CermiSkyline, la Ferrata dei Laghi e il parere di Luigi Casanova

Luigi Casanova, Presidente onorario di Mountain Wilderness, interviene dalle colonne dell’Adige sulla nuova Ferrata di Cavalese.

Luigi Casanova

 

Intervistato dall’Adige, Casanova è, al solito, molto chiaro.

Tutto a posto dal punto di vista autorizzativo – commenta Casanova – ma resta il problema
della concezione della montagna: una volta fatto un intervento in alta quota, quell’intervento
richiama e impone altri interventi.
È una catena: se potenzio l’area sciabile, poi devo fare la ferrata, il rifugio, il parco giochi,
i tracciati per le mountain bike».
Una spirale che antropizza sempre di più luoghi intatti (come finora era l’area di Bombasel)
con strutture che non servono «a garantire la sicurezza, ma solo la concezione estrema dello
sport – prosegue Casanova – interdicendo invece, a chi vuole avvicinarsi in modo naturale a
una vetta, la possibilità di arrampicare o la ricerca del sentiero di accesso naturale.

Questa è la logica del turismo di massa, con una montagna che diventa sempre più artificiale».
Per l’esponente di MW, il richiamo della ferrata porterà nell’area più turisti con un possibile impatto sui camosci e sui rapaci, che nidificano nella zona: «La Provincia ci dice che
dobbiamo togliere il lupo dalle aree antropizzate – conclude Casanova -, ma noi stiamo sempre
più antropizzando la montagna senza la capacità di convivere
coi suoi naturali abitanti.
Se questa è la cultura della montagna che la Provincia vuole salvaguardare, non ci siamo».