La Città dei Sassi, monumento naturale vicino al Passo Sella, deturpata per allargare una pista da sci.
Comunicato stampa congiunto di CAI Alto Adige, Alpenverein, Dachverband für Natur- und Umweltschutz, Heimatpflegeverband, Nosc Cunfin, Mountain Wilderness e CAI sezione di Bolzano sul deturpamento della Città dei Sassi.
Era proprio necessario rovinare la Città dei Sassi, monumento naturale, allargando ulteriormente la pista da sci?
La Città dei Sassi è un monumento naturale vicino al passo Sella, ai piedi del Sassolungo, caratterizzata dalla presenza di grandi blocchi di dolomia, che ammantano i prati verdi, creando un contesto paesaggistico unico e decorato da una particolare e delicata flora autoctona. Recentemente la società Piz Sella Spa, che gestisce alcuni degli impianti di risalita in quest’area, ha presentato un progetto per allargare in due punti la pista da sci che in parte tocca la Città dei Sassi; questo per permettere il passaggio di mezzi battipista di ultima generazione.
Il progetto approvato anche dalla provincia prevedeva l’allargamento di circa mezzo metro in due soli tratti, lunghi complessivamente 48 m su terreno di proprietà della stessa Società. I lavori realizzati sembrano ancora in corso, purtroppo risultano molto difformi rispetto al progetto autorizzato, hanno infatti interessato un tratto lungo complessivamente 255 m e 14 punti differenti di intervento, anche su terreni di privati che non sono mai stati interpellati.
Sono stati demoliti parzialmente e rimossi completamente diversi massi che caratterizzano questo patrimonio naturale, asportato zolle erbose e movimentato diverso materiale.
Il tracciato, che prima si adattava al paesaggio e alla presenza dei sassi e delle piante, lambendoli, ora è stato allargato e raddrizzato deturpando questo luogo magnifico.
Com’è possibile che un privato riesca a rovinare irrimediabilmente un monumento naturale, patrimonio di tutti, senza che nessuno intervenga per fermare i lavori?
Perché degli interventi eseguiti in difformità dal progetto autorizzato non vengono immediatamente fermati e contestati?
È veramente triste osservare che in nome dello sviluppo economico e sciistico vengano rovinati beni comuni. Ed è ancora più sconcertante che siano le associazioni ambientaliste a dover segnalare il caso alle autorità, assumendo un ruolo che evidentemente non dovrebbero avere.
Questo è proprio ciò che è successo: CAI Alto Adige, AVS, Dachverband für Natur- und Umweltschutz, Heimatpflegeverband, Nosc Cunfin, Mountain Wilderness e CAI sezione di Bolzano, venerdì 14 luglio hanno presentato un esposto al Comune di Selva, all’Ufficio pianificazione paesaggistica della provincia, all’Ispettorato forestale di Bressanone, alla Procura della Repubblica di Bolzano e ai Carabinieri di Selva. In questa denuncia vengono descritte con una foto documentazione dettagliata le difformità dei lavori rispetto al progetto autorizzato.
Nella nostra provincia si sta assistendo a una aggressione alla montagna sempre più marcata. In pratica si sta portando l’equilibrio fra uomo e natura a una rottura: la monocoltura dello sci, il turismo di massa, il traffico veicolare sempre più intenso in ambienti delicati di alta montagna, il consumo di suolo, sono manifestazioni emblematiche di una cultura completamente sbilanciata, che propone lo sfruttamento del territorio senza limiti. Di questo tema si parlerà anche il 3 agosto prossimo nella conferenza stampa organizzata a Passo Sella dalle associazioni alpinistiche e ambientaliste locali, e d’oltralpe. L’obiettivo è quello di iniziare un dialogo per costruire una consapevolezza di questo problema ed avviare il cambiamento verso la ricostruzione di un rapporto più equilibrato fra l’uomo, le sue attività e la natura.
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA: https://www.dropbox.com/s/y4rbc3981ukzewa/ALLEGATO_fotodocumentazione.pdf?dl=0