Nuovi impianti all’Alpe Devero: il parere della TAM Piemonte

La Commissione Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta del CAI, esaminata la Proposta di Accordo Territoriale “Avvicinare le Montagne”, ha espresso il proprio parere in un documento che potete scaricare qua.

Scialpinismo all’Alpe Devero. Foto: Luigi Ranzani

Riportiamo alcuni punti fondamentali che ribadiscono la “inalterata e semmai aumentata preoccupazione unitamente al profondo disappunto per la proposta di accordo territoriale “Avvicinare le Montagne”.

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Il Progetto

Il diffuso impatto ambientale che questa proposta racchiude in sé e che di fatto stride
con la dichiarata volontà di perseguire la “ecosostenibilità” come enunciato al comma a) delle premesse del Protocollo di Intesa sottoscritto il 24 marzo 2017 quale atto preliminare e di supporto tecnico alle Pubbliche Amministrazioni, necessita di contestualizzazione.
Pertanto esaminando la questione sotto il profilo della sostenibilità si osserva e si
ribadisce come, allo stato attuale della documentazione resa pubblica, questa progettualità
confligga in maniera evidente con alcuni target della Strategia Nazionale per lo Sviluppo
Sostenibile che il Governo ha approvato il 2 ottobre 2017 in ottemperanza della Agenda 2030
sottoscritta dallo Stato Italiano.

Val Buscagna, Alpe Devero. Marzo 2018

 

Il 28 dicembre 2015 è stata approvata la legge n. 221 “Disposizioni in materia
ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo
di risorse naturali”, il cosiddetto Collegato Ambientale alla legge di stabilità 2014.
“Come tutti gli altri tipi di capitale, lo stock di Capitale Naturale produce un flusso di
servizi, oggi e nel futuro, denominati ecosistemici (De Groot, 1992). Dunque, così come le
rendite future associate, ad esempio, ad un capitale immobiliare definiscono il valore
dell’investimento nell’immobile, allo stesso modo il valore attuale del flusso di Servizi
Ecosistemici definisce anche il valore dello stock di Capitale Naturale da cui sono generati.
Infatti, l’uomo ottiene dall’ambiente un flusso continuo di benefici che sono necessari
alla sua stessa vita, oltre che alla produzione di beni e servizi, al consumo di questi ma anche
alla fruibilità del tempo libero.”

Di questo strategico, innovativo e determinante argomento non si trova, per ora, alcuna
traccia nell’elaborato progettuale di cui trattasi.
E’ una partita ancora in via di completa e complessa definizione, ma traguardando la
progettazione proposta nel limite temporale dagli stessi proponenti indicata, appare per lo
meno inusuale che le Pubbliche Amministrazioni concedenti non ne abbiamo fatto la ben che
minima menzione nei documenti deliberati a sostegno del percorso amministrativo individuato.

La funzione delle Aree Protette

E’ essenziale evidenziare, in questo contesto, che il sistema delle aree protette in Italia
rappresenta una politica di settore attiva che argina la graduale estinzione di specie animali e
vegetali e di habitat e rappresenta senza dubbio la misura principale per la conservazione di
lungo termine della biodiversità. Oltre al ruolo fondamentale per conservare la biodiversità, le
aree protette sono luoghi strategici per valorizzarne la coesistenza con alcune attività umane
di grande qualità, rappresentative dei territori protetti e in grado di sviluppare attività
promozionali, turistiche e di valorizzazione di territori, con risvolti occupazionali.”

A nostro parere fra i documenti prodotti dalla Convenzione delle Alpi, che per la natura
giuridica della Convenzione medesima vincolano gli Stati firmatari, segnaliamo quelli che
potrebbero concorrere a superare alcune evidenti criticità del progetto di cui stiamo
discutendo, oltre che delineare una visione territoriale molto più consona al contesto europeo.
Precisamente:
• Raccomandazioni operative per l’applicazione coerente dell’art.11 comma 1 del
Protocollo “Protezione della Natura e Tutela del Paesaggio” in tutta la Regione Alpina.
• Sviluppare il Potenziale delle Aree Protette Alpine; 1° report della Rete SAPA –
Sistema alpino delle Aree Protette Italiane. (In collaborazione con il Ministero
dell’Ambiente e Federparchi).
• Linee guida per l’interpretazione dell’art. 6, comma 3 del Protocollo Turismo nella
prospettiva di una prassi attuativa coerente a livello alpino.
• La Green Economy nella Regione Alpina (fra l’altro presentato anche a Crodo)
L’esame complessivo di questi documenti faciliterebbe una convergenza su obbiettivi
calati nella realtà territoriale oggettiva evitando quindi di suscitare aspettative, per alcuni
aspetti poco realistiche, ma che di fatto hanno contribuito e contribuiscono a dividere anziché
ad unire.
Inoltre nelle fasi di confronto pubblico delle tesi a sostegno del progetto ci si è limitati ad
affermazioni di principio e a indicazioni di generiche soluzioni per alcune puntuali situazioni
presentate come emblematiche, ma che tali non sono, se inquadrate nell’intero complesso
progettuale.

Crampiolo

 

Considerazioni conclusive

La CITAM, ben conscia dell’importanza generale della progettazione presentata, ma
altrettanto conscia delle ricadute nel tempo che la realizzazione di detto complesso di opere
avrà, riconferma la inalterata e semmai aumentata preoccupazione unitamente al
profondo disappunto per la proposta di accordo territoriale “Avvicinare le Montagne”
ribadendo nel contempo la piena disponibilità al confronto in tutte quelle sedi ritenute più
opportune all’approfondimento dell’analisi progettuale, congiuntamente all’auspicio di poter
verificare altrettanta disponibilità all’ascolto e alla eventuale accettazione delle aspirazioni
provenienti dal variegato e rappresentativo corpo sociale degli oltre 300.000 Soci del CAI.