La resistenza sulle montagne

Il prossimo numero del notiziario arriverà a giorni nelle case dei nostri soci, tratterà principalmente dei sentieri di montagna e della lotta della Resistenza al nazi-fascismo. Una rievocazione storica che non è casuale: si tratta di una scelta “politica” sostenuta dal nostro Consiglio Direttivo. In un momento storico come quello che stiamo vivendo c’è bisogno di Resistenza. Una diffusa Resistenza culturale al progressivo degrado della montagna, dei paesaggi, opponendosi alle speculazioni, al consumo di valori e autenticità delle nostre vallate e nel tentare di ridefinire un’identità delle popolazioni che le montagne le vivono.
Vi anticipiamo l’editoriale di Luigi Casanova, direttore del notiziario e Presidente Onorario di MW Italia.

L’editoriale di Luigi Casanova

Cari lettori, non rimarrete certo sorpresi da questo numero che tratta dei sentieri di montagna e della lotta della Resistenza al nazi-fascismo.

Si tratta di una scelta “politica” sostenuta dal nostro Consiglio Direttivo su indicazione del Presidente onorario di Mountain Wilderness International, Carlo Alberto Pinelli.

Una rievocazione storica che non è casuale e non rituale. Sulle montagne italiane ha preso corpo e si è sviluppata la resistenza, specie dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 quando migliaia di soldati italiani sono stati abbandonati e lasciati allo sbando. Tanti di loro hanno così incontrato altre migliaia di ragazzi/e – cittadini/e che si sono spostati in montagna per organizzarsi e attaccare, sabotare, intralciare l’esercito invasore tedesco e le milizie repubblichine di Salò. Per sopravvivere in montagna sono stati necessari i sentieri di accesso. Vie di comunicazione aspre, severe, faticose. Sono state necessarie capacità auto-organizzative, la solidarietà di chi nei paesi è rimasto per viverci, nonni/e e madri, le giovani staffette in bicicletta. Fra queste ultime mi è caro ricordare Tina Merlin, la giornalista dell’Unità, colei che, seppur isolata, era stata capace di smascherare le menzogne dei potenti che hanno costruito la diga e la conseguente tragedia del Vajont. Anche quel suo successivo agire, da giornalista, fu Resistenza.

Tina Merlin, partigiana, comunista e giornalista

Mountain Wilderness rileggendo alcune brevi storie del passato, ripercorrendo alcuni sentieri e personaggi di quell’epoca guarda al futuro, in positivo.

Pensate ai nostri Resistenti di allora, giovanissimi e per lo più inesperti: imbracciarono le armi in un paese invaso al Nord e al Centro Italia dai nazisti, mentre gli Alleati avanzavano faticosamente da Sud. Le città furono martoriate, bombardate, migliaia le vittime, un paese intero distrutto. Bene, quei ragazzi nati e vissuti nella disperazione e nella fame, grazie a orgoglio, visione sociale, volontà di riscatto e intelligenza hanno poi ricostruito l’Italia. Sono stati capaci di mettere insieme diverse idealità e ispirazioni per ricostruire uno Stato, per offrirci una straordinaria Costituzione, per regalarci una netta separazione di poteri fra politica, giustizia, informazione, per rifondare – da zero – una democrazia. In pochi mesi si è organizzata e stabilizzata, fra mille sofferenze, una conversione costruttiva di un intero popolo.

E’ questa la strada che dobbiamo intraprendere oggi. Mountain Wilderness ha strutturato una diffusa Resistenza culturale al progressivo degrado della montagna, dei paesaggi, opponendosi alle speculazioni, al consumo di valori e autenticità delle nostre vallate e nel tentare di ridefinire un’identità delle popolazioni che le montagne le vivono.

Manifestazione dicembre 1996 contro eliski. Marmolada di Rocca

I cambiamenti climatici in atto ci indicano la via da percorrere: strutturare e diffondere, da subito, una nuova Resistenza. Lottando quindi con l’azione, con l’esempio. Riprendiamo un nostro storico agire rileggendo i sentieri del 1943-’45, adattiamo i contenuti di allora alle emergenze di oggi: diffondendo Resistenza nonviolenta, concreta, basata sull’azione diretta. Imparando dai Partigiani di allora, consolidando alleanze, anche coraggiose. La lotta per difendere le montagne la si vince uniti e tenendosi per mano, forti del gruppo, attingendo alle diverse energie dei singoli. Noi siamo forti dei contenuti delle Tesi di Biella. Siamo forti delle nostre lotte, siamo forti della passione che ancora anima la vecchia guardia ma specialmente dei giovani che hanno preso il testimone nella guida di Mountain Wilderness. Importante è resistere ancora, quasi in trincea, ma sempre capaci di prospettiva, di programmi, di amore verso le montagne di tutto il mondo. Come sono stati forti i Partigiani 80 anni fa: hanno resistito, hanno lottato, hanno anche subito, ma sono stati pronti a ricostruire un paese, forti di speranza e fiducia.

Luigi Casanova