Della neve artificiale e della imbarazzante stupidità dell’home sapiens

Nonostante sia ignorato dagli “imprenditori”, da quelli “del fare”, dalle multinazionali, dai (colpevoli) governi nazionali, dai “decisori”, dalla “politica” nel suo complesso, da taluni “specialisti” negazionisti ad oltranza, da menti un tempo brillanti e visionarie, il cambiamento climatico procede inesorabile il suo cammino e sbianca le montagne d’appennino! Giuro che la rima è involontaria…
La cocciutaggine dei montanari è però proverbiale e dunque si insiste sulla linea dell’innevamento artificiale, d’altronde oggi come oggi i cannoni vanno parecchio di moda.
In questo gioco delle parti i “cattivi” sono sempre gli ambientalisti, i cervelli divergenti in genere, e taluni rari legislatori che accolsero le loro ragionevoli istanze di tutela, rispetto e salvaguardia della Natura.

Significativo il passo di chiusura di un articolo riportato oggi da un noto quotidiano nazionale in cui a proposito della mancanza di neve in Abbruzzo, si afferma che “…infuria l’annosa polemica sui vincoli ambientali che impediscono, ad esempio, la realizzazione di un impianto di innevamento.” Ovviamente è il reiterare e veicolare un comune e distorto pensiero che ribadisce la priorità dell’uomo sulla natura, essendo esso, per l’appunto, “sapiens” e conseguentemente professionista nel reiterare gli errori; e l’altra “selvaggia” e “matrigna”.

Non basta l’evidenza di estati torride che sfociano in assenze d’autunno che migrano in inverni inesistenti per tornare senza soluzione di continuità ad altra afa siccitosa; neppure le insormontabili nevicate e il gelo che attanaglia altre lande densamente popolate; o città sfollate dall’acqua o dal vento. No, si insiste sulla violenza all’ambiente, sull’antropocentrismo concettuale e teologico, sull’applicazioni tout court del dualismo oppositorio “uomo/buono”, “natura/cattiva”. E se franano colline è colpa dell’acqua non della speculazione edilizia, e se non nevica, non piove, non c’è più inverno è colpa del tempo che è “impazzito”, non delle emissioni venefiche con cui ammorbiamo l’aere, della mancanza totale di un impegno a cambiare modello di sviluppo che non sia solo formale.

Sapiens ridotti a zero autocritica e mancanti del principio di realtà che si avviano allegramente verso la propria estinzione, meno consapevoli di quanto lo fossero i cugini dinosauri… Oltre quelle naturali anche le loro risorse cognitive sono esaurite, prosciugate come i fiumi che hanno deviato, stuprato con le ruspe; come le montagne cui hanno sparato addosso cristalli chimici; come la resistenza e la capacità di adattamento delle tante specie che hanno sterminato; come le foreste che hanno incendiato e i Nativi che hanno cacciato e assassinato.
Neppure di fronte all’innalzamento delle temperature anche in quota che di per sé vanifica l’uso di cannoni sparaneve, desistono dall’installarne di nuovi, dal rubare altra acqua ai pascoli, alle vallate, ai torrenti; di imporre alla terra un freddo artificiale incongruo con la temperatura reale e con le viole che fioriscono bordo pista! Ancora ostinatamente e ottusamente si va in questa direzione e si predica questo come nuovo vangelo per risolvere la crisi delle stazioni sciistiche e salvare l’intero indotto turistico.

Ruspe per nuove piste da sci a Cortina

La disoccupazione di tanti operatori locali è imputabile unicamente alla natura cattiva che non fa nevicare! Non li sfiora neppure il pensiero che la colpa sia interamente da attribuire a loro stessi che questa natura hanno asservito, sfruttato, violentato, civilizzato a loro uso e consumo. Ecco, appunto, consumo…
PS: dimenticavo, qualcuno prima o poi dovrà anche spiegare a questi signori che con lo 0 termico che si innalza sempre più in alto, gli sbruffi dei loro obici diventano tenue pioggerellina…elementare Watson!

Maria Cristina Garofalo