Un “buco” da 271.000 euro
Costosissimo irrispettoso intervento sul più antico tunnel transalpino (XV sec.)
Il buco in questione è il “Buco di Viso”, lo storico tunnel pedonale a 2900 m di quota in alta valle Po, scavato nel 1479 per iniziativa del Marchese di Saluzzo Ludovico II per facilitare il transito delle merci tra il marchesato e la Francia. Il tunnel si trova nell’area riconosciuta dall’UNESCO “Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso”, ed il progetto di ricostruzione, fortemente voluto dalla Regione Piemonte, è stato realizzato con fondi della Regione e della comunità europea ed inaugurato, alla presenza di centinaia di persone, il 15 ottobre scorso. Il commento della guida del Monviso Giancarlo Fenoglio è eloquente: “Con l’intervento si è solo dato spazio alla ricerca della fruibilità tralasciando l’aspetto ambientale e storico dell’opera. Fruibilità che a mio avviso era l’ultimo problema, in quanto i trekker con cinque minuti in più di cammino raggiungono lo stesso le loro mete. Con la scelta di riversarvi circa 60 metri cubi di cemento armato per costruire un secondo tunnel di 23,5 m si è stravolta l’opera, trasformandola in una specie di bunker della seconda guerra mondiale.
Il tunnel in cemento armato, della larghezza di circa 1,20 metri, è in grande contrasto con l’originaria galleria che permetteva il passaggio di muli imbastati, ovvero di circa 3 metri. In più per ricercare la sicurezza (quale sicurezza in montagna a 3.000 m?) sul versante italiano si è piazzata una rete anti caduta sassi di dubbia estetica”.
Secondo la Regione Piemonte il ripristino del passaggio servirà ad incrementare il turismo escursionistico con benefici economici per la Valle Po ma, osserva Fenoglio, “Era forse meglio investire sulla maggior vivibilità delle valli onde permetterne e migliorarne la vita, così che anche quando arriva il trekker straniero trovi una valle viva. In questi momenti di tragicità economica del pubblico -ad ogni richiesta del cittadino la risposta è sempre negativa per mancanza di risorse-, investire 271.000 euro per di più distruggendo storia ed ambiente sembra un vero paradosso. Se proprio si voleva intervenire per ripristinare il passaggio, si poteva fare come si è sempre fatto negli anni e secoli scorsi, pulirlo e renderlo fruibile (ultimo intervento 1998) con una spesa che non avrebbe raggiunto i 25.000 euro e tra vent’anni se di nuovo tappato si rifaceva la pulizia. Nella storia del Buco di Viso ci sono stati periodi in cui non è stato percorribile per ben 70-80 anni, periodi storici in cui sarebbe stato molto più utile di adesso poterci passare.