Cento sindaci della montagna salgono in Marmolada
Luigi Casanova, nel 2002 (si, venti anni fa!), raccontando una manifestazione di MW sulla Marmolada, denuncia il “progressivo degrado del ghiacciaio, un patrimonio collettivo che veniva giornalmente consumato, eroso dai gatti delle nevi che ne intaccavano lo zoccolo (il capitale) per portare neve a coprire sassi, o i crepacci che in assenza di nevicate rimanevano aperti”.
Questa estate, il 14 luglio, oltre 100 persone hanno attraversato il ghiacciaio della Marmolada sfidando un tempo incerto ed un forte vento, indossando ben visibile la fascia tricolore di sindaco. Una provocazione che ha colto nel segno. Il documento di presentazione della manifestazione organizzata da MW criticava in modo fermo la qualità delle celebrazioni dell’anno internazionale delle montagne. Un anno perso perché diluito in centinaia di convegni, con contributi pubblici caduti a pioggia su ogni sorta di avvenimento sportivo o in sagre di paese. Un anno durante il quale è invece mancata una progettualità che costruisse nel breve futuro la consapevolezza della diversità, della specificità della montagna, che costruisse sviluppo sostenibile sulle nostre montagne, che definisse un progetto per le montagne del mondo.
Partendo da questa analisi, qui semplificata, è nata l’idea di portare in vetta alla Marmolada oltre 100 sindaci: cittadini, alpinisti, montanari. Ogni persona rappresenta un soggetto che deve avere la possibilità di interloquire con i vari poteri istituzionali: Ogni persona, anche chi viene dalle pianure, ha diritto di parola nel decidere la qualità dello sviluppo della montagna. Questo è stato il significato principale della manifestazione: oggi invece, nelle vallate alpine, gli unici soggetti che vengono ascoltati sono gli speculatori, i costruttori di impianti, gli asfaltatori delle vallate.
Cos’era accaduto in Marmolada?
Durante l’inverno MW aveva denunciato il progressivo degrado del ghiacciaio, un patrimonio collettivo che veniva giornalmente consumato, eroso dai gatti delle nevi che ne intaccavano lo zoccolo (il capitale) per portare neve a coprire sassi, o i crepacci che in assenza di nevicate rimanevano aperti.
Il 13 maggio i Presidenti delle province di Trento e Belluno, i sindaci di Canazei e Rocca Pietore, tenevano a Serauta una grande festa che poneva fine a trent’anni di conflitto giuridico sui confini della Marmolada. I vari gradi delle sentenze avevano sempre dato ragione a Trento: il ghiacciaio della Marmolada oggi è Trentino, quindi tutte le procedure amministrative dovevano competere a Trento e non più a Belluno. Nell’accordo del 13 maggio si mette il sigillo su queste sentenze, ma si parla anche ed unicamente di ristrutturazione degli impianti, di potenziamento della rete sciabile sul ghiacciaio, di definire il collegamento sciistico tra Pian dei Fiacconi e Punta Rocca. Ogni altra esigenza sollevata da MW veniva trascurata (richiesta di una commissione scientifica di studio e conservazione del ghiacciaio, richiesta di rivalutazione della storia dell’alpinismo, della grande guerra, della tecnologia idroelettrica, una nuova e seria sentieristica).
In noi tutti non poteva scattare che un allarme. La risposta è stata la manifestazione del 14 luglio, una manifestazione riuscita, che ha trovato ampio spazio sui media, che ha fatto discutere ogni ambiente culturale e politico nelle Dolomiti. Da quel momento abbiamo raccolto le promesse dei politici: il tavolo di confronto sarà avviato da subito, ci saranno anche gli ambientalisti, ridefiniremo la questione delle aree sciabili, si affermerà definitivamente il No all’eliski e allo sci estivo.
Due giorni dopo l’associazione era ancora presente in Marmolada, assieme ai due vescovi di Trento e Belluno. Anche in quell’occasione, che aveva motivazioni tutte diverse, l’incontro dell’uomo e del suo essere religioso, della sua fede con la montagna, la questione ambientale è divenuta protagonista. Ambedue i vescovi hanno sollecitato attenzione verso l’ambiente, la sua conservazione, la costruzione di uno sviluppo equilibrato che porti ricadute su tutti i soggetti presenti in una comunità.
Contemporaneamente a questi avvenimenti in Marmolada Alessandro Gogna terminava un’azione di pulizia nei crepacci della montagna, assieme ad altri tre collaboratori e con il sostegno della società Funivie liberava il crepaccio da tonnellate di rifiuti che l’uomo vi aveva riversato durante decenni di disattenzione e mancato rispetto.
Letta fin qui sembra che quattordici anni di attenzione, provocazione, denuncia da parte di Mountain Wilderness abbiano fatto maturare percorsi interessanti e nuovi. Ricordiamo le date principali:
- 1988 – pulizia della parete Sud dai rifiuti abbandonati dagli alpinisti e gettati dalla società delle funivie, denuncia degli scarichi abusivi e dell’inquinamento della parete e dei crepacci del ghiacciaio.
- 1996 – vittoria in tribunale. MW aveva ragione, la società funivie viene condannata a pagare i danni del provocato inquinamento.
- 8 dicembre 1996 – prima manifestazione contro l’eliski, 150 partecipanti.
- 13 luglio 1997 – dura manifestazione di MW, CIPRA e SOS Dolomites contro la partita a golf sul ghiacciaio ed i sorvoli in elicottero.
- 27 agosto 1998 – prima proposta dell’associazione di aprire un tavolo di confronto che costruisca un Patto per la Marmolada.
- Febbraio 2000 – denuncia contro il tentativo di aprire abusivamente il collegamento sciistico Serauta-Pian dei Fiacconi attraverso il ghiacciaio.
- Estate 2000 – la Provincia di Trento fa ripulire il ghiacciaio da gran parte dei rifiuti abbandonati.
Nonostante tutto questo non siamo ottimisti: il tavolo promesso non è ancora avviato. Le concessioni sciistiche sul ghiacciaio stanno per scadere, si devono rifare gli impianti. Ancora una volta si corre il rischio di essere travolti dall’emergenza. I politici imporranno discussioni settoriali: prima lo sci, dopo, in un secondo tempo, si parlerà di sentieri, di alpinismo, di esigenze del ghiacciaio.
Mountain Wilderness non accetterà questa impostazione ed è pronta a ritornare in Marmolada con iniziative forti, dirompenti, per denunciare la calcolata latitanza del mondo politico, l’assenza di risposte rivolte ad una associazione che non ha solo scritto forti No, ma è sempre stata capace di proporre e di risultare positiva.
Ci rivolgiamo quindi a voi tutti che ci leggete, escursionisti ed alpinisti: in Marmolada c’è ancora bisogno della vostra vigilanza, della vostra partecipazione. Rimaniamo pronti alla mobilitazione perché le proposte che stanno avanzando ci devono preoccupare e lo sappiamo, una volta costruiti i nuovi impianti risulta impossibile chiederne la demolizione o anche solo pretendere garanzie di tutela verso il ghiacciaio.
Luigi Casanova