La monocoltura del Prosecco

Di Luigi Salvador

Per assegnare i nomi ai prodotti tipici, l’UE privilegia l’indicazione geografica e, visto che il Comune di Prosecco si trova in Friuli, il presidente Zaia ha dovuto concordare col collega del Friuli la possibilità di utilizzare il nome “prosecco” in un’area molto più vasta.
Così, dal 2009 un disciplinare del Ministero dell’Agricoltura autorizza la produzione di “prosecco DOC” nelle Province del Friuli VG (PN, GO, TS, UD) e in 420 Comuni di 5 Province venete (BL, VI, PD, TV, VE) e “DOCG prosecco” nelle enclave trevigiane Conegliano-Valdobbiadene e Asolo- Montello, di 15 e 17 comuni.
La superficie DOC prosecco è di 3.500 ha nel Friuli e 16.500 nel Veneto, mentre non c’è nessun limite alle due enclave DOCG trevigiane, tant’è che la superficie viticola nella DOCG di Conegliano, da allora è quasi raddoppiata.
Attualmente la produzione del prosecco veneto sfiora i 500 milioni di bottiglie l’anno, con un giro di affari di circa 2,5 miliardi di euro ed esportazioni oltre il 40% della produzione (90% per gli spumanti).
La corsa alla produzione del prosecco è così impetuosa che Veneto e FVG sono di gran lunga in testa rispetto a tutte le altre regioni italiane per il numero di ettari richiesti per nuovi impianti e reimpianti, incentivati lautamente dalla Regione Veneto, così come la costruzione di nuove cantine, con oltre 120 Mln di euro in questi ultimi 7 anni. L’entrata in produzione di
migliaia di ettari di nuovi vigneti, con la conseguente sovrapproduzione, sta già mettendo a rischio la stabilità dei prezzi.
Nonostante le massicce sovvenzioni, la Regione non ha mai vincolato gli incentivi alle produzioni biologiche o naturali, cioè a processi che riducano
i costi esterni sanitari, ambientali ed economici: nella DOCG il biologico
è poco oltre il 2%.


I processi monocolturali privilegiano la quantità alla qualità e sono influenzati da una perversa semplificazione della gestione agronomica attraverso concimi chimici e pesticidi di sintesi venduti in grandi quantità. Ogni febbraio, a Conegliano, presso l’Università per l’Agricoltura, la Regione e la Provincia di Treviso organizzano un forum fitoiatrico, in cui una quindicina di case chimico-farmaceutiche, (BASF, Bayer, Syngenta, Dow, etc) presentano i loro nuovi pesticidi di sintesi.
I pesticidi di sintesi, utilizzati in grandi quantità nell’agricoltura convenzionale (allungati in genere circa 300 volte con acqua) sono delle sostanze progettate per uccidere la vita e utilizzano una tecnologia nuova
completamente fuori controllo per rilasciare nell’ambiente il 100% delle sostanze irrorate.
In questo contesto ambientale e sociale a rischio, dopo la prima bocciatura del 2018, il 7.7.2019 a Baku in Azerbaijan, l’UNESCO ha conferito alle Colline del prosecco Conegliano- Valdobbiadene, l’attestato di “Patrimoni culturale”.
Davanti al World Heritage Committee UNESCO (21 ambasciatori di 21 Stati), il rappresentante UNESCO delle ONG, nei 2 minuti concessi, ha letto
questo “statement”:
A nome del Pesticide Action Network Italia e World Heritage Watch vi invito
a NON iscrivere le Colline del Prosecco come patrimonio mondiale.
La nomina del Prosecco è molto controversa nella regione. I pesticidi pericolosi, intensamente utilizzati su tutte le aree del vigneto, sia urbane che rurali, hanno già prodotto effetti negativi sulla salute della popolazione locale e sulla qualità della vita nella regione: le persone ne soffrono giorno per giorno.

Per anni i cittadini della regione del Prosecco hanno protestato fortemente contro la nomina e insieme a numerose organizzazioni locali e nazionali hanno organizzato marce, petizioni, proteste e sit-in (l’ultima il 28 giugno di fronte all’UNESCO di Venezia), per fermare il processo di iscrizione fino a quando l’uso di pesticidi pericolosi verrà fermato, benessere e salute degli abitanti assicurati.
Sfortunatamente l’UNESCO non ha ancora sviluppato procedure per la gestione e il controllo dell’uso dei pesticidi sintetici, nonostante li abbia dichiarati “una minaccia” in più documenti ufficiali a partire dal 1972.
La nomina del Prosecco ha rivelato l’urgenza che il Comitato UNESCO adotti un documento politico in base al quale lo status di patrimonio mondiale sia incompatibile con l’uso di pesticidi tossici e le proprietà del patrimonio mondiale e le zone cuscinetto siano libere dal loro uso o almeno forniscano uno schema di divieto progressivo la cui attuazione sia monitorata dall’UNESCO.
Volete davvero trasmettere alle generazioni future come patrimonio culturale mondiale un modello di monocoltura industriale inquinante che produce disagio e sofferenza agli abitanti i quali combattono continuamente per un cambiamento?
Questa richiesta non ha fatto cambiare il parere al WH Committee, anche se la Commissione ICOMOS Italia si era dichiarata contraria. L’approvazione di ICOMOS International è stata però accompagnata da ben 15 pesanti raccomandazioni: la prima chiede di conoscere almeno la superficie in ettari della zona certificata!

A Conegliano sono state raccolte 2400 firme per un Referendum comunale consultivo contro tutti i pesticidi di sintesi e la Giunta comunale l’ha fissato per il 15 novembre 2020.
Il Referendum, strumento di informazione e di coinvolgimento dei cittadini, nel nostro caso è un pre-requisito per spingere l’Amministrazione ad inserire nel Regolamento di polizia rurale il processo di coltivazione biologica per poter gestire la transizione.
A Baku abbiamo compreso che le proteste e le proposte delle associazioni e dei cittadini contano ben poco se le associazioni e i comitati del Veneto non uniscono passioni, competenze e proposte, partendo dai problemi reali del territorio, per arrivare a un autogoverno dei beni comuni e dei luoghi dove sia possibile vivere con dignità e in salute.