Dolomiti patrimonio dell’umanità: la sfida continua

Pieve di Cadore – palazzo Cos.MO – ore 9.00

Dal 22 giugno al 30 giugno a Siviglia si concluderà l’iter della candidatura delle Dolomiti Patrimonio naturale dell’umanità.

Sabato 27 giugno a Pieve di Cadore (ore 9.00, palazzo Cos.MO) le associazioni ambientaliste Mountain Wilderness e Legambiente, con il patrocinio di CIPRA Italia e del Comune di Pieve di Cadore, hanno organizzato un convegno nazionale sulle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’UNESCO.

Dal 22 giugno al 30 giugno a Siviglia si concluderà l’iter della candidatura delle Dolomiti Patrimonio naturale dell’umanità, una candidatura costruita dal Ministero dell’Ambiente e con il protagonismo diretto delle cinque province interessate: Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine.

Aderiscono al convegno i comitati locali che operano in Dolomiti a difesa dell’ambiente naturale, il Club Alpino Italiano, l’Ecostituto del Veneto, Primiero Viva e decine di persone protagoniste della vita sociale e delle comunità delle Dolomiti.

Il convegno, grazie ai protagonisti del percorso associativo ed istituzionale, ricostruirà la storia della proposta (Biella, 1987).

Ma avrà il compito di illustrare accanto ad alcuni limiti presenti le tante opportunità di azione che il sostegno dell’UNESCO porterà nell’area dolomitica.

E’ presente il rischio che il patrocinio dell’UNESCO possa trasformarsi in un marchio turistico che aggraverà i problemi di gestione del territorio e sociali, specialmente nelle zone ad alta intensità turistica, pensiamo alla mobilità, alla cementificazione, alla gestione delle risorse idriche.

Ma sarà compito delle associazioni e dei comitati trasformare questo rischio in una grande opportunità di ridisegno dell’economia e della qualità del vivere in Dolomiti.

Per la prima volta un bene seriale, che coinvolge istituzioni fra loro diversissime riguardo l’autonomia legislativa ed economica, può venire riconosciuto dall’UNESCO meritevole di tutela.

L’associazionismo ambientalista lavorando con le associazioni di
categoria, con quelle sindacali, con il mondo del volontariato, ma
anche e specialmente con le istituzioni delle vallate dolomitiche e
delle province coinvolte può ridefinire un disegno di sviluppo che si
basi sui seguenti aspetti:

La coerenza. Non vi è dubbio che il patrimonio geologico, paesaggistico e la biodiversità presenti in Dolomiti siano un bene dell’umanità intera che va conservato e dove possibile migliorato. Viene chiesta l’adozione di politiche adeguate a mantenere integri gli ambienti che avranno meritato il riconoscimento dell’UNESCO, partendo dai fondovalle per arrivare allo specifico del monumento, l’elemento paesaggistico più forte, la vetta o il ghiacciaio (vedi
Marmolada).

L’equità. In Dolomiti vi sono province dotate di autonomia speciale
che costruiscono sviluppo sociale diffuso, che sconfiggono l’esodo
dalla montagna e che sostengono nelle vallate un livello di servizi
che rispetta i cittadini ed offre opportunità di alta qualità. E’
necessario che queste opportunità, attraverso il piano di gestione di
Dolomiti Patrimonio dell’Umanità, vengano diffuse su tutto il
territorio e che si superi l’attuale divisione fra comunità incluse
nella serie A ed altre che sembrano destinate a rimanere marginali.

Il lavoro. Anche nelle vallate a forte impatto turistico in Dolomiti si assiste all’esodo dei giovani, di chi ha studiato per raggiungere alti profili di qualità. Ma è anche evidente come questi territori offrano opportunità di lavoro e di innovazione che vengono sottostimate, non valorizzate. Sarà necessario ricostruire in tutti i territori delle Dolomiti le politiche tese a rafforzare il lavoro, attraverso la formazione continua e l’attrazione dei saperi.

L’identità. La forza sociale espressa dalle Dolomiti è rappresentata dalla diffusione delle diversità, in termini di biodiversità naturale, linguistiche, amministrative, modi di vivere e qualità sociale. L’aspetto geologico unisce queste diversità ed arriva a costituire un’identità che va recuperata, coltivata e resa leggibile. L’attuale crisi economica porta alla tentazione di svendere ulteriori territori, le parti più sensibili del nostro patrimonio. Attraverso Dolomiti patrimonio dell’umanità abbiamo la possibilità di ricostruire dinamiche culturali e politiche che porteranno vantaggi in tutte e cinque le province.

Rapporto città – montagna. Si deve ricostruire un rapporto equilibrato fra chi fugge dalle città per ritrovare nelle Dolomiti serenità, pace, natura libera, ambienti incontaminati, oasi ricreativa. E’ necessario che, attraverso la diffusione dei saperi presenti in Dolomiti, il cittadino divenga responsabile della gestione stessa del bene “montagna”, della sua fragilità, della sua unicità, della presente complessità e delle dinamiche che rapportano il vivere e coltivare la montagna ai temi della sicurezza idrogeologica che riguardano le grandi pianure e le metropoli. La montagna non può e non deve importare il modello di sviluppo e del vivere proprio delle città, pena l’estinzione del bene ambientale e l’acuirsi dei problemi idrogeologici.

E’ su questi temi che il convegno concentrerà le maggiori attenzioni e per fare questo è necessario ritrovare coesione, processi di lavoro unitari, consapevolezza e conoscenza della ricchezza del territorio e delle risorse presenti.
Su queste basi la sfida dell’associazionismo ambientalista continua, una sfida costruttiva, una sfida basata sulla fiducia, una sfida che ci porterà a costruire le Dolomiti patrimonio culturale dell’Umanità.

Le associazioni

Mountain Wilderness
Legambiente
CIPRA Italia.

Riferimenti per la stampa:

Toio De Savorgnani cell. 346.6139393 per Mountain Wilderness (Veneto)
Mancone Angelo cell. 329.2571881 per Legambiente (Veneto)
Luigi Casanova cell. 348.3592477 per CIPRA (Trentino Alto Adige)
Ira Conti cell. 335.8020879 G.D – PAS (Friuli Venezia Giulia)
Claudio Agnoli cell. 333.3858540 situazione logistica e rapporti con le istituzioni

Il responsabile del comunicato Luigi Casanova
casanova@mountainwilderness.it
info@mountainwilderness.it