Elettrodotti in montagna: Il ministero dei beni culturali boccia il progetto dell’elettrodotto del Cadore.

BELLUNO. Il paesaggio è un valore e non può essere compromesso da un’infrastruttura. In queste poche parole si riassume il contenuto del documento con il quale il ministero dei Beni e delle attività culturali boccia il progetto di potenziamento degli elettrodotti proposto da Terna in Valbelluna. Giovedì 20 luglio la Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio ha protocollato il suo «parere negativo circa la compatibilità ambientale” dell’intervento. Niente tralicci nel cuore delle Dolomiti, per il Mibac, che nelle premesse del suo provvedimento riprende i due pareri della Soprintendenza Belle arti del Veneto, anch’essi negativi. L’ente di tutela regionale valuta positivamente l’interramento e smonta le controdeduzioni inviate da Terna per giustificare il passaggio del corso del Piave via aerea.

La Via nazionale aveva dato l’ok. Il 18 maggio la commissione tecnica si era espressa favorevolmente, ma mettendo dodici prescrizioni (tranne l’interramento ad Andreane) al progetto. A chiedere l’interramento era stata, in precedenza, la Commissione Via regionale, che nel dare il suo parere favorevole al progetto, l’estate scorsa, aveva messo molte prescrizioni. La giunta regionale, facendo proprio quel parere, aggiunse «la necessità di addivenire ad una rivisitazione complessiva della progettazione proposta da Terna Spa nel Bellunese». Con la Via nazionale che ha dato parere favorevole e il ministero dei Beni culturali che si è detto contrario, ora la palla passa al Consiglio dei ministri. Sarà il governo a decidere sul progetto di “Razionalizzazione della rete di trasmissione nazionale (RTN) nella media Valle del Piave”. Esattamente come era accaduto per il progetto Redipuglia Ovest – Udine, anch’esso osteggiato dalla popolazione e da alcuni sindaci (non dalla Regione Friuli e dalla sua presidente Daniela Serracchiani PD). Allora il governo aveva dato l’ok.

«Impatto eccessivo». Il parere del Mibac afferma che l’impatto dei tralicci, «sovradimensionati rispetto ad una linea a 220 kV, risulta inaccettabile». Per la Soprintendenza, che considera positivamente le demolizioni di tralicci previste, «l’inserimento di un elettrodotto dovrebbe rispettare il paesaggio e integrarsi con esso». C’è anche un richiamo forte all’articolo 9 della Costituzione: «La tutela dei valori del paesaggio non può essere subordinata ad altri valori, ivi compresi quelli economici». La Soprintendenza «potrebbe valutare positivamente» l’interramento «lungo la viabilità esistente». Infine, «per quanto attiene il paventato rischio, in caso di rottura del cavo terrestre (interrato, ndr), peraltro meno frequente rispetto al cavo aereo in quanto meno esposto agli agenti atmosferici, di tempi più lunghi per eventuali riparazioni» con il rischio che la provincia resti senza energia elettrica per giorni, «si invita a prevedere una soluzione a due linee terrestri in parallelo, o a sviluppare alternative soluzioni tecniche».