Marmolada, i confini ed il suo futuro

Comunicato stampa di Mountain Wilderness Italia onlus.

Nella sua azione sociale a difesa della integrità della montagna e della specificità della Marmolada Mountain Wilderness ha sempre tenuto una azione di piena trasparenza e altrettanto impegno ha chiesto a tutte le amministrazioni pubbliche.
Queste ultime poche volte sono state limpide con i cittadini e con l’associazionismo, lo dimostra il conflitto che si è aperto in questi giorni sul tema dei confini. Il Consiglio di Stato nell’ultima e definitiva sentenza del 2002 chiudeva la vicenda chiarendo che la linea di confine fra Veneto e Regione Trentino Alto Adige doveva percorrere la cresta da Punta Rocca a Serauta. Non è responsabilità degli ambientalisti se la diffusa superficialità amministrativa e la arroganza degli attori politici di quegli anni hanno portato a scavalcare illegalmente le competenze esclusive della Regione Trentino Alto Adige ed hanno visto la provincia di Trento far scivolare la matita su confini non previsti dalla sentenza del Consiglio di Stato. Non è responsabilità dei cittadini se nel Comune di Canazei, dal 2002 al 2015, tutti hanno finto di non accorgersi di tale grave scorrettezza. Le responsabilità di tale comportamento, definiamolo perlomeno discutibile ben sapendo che merita altre attenzioni, è da ascrivere solo agli attori protagonisti di quelle decisioni, di tanti silenzi e, di troppi, non casuali opportunismi.
A Mountain Wilderness interessa ben poco dei confini e della mancanza di controllo su atti amministrativi che le istituzioni avevano il dovere di affrontare: per noi, come per tutti gli amanti della montagna, la Marmolada è un bene pubblico dell’intera umanità e come tale va gestito.
Detto questo l’associazione ribadisce la sua netta contrarietà ad ogni ampliamento dell’area sciabile in Marmolada e a ulteriori infrastrutturazioni. Se verranno presentate ufficialmente, le opere oggetto di confronto fra i sindaci di Canazei e Livinallongo, sostenute da qualche assessore trentino, si sappia che la nostra Associazione con azione immediata interesserà UNESCO per decisioni che sicuramente metteranno in discussione tutto il bene di Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità, non solo il gruppo della Marmolada.
Certo, nella nostra azione non abbiamo mai mancato di denunciare lo stato di abbandono dell’intera area di passo Fedaja. Nella pianificazione tesa alla riqualificazione del paesaggio abbiamo più volte offerto la nostra disponibilità e le nostre idealità, fin dal 2003. Rimaniamo convinti che lasciare il versante Nord della Marmolada nelle condizioni attuali sia una offesa alla montagna, all’ambiente e a quanti attorno alla montagna lavorano. Abbiamo chiesto e ribadiamo questi passaggi: investimenti culturali e nella storia, fare rete dei musei della guerra dell’intero gruppo, utilizzare la viabilità presente sul lago per farne una efficiente pista ciclabile di valore mondiale, riprendere l’intera rete sentieristica e inserirla in percorsi naturalistici dei settori più diversi, faunistici, sulla vegetazione, nei collegamenti delle valli del gruppo, interventi nel caos dei parcheggi alla base della montagna, sostituzione della attuale bidonvia con un impianto leggero e poco impattante. Questi sono gli impegni che le amministrazioni comunali dovrebbero ritenere prioritarie nel rilancio della Regina delle Dolomiti. Rincorrere oggi altre abnormi infrastrutture o collegamenti inconcepibili verso passo Pordoi o Arabba non può che alimentare un conflitto che rischia di assumere connotati internazionali.
La nostra proposta è semplice. Provincia di Trento e comuni azzerino ogni proposta. Si apra un tavolo vero, trasparente, aperto a tutti i portatori di interessi, anche culturali e sociali, con il conflitto gestito da mediatori culturali di grande esperienza e correttezza, per arrivare, nel tempo massimo di sei mesi, a condividere tutti le prime azioni efficaci capaci di riportare dignità e valore alla Regina delle Dolomiti.

Il Consiglio Direttivo di Mountain Wilderness Italia onlus

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