I grandi carnivori nelle Alpi, una convivenza possibile

Un documento di CIPRA ITALIA nel tentativo di sfatare luoghi comuni e fare chiarezza. Per una gestione razionale dei grandi predatori e a sostegno delle potenzialità offerte da questi nuovi reinsediamenti nelle Alpi italiane.

www.allwallpapersfree.org


La presenza dei grandi carnivori nelle Alpi italiane (lupo, orso, lince e sciacallo dorato).

SCARICA IL DOCUMENTO COMPLETO

Le Alpi italiane sono tornate ad essere abitate da grandi carnivori come l’orso, il lupo, la lince e lo sciacallo dorato. L’incremento della “naturalità” dell’ambiente montano conseguente all’abbandono di terre coltivate e l’aumento di cinghiali e altri ungulati selvatici, dovuto in gran parte a reintroduzioni, hanno ricreato le condizioni idonee al ritorno dei grandi predatori.
È accaduto spontaneamente per il lupo su tutto l’arco alpino e per lo sciacallo dorato in alcune zone delle Alpi orientali. Il ritorno dell’orso e della lince invece è dovuto essenzialmente a progetti di reintroduzione (reintroduzioni di linci in Svizzera e Slovenia; reintroduzione di 12 esemplari di orso bruno provenienti dalla Slovenia nel Parco Naturale Adamello Brenta grazie ad un Progetto LIFE).

Il valore della biodiversità

Il territorio alpino rappresenta un anello molto importante per la biodiversità di tutto il continente.
La conservazione della biodiversità e degli equilibri eco-sistemici, per CIPRA fondamentale valore di riferimento, potrebbe rispondere anche alla complessa lettura dei diversi punti di vista rappresentati dagli interessi differenti, spesso opposti, degli stakeholders. La protezione dei grandi carnivori ha forti motivazioni di carattere ecologico infatti, i predatori svolgono un ruolo importante nella limitazione delle prede e di regolazione di tutto l’ecosistema. Limitano la presenza di erbivori selvatici e di cinghiali che causano consistenti danni a colture, pascoli e foreste. C’è un valore economico (sono specie in grado di attirare di un gran numero di persone e di valorizzare turisticamente le aree naturali in cui sono presenti), ma anche estetico (sono tra le specie più affascinanti) ed etico (ogni specie vivente ha il diritto di vivere in ambienti consoni). La motivazione ecologica è certamente la più condivisibile poiché più funzionale ai valori attuali della nostra società. Il lupo, l’orso e gli altri carnivori rappresentano un elemento fondamentale per la naturalità degli ecosistemi: la conservazione di queste specie induce benefici per tutte le altre componenti ambientali ad esse correlate.
La conservazione di popolazioni vitali di carnivori costituisce un contributo importante al mantenimento della biodiversità, anche per l’effetto “ombrello” su altre specie e sull’habitat.
Altro aspetto non trascurabile da rimarcare, è l’azione di selezione che il lupo in modo particolare, essendo carnivoro, esercita sulla fauna selvatica. Mentre l’uomo non sempre interviene con un’azione selettiva corretta, l’arrivo dei grandi predatori costituisce un elemento di riequilibrio e miglioramento per le popolazioni di ungulati.

Il conflitto con gli allevatori: la prevenzione è la carta vincente per una convivenza accettabile

La presenza dei grandi predatori ci porta ad affrontare i problemi concreti causati dall’interferenza con la presenza umana e le sue attività, in particolare l’allevamento. Quello del pastore è un mestiere antichissimo, la cui salvaguardia consente il mantenimento di produzioni di qualità in aree marginali, interne e montane e la tutela di habitat di pregio ecologico e considerati prioritari dalla normativa internazionale sulla conservazione della biodiversità.
Per creare condizioni adeguate a consentire la permanenza dei pastori e delle greggi/mandrie sugli alpeggi, e allo stesso tempo garantire la conservazione a lungo termine dei grandi predatori, si impone un approccio volto a minimizzare il conflitto attraverso interventi di prevenzione e l’applicazione di normative che garantiscano indennizzi adeguati a chi subisce danni causati dal predatore.

  • L’eliminazione di alcune usanze di pascolo brado incustodito.
  • L’adozione di opportuni sistemi di recinzione elettrificata.
  • Il ricovero notturno degli animali in stazzi e il corretto impiego di cani da guardiania.
  • Da parte delle amministrazioni pubbliche sono necessarie efficaci misure di assistenza economica, sia per sostenere opere di prevenzione, sia per il risarcimento tempestivo nei confronti delle aziende che, nonostante la realizzazione di interventi adeguati, subiscono danni da predatori.
  • Anche la ricerca scientifica è chiamata a dare il proprio contributo, attraverso nuove conoscenze, elaborando e perfezionando metodi e tecniche di prevenzione e impegnandosi nella diffusione di buone pratiche.

Informazione e prevenzione

Come emerso con forza dai lavori conclusivi del progetto Wolfalps la scommessa della convivenza fra attività umane e del lupo si gioca innanzitutto sul piano culturale. Le paure delle persone per questi animali sono reali, non possono essere ignorate e meritano risposte adeguate in termini di informazione e formazione (a scuola come nel resto della società).

Testi a cura di Vanda Bonardo, Luigi Casanova, Carlo Gubetti, Francesco Pastorelli
Ulteriori informazioni: www.cipra.org/it/dossiers/grandi-carnivori