di valutazione
  • costo 25 milioni di euro
  • durata dei lavori 18 mesi
  • aree di interesse ambientale, storico e artistico attraversate: area SIC-ZPS del monte Coglians, casera Lavarèit, bosco bandito di Cleulis, palestra di roccia di Illegio, Rivoli Bianchi di Tolmezzo, lago di Cavazzo, pievi di san Pietro di Carnia e di san Floriano a Illegio.

Condividiamo le preoccupazioni degli abitanti e degli amministratori dei Comuni interessati, sollevando le seguenti obiezioni:

  • Si sottolinea che la potenza dell’elettrodotto in progetto è ampiamente superiore alle necessità dell’azienda richiedente; appare quindi evidente lo scopo di poter importare energia elettrica per poterla poi rivendere, tolta la quota da destinare per legge al GRTN, ad altri fruitori come consentito dalla liberalizzazione del mercato dell’energia. In tal senso si profila forse un futuro di riconversione aziendale?
  • Si richiede ove possibile l’interramento dei cavi anziché l’installazione di tralicci, per causare meno danni al paesaggio; certo l’interramento comporta spese superiori, quando si tratta di denaro pubblico si scelgono spesso le soluzioni più costose mentre quando si tratta di soldi privati si punta al ribasso “per non andare fuori mercato”.
  • Si evidenzia come la Comunità Europea consigli l’utilizzo di corrente continua, mentre viceversa il progetto in esame prevede la corrente alternata; in questo caso i costi salirebbero ulteriormente per la necessità di apparecchi di trasformazione alla partenza e all’arrivo oltre a stazioni intermedie per il mantenimento della tensione, e ci sarebbe l’obbligo di interrare i cavi.Però la corrente alternata genera un campo elettromagnetico assai ridotto, salvaguardando la salute dei cittadini in ottemperanza all’art. 32 della Costituzione Italiana.
  • Si invita la Regione Friuli Venezia Giulia a svolgere con maggior determinazione il proprio ruolo di ente pianificatore, bloccando nel frattempo il proliferare delle linee di energia elettrica, a far utilizzare dal GRNT le infrastrutture esistenti, in ultima analisi alla predisposizione di un piano energetico regionale che giace in bozza dalla primavera del 2003 e che lascia un vuoto normativo in cui la libera iniziativa imprenditoriale non viene coordinata in un sistema di rete regionale, con il rischio di sovrapposizioni di interventi a forte impatto ambientale ed un aumento di costi in ricaduta su tutta la realtà sociale e ambientale, del territorio regionale.
  • Si ricorda infine che per le infrastrutture e le opere di governo territoriale sull’arco alpino esiste un importante trattato internazionale sottoscritto con Austria, Francia, Germania, Liechtenstein, Principato di Monaco, Slovenia, Svizzera, Unione Europea e recepito con la legge 403 del 1999: la Convenzione per la Protezione delle Alpi (CIPRA). Ad oggi, però, il nostro Paese è l’unico, insieme alla Svizzera a non aver ratificato alcuno dei Protocolli Attuativi, che sono gli strumenti tecnico-legislativi indispensabili per poter rendere applicabili e verificabili, nelle azioni dei Governi nazionali e regionali, i principi e gli indirizzi contenuti nella Convenzione; chiediamo che a questo documento ci si ispiri per una politica comune di sviluppo e di tutela delle popolazioni alpine.

Mountain Wilderness appoggia dunque le iniziative del Coordinamento tra i Comitati della Carnia, ed è presente con una propria rappresentanza alla manifestazione indetta per venerdì 16 dicembre 2005 a Tolmezzo.
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