Orso Dino contraltare del logo delle Dolomiti

Comunicato stampa di Mountain Wilderness Italia

La Fondazione Dolomiti UNESCO ci ha imposto un logo delle Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità che destruttura le tipiche torri dolomitiche per trasformarle in grattacieli. Ancora una volta la cultura metropolitana ha avuto il sopravvento sulla cultura della montagna, basata sulla sobrietà e sul lavoro, sulla conoscenza e sull’esperienza.

Contemporaneamente l’orso Dino (così battezzato in onore di Dino Buzzati, il cantore delle Dolomiti) partiva nella primavera del 2009 dalla Slovenia e raggiungeva il Trentino, l’altopiano di Asiago, e due anni dopo ritornava attraverso il Cadore nella Carnia per svernare in Slovenia.

L’orso Dino, simbolo della libertà, della selvaticità più autentica, è stato ucciso.

Quest’orso aveva ripreso gran parte del tracciato che alla fine degli anni ’90 Mountain Wilderness aveva seguito, con un lungo trekking ideato dal naturalista Stefano Mayr, partendo dalla Slovenia per attraversare le aree protette delle Giulie, delle regole ampezzane, del parco delle Dolomiti bellunesi, dei parchi di Paneveggio-Pale di San Martino fino alle Dolomiti di Brenta. Un percorso significativo che già era stato suggerito dal convegno degli ambientalisti in Cadore nel 1998 quando vollero riprendere il progetto di Dolomiti UNESCO seguendo la rete delle aree protette.

Come accaduto per l’orso Bruno in Baviera non poteva che essere una fucilata a fermare la gioia del vivere, la voglia di scoperta, il coraggio di valicare i limiti del nostro amico orso.

Come del resto sono state le fucilate all’inizio degli anni ’90 ad eliminare nuovamente la presenza della lince sul Lagorai, dai cinque ai sei esemplari improvvisamente scomparvero. Ed erano arrivate anche queste dalla Slovenia per colonizzare nuovi territori, ancora liberi, abbastanza integri.

Questi fatti deplorevoli dimostrano come l’essere umano viva ancora impregnato in pregiudizi e carico di paure. Ma specialmente dimostrano ancora una volta quanto la cultura della metropoli sia stata invasiva nella identità di chi vive in montagna. Ogni cosa non conosciuta fa paura. La montagna stessa diventa nemica o assassina. Sempre meno spesso ci si sofferma a riflettere sul perché delle tragedie, delle grandi alluvioni, su come avvicinare e sostenere la presenza di questi animali selvatici tanto intraprendenti e liberi.

Certo, la provincia di Trento può aver commesso degli errori riguardo il progetto LIFE Ursus nel rilasciare questi animali senza aver diffuso sul territorio, specie nei confronti del mondo agricolo, una adeguata conoscenza delle abitudini di questo animale. Senza aver invitato i cacciatori ad un cambio di mentalità, a divenire orgogliosi di avere sul loro territorio la concorrenza leale dei predatori selvatici.

Ma rimane il fatto che il progetto LIFE Ursus della Provincia di Trento è autorevole e positivo, lo dimostra la continua peregrinazione di orsi sloveni verso il Trentino, verso l’altopiano di Asiago.

Riteniamo che ora la Fondazione Dolomiti debba affrontare un passaggio forte: cancellare ogni ipotesi di logo che umilia le nostre montagne per offrirci qualcosa di autentico, di reale, di coraggioso: un logo che ricordi l’orso Dino. Logo ufficiale di Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità.

Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness Italia

casanova@mountainwilderness.it