Il Monviso non è un poster: No al Monviso illuminato durante le notti di Torino 2006
Comunicato stampa
E’ del 1° di aprile la notizia che la Comunità montana delle valli Po, Infernetto e Bronda ha indetto un bando di gara per illuminare il Monviso “a giorno” durante 10 o più notti delle Olimpiadi di Torino 2006, ma sfortunatamente non si tratta di un ”pesce”.
Il progetto è già stato appaltato alla società “Sole” e la Comunità ha già pronti 10.000 euro da spendere per una prova operativa, che dovrebbe tenersi entro 20 giorni.
L’operazione costerà 75.000 euro, ma gli amministratori locali si dicono sicuri di riuscire a trovare gli sponsor che possano aiutarli a sostenere luna simile spesa.
I criteri di aggiudicazione sono stati molto semplici: vince chi lo illumina meglio e fa pagare di meno.
Nessun riferimento al consumo energetico, al sicuro e grave disturbo della fauna, all’inquinamento acustico dei generatori o all’impatto ambientale delle strutture che dovranno essere poste in loco, nessuna consulenza naturalistica.
L’individuazione del luogo è lasciata alla ditta appaltatrice senza alcun altro vincolo ambientale se non quello di rimuovere tutto a fine spettacolo. Sarà ovviamente consentito l’uso degli elicotteri e l’installazione di ricoveri temporanei sia per le attrezzature che per gli operatori addetti.
Il funzionamento dell’impianto artistico dovrà essere garantito anche in condizioni climatiche estreme; l’occasione è di quelle da non perdere.
E’ grave che a proporre questo progetto siano state proprio le così dette “valli minori”, valli che dovrebbero puntare sulla cultura del rispetto e del rapporto armonioso tra uomo e natura per catturare i turisti di cui indubbiamente hanno bisogno.
E’ grave che pur di farsi pubblicità si sia disposti a veicolare un’immagine di sé così idiota ed insensata, in barba alla crisi energetica, al Protocollo di Kyoto ed al rispetto dell’ambiente.
Forse l’entusiasmo per avere finalmente trovato il modo di farsi notare, inserendosi nel discutibile palcoscenico delle Olimpiadi invernali del 2006, ha fatto perdere un po’ la testa a chi da sempre è rimasto all’ombra delle celebrate e consumate valli torinesi.
Una cosa è certa: nessun amante della natura potrà mai apprezzare questo gesto.
“Il Monviso è il nostro testimonial” dice Aldo Perotti, presidente della Comunità, dimenticandosi forse per un attimo che non si tratta di uno sfondo disegnato sul cielo, né di un monumento o di una strada, ma di una montagna, un “pezzo di natura” e quindi di vita.
Non sarà riducendolo ad un “poster vivente” e sperperando energia che conquisteranno il cuore dei turisti che vanno cercando, né d’altro canto potranno catturare quello di tutti coloro che lo ammireranno dalle chiassose e confuse valli Olimpiche: troppo poche le funivie, troppi pochi gli alberghi di lusso.
Il contenuto culturale di questo gesto è molto grave e Mountain Wilderness si oppone con forza a questa iniziativa (che agli occhi dei più potrebbe passare per un’innocua barzelletta) chiedendo un intervento forte e tempestivo di enti ed associazioni.
Cristiano Ghedini
ghedini@mountainwilderness.it