In taxi alla Gnifetti
Roberto Serafin di Mountcity, ci manda qualche considerazione in merito alla nuova “opportunità da non perdere” che volentieri pubblichiamo.
Monte Rosa formato famiglia. Per salire ai 3647 metri della Capanna Gnifetti sul Monte Rosa basta chiamare un taxi. “Un’opportunità da non perdere”, viene definita da un sito locale. Ma occorre affrettarsi, il rifugio resterà aperto fino il 6 ottobre. “A funivia chiusa”, viene precisato, “è possibile raggiungere il Passo dei Salati o il Colle della Bettaforca grazie al servizio con fuoristrada garantito da Taxi Monterosa. In tre quarti d’ora di taxi e due ore di marcia si giunge da Gressoney alla testata del bacino glaciale del Lys sul ghiacciaio del Garstelet”.
Che cosa saranno mai quei 372 metri di dislivello da fare a piedi dal momento in cui il taxi terminerà la sua corsa? Oggi forse sarebbe disposto a chiudere un occhio anche il parroco di Alagna Giovanni Gnifetti, promotore entusiasta nell’Ottocento dell’ascensione alle più alte vette del Rosa, tra i primi a sperimentare gli inconvenienti della salita a quelle quote, compresa “la privazione di ogni energia e perdita d’appetito, la sonnolenza profonda, il vino che da tutti si volle bere e ci toglieva il rimanente delle forze e fummo perciò obbligati a privarcene”.
E tuttavia è difficile accettare l’idea che per salire alla storica capanna del Cai Varallo ci si possa valere di un “servizio con fuoristrada garantito”. Con l’aria che tira e la tendenza a salire alle alte quote incalzati dal global warming, qualcuno non teme forse che alla Gnifetti si possano di questo passo trovare un giorno snow park, tappeti mobili colorati per muovere i primi passi con gli sci, gonfiabili?
Dietro alle nuove opportunità offerte ai moderni emuli di Tartarino non si celerà questa paccottiglia tipica della neve formato famiglia a cui sempre più turisti aspirano? E a maggior ragione se basterà cercare sul telefonino la magica parola “taxi”?
Roberto Serafin