I grandi eventi sportivi divorano le montagne

In meno di un decennio sulle Alpi italiane si potrebbero tenere tre grandi eventi sportivi internazionali: già sono stati assegnati alla valle di Fassa i mondiali di sci alpino Under 19, a Cortina d’Ampezzo quelli più significativi del 2021 ed ora Cortina e Milano sono in corsa per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026.
Stiamo assistendo a scenari da brividi. Per l’appuntamento di Fassa si è sgretolata una montagna, il Col Margherita fra Falcade e Moena per ampliare l’area sciabile e ospitare le gare di discesa libera e Supergigante, maschili e femminili. A Pozza di Fassa l’area di Alloch è definitivamente devastata per offrire agli atleti una superpista di allenamento.
Chi passa per Cortina vede poi uno scempio ormai irrecuperabile, quanto rimaneva di naturale della Tofana di Mezzo è stato cancellato.
Si è potenziata la rete delle piste arrivando a sbancare ampi spazi rocciosi, i boschi sono stati rasi al suolo, si è potenziata la viabilità sulla montagna ricavandone inutili parcheggi, si stanno decidendo le circonvallazioni sulla statale Alemagna, alcune che abbiamo condiviso, altre, quella di San Vito di Cadore in particolare, superflua e fortemente impattante. Si tenga presente che Cortina ha ottenuto la candidatura solo dopo il rifiuto di tutte le altre candidate.

Funivie e cantieri d’alta quota

Per le Olimpiadi invernali italiane del 2026 si prospetta un altro scenario negativo.
Anche in questo caso, ben sei candidature si sono sciolte o sotto l’effetto della bocciatura in referendum popolari, o dopo attenta valutazione dei costi economici e ambientali dei diversi governi di Austria e Svezia.
La candidatura Cortina – Milano ora ha come unico avversario la cittadina canadese di Calgary. Le componenti politiche, tutte favorevoli a questi appuntamenti, dicono che si andrà a utilizzare impianti già esistenti, sia in Dolomiti che in Lombardia.
L’esempio dei due mondiali citati non può lasciare tranquilli: questi grandi eventi servono solo a potenziare speculazioni in quota. In Valtellina si attendono da anni i collegamenti che penetrerebbero il Parco Nazionale dello Stelvio, in Dolomiti si vuole collegare l’area sciabile di Cortina (Passo Falzarego) con la Val Badia, con il cuore di Superski Dolomiti.

Rimane aperta la questione del villaggio olimpico. Perché portare questi villaggi, che devono ospitare quasi 10.000 persone, nel cuore delle fragili Alpi? Ovvio, solo per speculare, per dare risposta ai potentati dello sci e delle seconde case. Gli eventi meteorologici di questi giorni hanno dimostrato che le Alpi hanno bisogno di ben altre cure e investimenti, non certo di eventi sportivi. Serve sicurezza, serve qualità, serve una corretta gestione del territorio e delle risorse che questo offre. Su questi temi l’ambientalismo internazionale, invece di lavorare di rimessa con i classici NO a decisioni prese e perdere sempre, dovrebbe avere la capacità di anticipare gli eventi e di impedire, a queste condizioni, il loro stesso svolgimento sulle montagne italiane.

Giancarlo Gazzola