La natura selvaggia è una necessità spirituale.

Il canto selvatico (Piano B, 18 euro, 208 p.) di Sigurd Olson, traduzione di Sara Reggiani, dal 1 dicembre in tutte le librerie. Inedito in Italia.
Sigurd Olson è uno dei più importanti scrittori naturalisti, ambientalisti e conservazionisti americani.
I suoi lavori non sono mai stati tradotti in Italia: Il canto selvatico, uscito nel 1956, è subito diventato un best seller e uno dei libri più influenti del nature writing e del movimento ecologista.

Chiunque può sentire il canto della natura selvaggia. Nessuno ne è immune, è un impulso primitivo impresso nelle pieghe più antiche della nostra corteccia cerebrale. 

Dopo averlo udito per la prima volta, per alcuni diventa un richiamo irresistibile.

Sigurd Olson è uno dei più importanti scrittori naturalisti, ambientalisti e conservazionisti americani.
I suoi lavori non sono mai stati tradotti in Italia:  Il canto selvatico, uscito nel 1956, è subito diventato un best seller e uno dei libri più influenti del nature writing e del movimento ecologista.

Nel 1964 Olson partecipa alla creazione del Wilderness Act che riconosce legalmente la Wilderness come area non controllata dall’uomo. Negli anni successivi collabora alla fondazione del National Wilderness Preservation System e assume la carica di presidente della Wilderness society. Nel 1974 viene insignito della John Burroughs Medal, la più alta onorificenza nel campo della letteratura naturalistica e ambientale.

Sigurd F. Olson (April 4, 1899 – January 13, 1982), American author and environmentalist. Photograph by Alfred Eisenstaedt


Si è battuto per tutta la vita per la protezione della natura selvaggia e per più di trent’anni ha prestato servizio come guida nei laghi e nelle foreste della regione del Quetico-Superior,
 tra Minnesota e Ontario, che dal 1978 è diventata la Boundary Waters Canoe Area Wilderness, un’area selvaggia di foreste incontaminate, laghi glaciali e ruscelli.
Questa esperienza ha maturato in Olson l’idea che la natura veicoli esperienze spirituali necessarie all’uomo contemporaneo, la Boundary Waters diventa per lui una sorta di santuario alla cui tutela dedica la vita schierandosi contro la costruzione di strade e la disposizione di rotte aeree nella zona.

Il valore spirituale della natura incontaminata si riflette in tutti i suoi lavori e questo suo approccio spirituale e filosofico lo rende uno dei più carismatici leader conservazionisti.

«La conservazione di acque, foreste, e della vita selvatica ha a che fare con la conservazione dello spirito umano.»

Ha scritto numerosi articoli e diversi libri. Il canto selvatico è la sua prima opera. Organizzato seguendo lo scorrere delle stagioni, dalla primavera all’inverno, Il canto selvatico riesce a toccare le corde più sottili degli amanti della natura, con una prosa ispirata, quasi poetica, che narra di cose tanto semplici quanto magnifiche: i boschi e i laghi gelati, il disgelo e il rifiorire della vita, le lunghe camminate, gli estatici viaggi in canoa, i fuochi degli accampamenti e ancora le trote e i falchi, le oche e i lupi, le tempeste di neve e le aurore boreali.

«Al di sopra ogni cosa c’era il silenzio della natura, quel senso di unità generato solo dall’assenza di immagini o suoni che ci distraggono, un’unità percepita dall’orecchio e dall’occhio interiori, quando sentiamo e siamo consapevoli con tutto il nostro essere piuttosto che con i sensi.»