Scempio ambientale e rischio sismico, un cocktail micidiale

MW invia le osservazioni avverse al gasdotto appenninico.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (27 luglio 2014) un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento per l’autorizzazione alla costruzione del “Metanodotto Foligno-Sestino DN 1200 (48”) DP 75 bar” e per la costituzione del vincolo preordinato all’esproprio della Snam Rete Gas s.p.a. (art. 52 quinques del D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i.).

Il metanodotto che s’intende realizzare non è altro che l’artata suddivisione dell’unico progetto denominato gasdotto “Rete Adriatica”, noto anche come “gasdotto appenninico”, opera che, nella sua attuale configurazione, riuscirebbe a unire lo scempio ambientale della dorsale dell’Appennino con l’aumento del pericolo per l’incolumità pubblica a causa del rischio sismico fra i più elevati in Italia per giunta con l’esborso di ingenti fondi pubblici.

Infatti, la “grande opera” d’interesse privato ma di finanziamento pubblico determinerebbe – per il suo folle tracciato – un vero e proprio disastro ambientale (interseca pesantemente ben 3 parchi nazionali, 1 parco naturale regionale, 21 fra siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale) ed economico-sociale (basti pensare ai danni alle zone turistiche umbre e marchigiane, nonché alle pregiate tartufaie appenniniche), senza contare il gravissimo pericolo determinato dall’interessare numerose aree in zona sismica “1”, nel tratti abruzzese, umbro e marchigiano, alcune fra le zone maggiormente a rischio sismico d’Italia.

L’intenzione del Gruppo Snam è chiara: costituire in Italia una “piattaforma” per vendere gas nel resto d’Europa. In origine in sinergia con British Gas, interessata alla realizzazione del rigassificatore a Brindisi, progetto poi abbandonato per le resistenze locali (2012).

Esclusivamente forti interessi economici, non il benessere delle popolazioni interessate, muovono il Gruppo Snam.

Sulla spinta delle determinatissime azioni legali e iniziative di sensibilizzazione di associazioni e comitati ecologisti, nonché da parte di Enti locali, anche l’VIII Commissione permanente “Ambiente” della Camera dei Deputati ha approvato il 26 ottobre 2011 all’unanimità la risoluzione n. 7/00518 presentata il 15 marzo 2011 (prima firmataria on. Raffaella Mariani, PD) che impegna il Governo alla modifica del tracciato del gasdotto appenninico “Rete Adriatica”.

Tuttora i provvedimenti di approvazione ambientale del progetto di gasdotto sono oggetto di contenzioso in sede nazionale ed europea.

Sarebbe ora che gli interessi ambientali ed economico-sociali delle popolazioni interessate venissero presi in giusta considerazione: invece, il Gruppo Snam ora procede alla richiesta di realizzazione del tratto Foligno (PG) – Sestino (AR) e dell’apposizione del vincolo finalizzato all’esproprio, istanza pubblicata recentemente negli albi pretori dei Comuni interessati.

Avverso il gasdotto, anche Mountain Wilderness Italia è al fianco dei residenti umbri e marchigiani interessati dal devastante progetto e rappresentati dal Comitato interregionale “No Tubo”: ha inoltrato l’atto di intervento con “osservazioni” (vedi il pdf qui a fianco) coinvolgendo il Ministero per lo sviluppo economico, il Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare, il Ministero per i beni e attività culturali e il turismo.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus mette a disposizione di tutti gli interessati un modulo di atto di intervento da completare ed inviare: chi fosse interessato può chiederlo all’indirizzo di posta elettronica grigsardegna5@gmail.com.
Il modulo va completato, firmato, possibilmente trasformato in formato pdf e inviato via posta elettronica, possibilmente da una p.e.c. Va diffuso a tutti gli interessati, associazioni e singoli cittadini, più atti arrivano e meglio è.
ATTENZIONE! La scadenza per l’invio del modulo è il 14 agosto p.v.

Salviamo l’Appennino da questo barbaro e pericoloso scempio!

info@mountainwilderness.it