Stop heliskiing! Una manifestazione sulla vetta del Wildhorn a 3248 m

Heliskier da tutta Europa si recano in pellegrinaggio in Svizzera poiché l’heliski è vietato o fortemente regolamentato nella maggior parte degli altri paesi alpini. Qui in Svizzera, invece, sono 40 i siti di sbarco in montagna, la metà dei quali si trovano nelle zone di protezione o immediatamente adiacenti ai limiti di queste zone. Non ci sono quasi restrizioni di volo, ma un traffico considerevole. Prima del coronavirus sono stati rilevati 12.000 movimenti aerei e 4.700 partenze ed atterraggi destinati a bivacchi sui ghiacciai, elibike, colazioni con champagne e altre sciocchezze.
Abbiamo protestato contro l’eliski con circa 20 attivisti lo scorso fine settimana. Abbiamo accolto tre elicotteri con bandiere e striscioni e abbiamo ricevuto messaggi di incoraggiamento da altre regioni di destinazione.

Manifestazione in cima al Wildhorn (3248 m): “La Svizzera ancora così arretrata nel campo dell’eliski”. Mentre la Francia ha appena vietato la pubblicità per l’heliski, in Svizzera le persone continuano a volare senza preoccuparsi del giorno successivo. Il 27 marzo una ventina di attivisti ha inviato un segnale dalla cima del Wildhorn (BE/VS) a favore della tutela del clima e della natura e contro l’assurdità dei voli ricreativi all’interno di siti classificati.

Vietato in Germania, l’eliski è possibile solo in modo estremamente limitato in Italia e Austria. La Francia ha recentemente rinnovato – e rafforzato – il divieto di voli in elicottero per scopi ricreativi. Anche la pubblicità è ormai vietata con pesanti sanzioni. Un approccio salutare in questi tempi di crisi climatica e di spazi selvaggi che si restringono come un rivolo.

La Svizzera, tuttavia, continua a trascinare i piedi e si aggrappa alle sue vecchie abitudini. Il nostro paese ha ancora 40 siti di sbarco aperti all’aviazione da diporto. Circa la metà si trova all’interno o nelle immediate vicinanze di aree protette, come l’approdo in cima al Wildhorn dove i 20 manifestanti si sono radunati per dispiegare i loro striscioni. Ogni anno in Svizzera vengono effettuati ben 12.000 voli solo per l’eliski. “Un privilegio inutile per un piccolo pugno di persone a scapito del maggior numero”, riassume Maren Kern, direttrice di Mountain Wilderness Svizzera. «La nostra dimostrazione sul Wildhorn manda un segnale deciso contro questa pratica sbagliata; a medio termine si studierà nuovamente la possibilità di appellarsi alla giustizia”.

L’elisliki in Italia

In Italia la situazione è ancora peggio: non esiste una legge nazionale che regolamenta l’eliski, in questo campo le normative sono in carico alle varie amministrazioni regionali, provinciali, comunali. Viene da chiedersi: perché altrove si è provveduto a legiferare e da noi no? Nel 1998 il Parlamento italiano era giunto a un passo dalla promulgazione di una legge per la regolamentazione dei sorvoli turistici e dell’eliski, ma come spesso accade in Italia a causa di una crisi di governo (Prodi I) non se ne fece più nulla; a distanza di quasi vent’anni, nel dicembre 2016 il parlamentare Ermete Realacci ha presentato un’interrogazione per difendere le Alpi e promuovere un turismo responsabile, chiedendo di adeguare la legislazione italiana a quella degli altri Paesi alpini. Oltre a questo nulla, se non il perseverare dell’associazionismo ambientale nel richiedere una seria regolamentazione nazionale dell’uso dell’elicottero in montagna.