Bivouac For Nature First Edition 2022, si vuole impedire il respiro alle Dolomiti.

Il primo maggio si è conclusa in Marmolada la prima edizione del Bivouac For Nature: sul ghiacciaio sono arrivati decine di partecipanti nonostante una meteo inclemente che ha reso difficile l’avvicinamento al punto di ritrovo: nevicava copiosamente e scarsissima visibilità.

Il Bivouac for Nature nasce con l’edizione zero a numero chiuso l’anno scorso a seguito del grande riscontro mediatico che avevano avuto le tre azioni alle Cinque Torri, in Marmolada e sul Sief-Col di Lana, che aveva come obiettivo quello di esprimere un parere contrario al proliferare di nuovi impianti ed infrastrutture sciistiche nelle Dolomiti.

L’evento creato da Federico Sordini, titolare della ditta ELBEC che realizza articoli tecnici in lana merinos in Dolomiti, nasceva dall’esigenza di creare un evento che potesse diventare non soltanto un momento in cui esprimere la propria contrarietà riguardo agli attacchi perpetrati nei confronti dell’ambiente Dolomitico e della montagna più in generale, ma essere anche un momento di ritrovo per dare voce al dissenso, per informarsi e maturare una coscienza ambientale libera e condivisa. Il Bivouac For Nature “si prefissa l’obiettivo di creare un momento di riflessione collettivo a contatto con la natura alla ricerca di un rapporto meno aggressivo, meno competitivo e meno predatorio.” Questa edizione ha permesso, grazie all’ospitalità del Rifugio Capanna Ghiacciaio, di animare un interessante incontro tra i partecipanti, gli organizzatori, Guido Trevisan proprietario del Rifugio Pian dei Fiacconi in Marmolada distrutto da una valanga l’anno scorso e Fabio Tullio di Lega Ambiente. Il dibattito verteva suoi nuovi progetti di impianti che prevedono la costruzione di un collegamento Porta Vescovo – Diga del Fedaia; di due seggiovie che permetterebbero di raggiungere Punta Rocca (Sass Bianchet) dalla diga; del ripristino della seggiovia al Sass del Mul lato Veneto nonché la creazione di un collegamento lungo lago a dislivello zero che permetterebbe di riportare gli sciatori dagli impianti della diga Fedaia in Trentino al Passo Fedaia in Veneto.

Nel caso siate interessati a saperne di più sulle azioni #bastaimpianti , organizzate in collaborazione con Valerio Scarpa e Guido Trevisan, vi consigliamo di vedere questo splendido video realizzato da Lorenzo Barutta che racconta la terza azione sulle cime del Piccolo Setsass in Dolomiti.

I prossimi impegni, anche grazie al sostegno diretto di Mountain Wilderness Italia, saranno indirizzati al contrasto verso la realizzazione degli inconcepibili collegamenti Cortina – Civetta, Cortina – Arabba, Cortina – Badia. Ci sarà bisogno di una sempre maggiore partecipazione. Chi ha ideato questi itinerari vuole togliere il respiro e l’anima alle Dolomiti intere.