Marmolada, il rifugio che resiste

Il vecchio impianto di risalita da passo Fedaia a Pian dei Fiacconi è stato chiuso ma un gruppo di amici scommette sugli amanti della montagna sostenibile: «Da anni siamo convinti che la Regina delle Dolomiti potrebbe vivere anche senza funivie, ora ne avremo la prova» Di Andrea Selva. Copyright: Il Trentino

Pian dei Fiacconi, Marmolada
Marmolada, 2016 – foto Archivio MW Italia

TRENTO. La vecchia cestovia della Marmolada ha smesso di funzio­nare l’autunno scorso dopo 45 anni di attività, mail rifugio Pian dei Fiacconi è ancora aperto, de­dicato a tutti quelli che amano la montagna sostenibile. Una sfida che Guido Trevisan – gestore del rifugio da vent’anni – ha affron tato ieri assieme ai soci Davide Menegazzi (già custode della Ca – panna Punta Penia, in vetta alla Marmolada}, Sirio Pedrotti e Ste­fano Cattarina: «L’obiettivo è di tenere aperto il rifugio tutta la primavera, compreso il mese di maggio (solo su prenotazione} e quindi avanti fino a settembre» spiega Trevisan. « Chi ci conosce sa che crediamo in un turismo sostenibile che sappia vivere la montagna anche senza comodi impianti di risalita.

Guido Trevisan è il gestore del rifugio di Pian dei Fiacconi

Da anni so­steniamo che la montagna, nella fattispecie la Marmolada, possa vivere anche senza impianti: è la Regina delle Dolomiti, luogo me­raviglioso nonché unico ghiac­ciaio di tipo alpino e paradiso del freeride. Questo sarà l’anno in cui scopriremo se siamo solo dei romanticoni o se le nostre montagne restano amate anche se ri­chiedono un po’ di fatica per rag­giungerle. Siamo convinti che tutti i nostri amici, alpinisti e turisti salgano alla Marmolada per­ché è un posto magico. Certa­mente non sarà la fatica a fermar­li, perché basterà guardarsi attorno per accorgersi che ne vale la pena».

Cestovia del Pian dei Fiacconi


L’impianto – realizzato dalle Funivie Graffer e ora di proprie­tà della famiglia gardenese Mahl­knecht – dovrebbe essere sosti­tuito da una telecabina che da passo Fedaia dovrebbe salire al rifugio Capanna Ghiacciaio, po­co più a monte dell’arrivo attua­le, anch’esso gestito dai quattro soci di Pian dei Fiacconi. Ma la pratica giace in provincia e anco­ra non c’è una data per l’inizio dei lavori. Nel frattempo Trevi­san e i suoi soci si sono attrezzati per rifornire il rifugio senza con tare sulla vecchia cestovia: «D’inverno usiamo un vecchio gatto delle nevi che ha un’ottima portata, per l’estate la situazione sarà più complicata perché non ci sono mezzi che possono salire fino al rifugio. Porteremo in quo­ta tutto quanto sarà possibile alla fine della stagione invernale con il gatto delle nevi e per i riforni­menti estivi utilizzeremo qual­che volo d’elicottero e – natural­mente – saliremo quotidiana mente portando provviste fre­sche con lo zaino».
Il rifugio Pian dei Fiacconi è il punto di riferimento per chi vuo­le avvicinarsi al ghiacciaio della Marmolada lungo il versante trentino. La struttura sarà in gra­do di reggersi – dal punto di vista economico – anche senza i pas­seggeri che salivano in quota con la vecchia cestovia? Trevisan e i suoi soci ci contano: «La Marmo­lada è la vetta più alta delle Dolo­miti, con il ghiacciaio più grande dei Monti Pallidi, l’ultimo che so­pravvivrà. Chi ama la montagna non si spaventerà per l’idea di salire a piedi».

Andrea Selva