Solstizio, la grande festa del Turismo dolce sulle Alpi. Il Manifesto

Ricominciamo da mille, Solstizio 2018 in Val Maira.

La festa del Solstizio, l’incontro nazionale voluto dall’associazione Trip Montagna e dall’Unione Montana Valle Maira per lanciare l’orgoglio del turismo dolce sulle Alpi, è stato un successo di pubblico e di idee. La festa si è celebrata dal 22 al 24 giugno 2018 nell’accogliente piana di Acceglio, con una partecipazione qualificata e differenziata per età e provenienza geografica, tra momenti di raffinata riflessione politica, esperienze di montagna vissuta dalle Alpi e dall’Appennino, escursioni con le guide tra le rocce, i valloni e i borghi, una meditazione alle sorgenti del Maira, un incontro letterario a cavallo tra il bosco e l’alta montagna e due intensi spettacoli di musica “alpina” trasformata in musica contemporanea.

I partecipanti hanno condiviso e firmato il Manifesto del Turismo Dolce, che da questo momento diventa una piattaforma programmatica per tutti gli amanti della montagna, gli operatori del turismo, gli amministratori e, speriamo, i politici di ogni provenienza.

 

 

Il Manifesto

«Se la parola “futuro” ha un senso, se siamo disposti a imparare dagli errori del passato, se vogliamo consegnare la biodiversità delle alte terre alle nuove generazioni, dobbiamo ammettere che il turismo alpino è a un bivio. Si tratta di decidere se puntare su un modello realmente sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, oppure sperare ancora nel miracolo dei motori, dei grandi impianti e delle pesanti infrastrutture che consumano le bellezze e i silenzi della montagna, lasciandoci più poveri. 
La scommessa del turismo dolce s’incrocia con la sfida sociale ed economica delle aree interne e della cosiddetta “Italia minore”. Si tratta di un tema di grande urgenza e attualità, sul quale si gioca il futuro dell’Italia e dell’Europa e nel quale il ruolo pilota delle Alpi può giocare una partita fondamentale, a livello nazionale e internazionale.
Il turismo dolce è diverso dal turismo di massa perché è profondamente inserito nella realtà del territorio e nella vita delle comunità. Riguarda le attività produttive e culturali, dalla caseificazione di pregio alle coltivazioni biologiche, dalla divulgazione naturalistica alla promozione escursionistica. Il turismo dolce è capace di adattarsi alla domanda modulando l’offerta in base al luogo, al tempo e alla congiuntura climatica, coprendo anche le mezze stagioni. È un turismo morbido che non danneggia l’ambiente ma lo valorizza, non urla ma dialoga, e cresce lentamente con la possibilità di fermarsi, correggere e ripartire su nuovi sentieri. Utilizza e valorizza gli unici beni di cui l’Italia è incredibilmente ricca senza rendersene conto – la natura, la cultura, l’arte e la bellezza – e si sposa con l’agricoltura di qualità.
Turismo dolce e produzione pulita, in due parole sweet and slow, sono l’unico futuro credibile per le Alpi e per le aree interne del nostro paese».