Gestione corsi d’acqua nel contesto post-alluvione. Quali priorità?

Comunicatoto stampa congiunto delle Associazioni Ambientaliste che hanno partecipato all’incontro del 28 gennaio a Pieve di Cadore.

Lunedì 28 gennaio si è tenuto a Pieve di Cadore, presso l’Auditorium Cos.Mo., il terzo incontro del ciclo organizzato dalle Associazioni CIPRA Italia, WWF O.A. Terre del Piave, Mountain Wilderness, Italia Nostra sezione di Belluno, Libera Cadore presidio “Barbara Rizzo”, Ecoistituto Veneto “Alex Langer”, Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore e Gruppo Promotore Parco del Cadore.

Dopo aver approfondito gli aspetti legati al futuro delle foreste devastate e le ripercussioni del cambiamento climatico nel territorio delle Dolomiti, l’approfondimento ha riguardato la gestione e manutenzione dei corsi d’acqua montani nel contesto post-alluvione.

Presenti Nicola Surian, docente di geomorfologia fluviale presso l’Università di Padova, Andrea Goltara, direttore del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale, Camilo De Pellegrin Sindaco del Comune di Val di Zoldo, Francesco Comiti docente di idromorfologia fluviale e di mitigazione del rischio di alluvioni presso la Libera Università di Bolzano e Francesco Baruffi Segretario Generale Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali. Moderatore Ezio Franceschini, giornalista.

Si è trattato di un evento importante in quanto non sono state proposte le solite ricette scontate quali più opere, più rimozione di sedimenti e della vegetazione in alveo e la ricostruzione tal-quale della situazione pre evento.
Al contrario è stata sì riconosciuta la necessità di realizzare alcuni interventi urgenti nei casi veramente emergenziali, ma in parallelo sono stati lanciati messaggi importanti in merito agli errori da evitare nell’immediato e ai principi su cui deve essere basata la pianificazione a medio e lungo termine.

Tra questi la gestione dei sedimenti da realizzare in ottica di bacino e quindi figlia di nuovi strumenti quali i “Piani di gestione dei sedimenti” e la necessità di ridurre gli impatti negativi dei detriti vegetazionali in alveo non attraverso diffusi e miopi piani di abbattimento della vegetazione ripariale (l’apporto della vegetazione agli alvei in occasione di eventi simili a Vaia è notoriamente dovuta in gran parte ai versanti), ma piuttosto prevedendo briglie filtranti, o a cavi, che trattengono la vegetazione a monte dei centri abitati, o ampliando le sezioni critiche quali ponti troppo bassi e strettoie dovute anche ad urbanizzazioni in aree a rischio. La ricostruzione inoltre non dovrebbe essere realizzata sull’onda emotiva dell’evento rifacendo a tutti i costi le stesse opere, non sempre efficienti e necessarie, ma piuttosto ripensando alcune scelte del passato e promuovendo progettualità che rendano più resilienti e realmente più sicuri i nostri territori, ad esempio lasciando più spazio ai corsi d’acqua in aree non urbanizzate.

Il dibattito si è concentrato soprattutto su aspetti pianificatori vista la presenza di Francesco Baruffi dell’Autorità di Bacino delle Alpi Orientali, mentre è venuto a mancare un’analisi di dettaglio degli aspetti progettuali e degli investimenti a breve termine per l’assenza imprevista del Direttore dell’Area Tutela e Sviluppo del Territorio Nicola Dall’Acqua (Regione Veneto). 

Le Associazioni hanno garantito di vigilare affinché nella delicata fase emergenziale non vengano realizzate opere in modo affrettato e poco rispettoso di un territorio che ha già subito gli effetti delle devastazioni dell’ottobre scorso.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 22 febbraio a Domegge, presso la sala S.Giorgio, sul tema “Abitare la Terra, nostra Casa Comune” con don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e presidente di Libera, e mons. Renato Marangoni, Vescovo di Belluno-Feltre.

Le Associazioni promotrici

CIPRA Italia, WWF O.A. Terre del Piave, Mountain Wilderness, Italia Nostra sezione di Belluno, Libera Cadore presidio “Barbara Rizzo”, Ecoistituto Veneto “Alex Langer”, Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore e Gruppo Promotore Parco del Cadore.