Dolomiti Unesco, dieci anni di tutela ma poco da festeggiare.

Due dirigenti di Mountain Wilderness fanno il punto dopo dieci di Dolomti Unesco.

Silvia Simoni: Sembra ieri, sono già dieci anni. Il 26 giugno del 2009 l’Unesco riconosceva le Dolomiti come patrimonio mondiale «per il loro valore estetico, paesaggistico e per l’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico.
Il riconoscimento — afferma Silvia Simoni dovrebbe essere un marchio di tutela, e non di marketing per sponsorizzare economie di vario genere. In questi anni abbiamo assistito a esempi negativi, soprattutto come consumo del suolo e infrastrutturazione.
Diversi Comuni hanno avallato manifestazioni in quota di veicoli quad e autorizzato voli turisti ci in elicottero sia d’inverno che d’estate. Sono stati portati in alta quota dei mezzi motorizzati solo per fare degli spot pubblicitari. Per non parlare dell’aumento del traffico e acustico».
Se andiamo avanti con questo filone, forse per i prossimi dieci anni non ci sarà più niente da festeggiare. Bisogna trovare strategie di gestione intelligenti che possano ridurre il traffico e rendere piacevole, a chi cammina in questi luoghi, lo stare in montagna. Se non lo facciamo spopoleremo la montagna da chi cerca quiete.

Nonostante l’impegno della Fondazione nel diffondere una cultura di sensibilizzazione, la politica manca nel dare attuazione ad istanze di tutela. Questo costituisce un aspetto molto critico nella gestione del patrimonio Dolomiti Unesco.

Gianluca Vignoli: Il documento che riconosce le Dolomiti come
patrimonio dell’umanità si basa su principi come quello di mantenere l’integrità dei luoghi. La pressione maggiore, fanno sapere gli ambientalisti, arriva dal turismo. Di recente, vicino alla chiesetta di Funes, il proprietario ha installato dei tornelli di sicurezza, come quelli allo stadio, per limitarne l’accesso, poiché stanco dell’assalto dei turisti.
Lo capisco, il proprietario prova a tutelarsi. È una risposta estrema ad una situazione che dall’inizio non è stata gestita in modo corretto.
Credo sia temporaneo, non si possono ghettizzare i luoghi.

Gianluca Vignoli