Giochi di parole

Di Carlo Alberto Graziani.

Saranno “i Giochi invernali più sostenibili e memorabili di sempre, fonte di ispirazione per cambiare la vita delle generazioni future”; dimostreremo “al mondo che è possibile ospitare i Giochi Olimpici adottando politiche economiche responsabili, criteri socialmente sostenibili e nel rispetto dell’ambiente”; “metteremo la regione alpina italiana al centro delle strategie di sviluppo sostenibile” con “speciale attenzione” alla tutela ambientale. Queste le promesse contenute nel dossier di presentazione della candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026 che sono diventate vincolanti per il nostro Paese quando il 24 giugno 2019 la candidatura è stata accolta dal CIO prevalendo su quella svedese, unica concorrente.

Al centro del dossier è il “Piano generale di realizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici” che deve essere attuato con la partecipazione dei vari portatori d’interesse e nel segno di un “responsabile” contenimento dei costi e che, per quanto riguarda la sostenibilità, prevede “una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) complessiva, come richiesto del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006”, nonché una “specifica valutazione” ai sensi della direttiva 92/43 CEE al fine di “evitare ogni possibile impatto sulla conservazione della biodiversità e del patrimonio culturale” (Dossier di candidatura, pag. 59). Si sottolinea inoltre che gli impatti ambientali saranno ridotti al minimo “grazie all’ampio utilizzo di infrastrutture già esistenti”: soltanto due saranno i nuovi impianti permanenti (il Villaggio Olimpico di Milano e l’Arena PalaItalia di Milano Santa Giulia) e soltanto due saranno le sedi provvisorie che verranno costruite (i Villaggi Olimpici di Livigno e Cortina); altri impianti, come la pista di bob di Cortina e la pista di pattinaggio di Baselga di Piné (TN), richiederanno esclusivamente opere di riqualificazione (ivi, pag. 62).

In attuazione di quanto indicato nel dossier la Fondazione Milano-Cortina 2026 ha attivato un Tavolo di confronto con le Associazioni di protezione ambientale da cui emerge un vero e proprio gioco delle parti: la Fondazione, da un lato mostra di condividere le posizioni delle Associazioni (“sono vostro alleato al 100%” ha dichiarato nell’incontro del 27 gennaio 2022 il Presidente Malagò); dall’altro ribadisce continuamente la sua differenza rispetto alla Società Infrastrutture che ha natura pubblica e sulla quale non può in alcun modo intervenire, dimenticando così che tra i suoi compiti di Comitato organizzatore dei Giochi vi è quello, previsto espressamente dalla legge olimpica, di dare “indicazioni” a tale Società. Giocando su questo doppio binario non ha mai accolto le richieste provenienti dalle Associazioni e in particolare le due più emblematiche: sostenere presso i Ministeri competenti la VAS complessiva nazionale, affermare la contrarietà alla pista di bob di Cortina.

La Fondazione, dunque, ritiene che la procedura di VAS e/o VIA degli impianti di gara sia di esclusiva competenza della Società Infrastrutture o dei proprietari (enti locali o soggetti privati), ma, come ha affermato l’ineffabile Malagò in quella stessa occasione, ha voluto comunque dare seguito alle richieste delle Associazioni sottoponendo a valutazione ambientale un proprio “Programma di realizzazione dei Giochi” di cui il 17 aprile scorso è stato presentato il rapporto preliminare con riferimento ai soli aspetti organizzativi. 

Balza qui evidente il gioco di parole: da un lato il dossier con il “Piano generale di realizzazione dei Giochi” (oggi indicato come Masterplan), dall’altro la Fondazione con il “Programma di realizzazione dei Giochi”. Se è vero che sia i piani che i programmi devono essere sottomessi a valutazione ambientale è anche vero che un programma di realizzazione dei Giochi non può non riguardare tempi e modalità dell’approntamento degli impianti e delle altre opere. In realtà questo gioco di parole serve a nascondere la volontà, oramai sempre più evidente, di sottrarre l’insieme degli interventi in corso di realizzazione alla procedura di VAS complessiva in aperta violazione dell’impegno assunto con il dossier.

Ma non finiscono qui i giochi di parole: ve ne è un altro molto specifico, ma particolarmente significativo, che riguarda la pista di bob di Cortina. Nel dossier si afferma che tale impianto deve essere “riqualificato”: ma si può considerare “opera da riqualificare” un impianto che si costruisce ex novo quando il precedente – e cioè la storica pista Eugenio Monti per la quale oltre tutto la Soprintendenza di Venezia ha avviato la procedura per riconoscerne il notevole valore storico e culturale – viene completamente distrutto?

Si aggiungano gli altissimi costi necessari sia per la costruzione (oltre 120 milioni di euro più IVA, molto più del doppio di quanto indicato nel dossier per la riqualificazione, un enorme irresponsabile spreco di denaro per un impianto che servirà solo a poche decine di atleti), sia per la gestione da lasciare in eredità al Comune di Cortina. Si parla tanto di legacy dei Giochi nel dossier e se ne parla nel Tavolo di confronto: sarà proprio questo spreco un esempio?

Occorre trarre le conclusioni. Non possiamo più accettare questi giochi di parole; dobbiamo renderci conto che gli incontri con le Associazioni servono alla Fondazione unicamente per dimostrare al CIO che il suo programma viene realizzato con la partecipazione dei portatori d’interesse e in particolare con il consenso del mondo ambientalista. A questa strumentalizzazione dobbiamo opporci nel modo forse non più efficace, ma certamente più saggio: abbandonando, cioè,  il Tavolo di un confronto che si è rivelato falso.

(Nel servizio si è tracciato quanto riporta il dossier di candidatura. Nel frattempo il Villaggio olimpico di Livigno è stato depennato mentre si è aggiunto il non previsto villaggio della Scuola alpina della Guardia di Finanza di Predazzo, prevista una spesa di 27 milioni di euro, comunque opere che rimarranno a servizio della Finanza e dei corsi per allievi. Mantenuto l’impegno per il nuovo Villaggio di Cortina, non disponibili né progetto né costi reali. Ndr)

Le due finestre

Il Tavolo interassociativo

Sul modello dell’Osservatorio delle Associazioni ambientaliste sul Parco nazionale dello Stelvio, Mountain Wilderness aveva proposto di dar vita ad un analogo Osservatorio per le Olimpiadi invernali del 2026. Per una serie di motivazioni – timore di alcuni di passare per oppositori ai Giochi; timori di altri di criticare la Fondazione Milano-Cortina 2026 che tra i suoi consulenti annovera nomi importanti della galassia ambientalista – si è dato vita ad un meno formale Tavolo di lavoro coordinato da MW (prima con Stefano Sala, poi con Gianluca Vignoli) e dal CAI (con Oscar Del Barba) al quale partecipano anche Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Pro Natura, TCI, WWF. Il Tavolo comunque ha prodotto risultati importanti, anche se non determinanti: dalla formazione e diffusione di posizioni unitarie su almeno due punti fondamentali (necessità di una VAS complessiva, spostamento delle gare di bob, skeleton e slittino a Innsbruck) alla preparazione degli incontri con la Fondazione; dagli sforzi per penetrare nel muro di gomma costruito dal Ministero dell’Ambiente e dagli altri ministeri competenti alla lettera inviata al Presidente del CIO sulla pista di bob di Cortina che comunque ha contribuito a fargli esprimere il suo accordo per un eventuale spostamento della pista in altro Paese. (Ad oggi l’ipotesi della nuova pista di bob a Cortina sembra definitivamente tramontata ma ancora non è chiaro dove verranno svolte le gare di bob, slittino e skeleton).

La Fondazione MI-CO e la Società Infrastrutture

La legge olimpica (8 maggio 2020, n. 31) emanata espressamente per i Giochi del 2026, prevede:

a) l’attribuzione alla “Fondazione Milano-Cortina 2026” – costituitasi nel 2019 ed operante in regime di diritto privato senza scopo di lucro, presieduta da Giovanni Malagò – delle funzioni di Comitato Organizzatore dei Giochi con riferimento specifico a “tutte le attività di gestione, organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi relativi ai Giochi” (art. 2);

b) l’autorizzazione a costituire la “Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 S.p.A.” (Simico) partecipata dal MEF (Ministero economia e finanza) e dal MIT (Ministero infrastrutture e trasporti), dalle Regioni Lombardia e Veneto e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano, che ha per oggetto la progettazione e la realizzazione, quale centrale di committenza e stazione appaltante, del piano complessivo delle opere olimpiche (essenziali, connesse e di contesto) approvato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Essa “opera in coerenza con le indicazioni del Comitato Organizzatore”, cioè della Fondazione, e deve osservare una serie di indicazioni tra cui, nel caso di interventi che incidono sulla Rete Natura 2000, i criteri e la disciplina previsti dalla direttiva 92/43 CEE (art. 3).

Carlo Alberto Graziani